“Ippodromo, il ’900 fragile va salvato dalla distruzione. Le tribune da inglobare”

20/02/2017 alle 14:57.
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LA REPUBBLICA (A. DI CORI) - Margherita Guccione, direttore del dipartimento architettura del Maxxi, è membro del comitato tecnico-scientifico che il 23 gennaio ha dato parere favorevole al vincolo sull’ex Ippodromo di . «Dobbiamo tutelare la fragile e pregiata architettura del ‘900, non si può fare tabula rasa - dice - Questa struttura, come altre realizzate per le Olimpiadi del 1960, è di assoluta rilevanza, seppur ampiamente degradata. Se fosse stato dato un input di questo genere in fase preliminare, si sarebbe potuto ripensare lo stadio accogliendo una riqualificazione dell’opera di Lafuente».

La decisione però arriva solo a due settimane dalla riapertura della conferenza dei servizi, l’As Roma l’ha definita “un’azione talmente intempestiva da risultare ostile”.
«Sono stata convocata poco più di un mese fa. Non voglio né giudicare, né condannare, né approvare la tempistica della Soprintendenza, anche se credo che sarebbe stato utile parlarne prima. Il tema della tutela dell’architettura del ‘900 è molto recente e dato che non sono ancora passati 70 anni dall’edificazione dell’ex ippodromo non c’è il vincolo automatico».

Nel 2014, ai tempi di Marino, si è parlato di demolizione.
«Ma non c’era mai stato però un parere della soprintendenza architettonica, solo di quella archeologica».

Come si potrebbe riqualificare la tribuna, al momento inagibile e pericolante?
«Ripensandola con una nuova funzione: ci sono esempi felici in tal senso, pensiamo alla HighLine di New York. Non sono per bloccare il progetto tout court, ma nel momento che risorse private e pubbliche si concentrano su un’area, le scelte devono essere ponderate e non basta un’archistar per risolvere tutto. Non si può perdere un’altra opera degli anni ‘60».

Come il Velodromo, che è stato demolito?
«Sì, è stato un blitz, una grande perdita. E oggi rimane solo un’area vuota».

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