Bufera Lotito, inchiesta della Procura federale

17/02/2015 alle 11:06.
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IL MATTINO (P. TAORMINA) - Su una cosa Claudio Lotito ha perfettamente ragione: la Lega Pro è nelle sue mani. Non ha più una maggioranza bulgara, come ai bei vecchi tempi, ma riesce in ogni caso a portare a termine la sua mission di questi giorni: far eleggere come consigliere alla Figc un delegato in quota sua e del suo fedelissimo Mario Macalli. Ci è riuscito, alla faccia di tutto e di tutti. Senza lasciare l'onore delle armi agli avversari, da Gravina a Ghirelli. Poco importa, nella sostanza, che quasi metà dei club hanno lasciato i lavori e che ad eleggere il consigliere della Lega Pro siano stati solo i club restanti. Gli aventiniani, capeggiati da Pino Iodice, dell'Ischia e accusatore del sistema Lotito, si prendono comunque una piccola soddisfazione: la procura federale ha aperto un fascicolo sulla telefonata registrata dal dirigente napoletano.

Il primo passo. Iodice e gli altri, a questo punto, sperano che a sconvolgere gli equilibri all'interno della Federcalcio possa essere la Procura guidata da Stefano Palazzi. «Speriamo che oltre alla Procura federale, ci sia l'autorevole intervento del Governo, perché faccia pulizia in questo mondaccio dove ci sono dei personaggi come Claudio Lotito che non fanno il bene del calcio», ha spiegato ieri nella sede di Firenze della Lega Pro, Pino Iodice. Che poi ha provveduto a rincarare la dose: «Il sistema sta saltando anche per colpa sua». Lotito ieri ha preferito glissare. I due si sono incrociati senza rivolgersi lo sguardo. Eduardo Chiacchio, legale di Iodice, spiega: «Ascoltando la telefonata, sono potenzialmente tante le frasi che potrebbero configurare una violazioni alle norme dei regolamenti». Nei prossimi giorni l'avvocato napoletano accompagnerà Iodio a deporre in Procura. Sarà tra i primi. Chiacchio, però, potrebbe essere costretto anche a difendere «l'accusatore» Iodice che pure dovrà rispondere del fatto di aver reso pubblica una conversazione privata. Lotito, da parte sua, confenna di voler denunciare Io-dice in sede penale.

Al patron della Lazio e della Salernitana, e con quest'ultima veste ha preso parte ai lavori della Lega Pro in prima persona, nonché consigliere federale con delega alle riforme, sfugge un dettaglio: non può farlo. Trattandosi di una questione tra tesserati, la querela violerebbe la clausola compromissoria e bisognerebbe chiedere alla Figc il permesso di andare in tribunale. Che, ovviamente, potrebbe anche darla. Ma per ora c'è la strada sportiva e l'apertura dell'inchiesta su Lotito. Che non è cosa di poco conto per il consigliere della Figc. Peraltro, un doppio fascicolo: perché al termine della riunione tra Palazzi e i suoi ispettori hanno deciso di indagare Lotito per lo sfogo contro gli arbitri (alla presenza del designatore di serie B Farina) nell'intervallo di Lazio-. L'eventuale costerebbe caro in termini di ruoli nella governano del pallone: Lotito infatti va incontro, se dovesse essere squalificato, alla decadenza da consigliere federale, perché già inibito in passato.

Le voci contro il presidente della Lazio restano le stesse: Roma, e luve che peraltro si erano schierate contro Lotito durante la campagna elettorale che ha portato Carlo Tavecchio sulla poltrona più importante di via Allegri. Duro Damiano Tommasi che sottolinea che «il tempo di dissociarsi a parole è passato, per farlo veramente bisogna farlo nei fatti altrimenti è superfluo. Anche Andrea Abodi, presidente della Lega di B, ribadisce nel dire che Lotito faccia un passo indietro. Anche il governo medita di agire. Da un colloquio fra il sottosegretario Graziano Delrio e Matteo Renzi è emersala volontà di un «intervento deciso» su Coni e Figc

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