LA SFIDA NELLA SFIDA: Fazio vs. Astori

04/11/2017 alle 00:31.
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LAROMA24.IT – Passato contro presente. -Roma è l’ennesimo banco di prova per i giallorossi, che arrivano sulla scia del successo di con il Chelsea vantando numeri da record in difesa: la meno battuta del campionato, soli 5 gol al passivo e porta imbattuta lontano dall’Olimpico. Proprio in tema retroguardia il confronto a distanza riguarda due leader: uno della difesa giallorossa, Federico , che ha preso sul campo i gradi di ‘Comandante’. Dall’altra parte c’è Davide Astori, ora capitano dei viola ma con alle spalle una parentesi (poco felice) nella Roma.

TERZO ‘INCOMODO’ – Due storie in giallorosso che hanno proceduto su binari paralleli. Entrambi arrivarono alla Roma non con i gradi di titolare. Poi, per affidabilità o per mera necessità, si sono ritrovati a recitare ruoli da protagonisti. E’ stato così per Davide Astori, arrivato nella Capitale nella stagione 2014/15, quella della seconda Roma targata . E arrivò con un blitz memorabile dell’allora ds . Astori infatti era destinato ad andare alla Lazio, poi il direttore sportivo giallorosso si mise di mezzo e l’allora difensore del Cagliari deviò il suo percorso: da Auronzo di Cadore agli Stati Uniti, con tappa a Fiumicino per visite mediche e firma. Nei piani di e doveva essere la prima alternativa della neo-coppia -. Poi, per i noti problemi fisici del brasiliano, rese necessaria la sua ‘promozione’. 29 presenze nella sua unica stagione in giallorosso, in alternanza con Yanga-Mbiwa. Non fu esattamente la stagione migliore per la retroguardia capitolina, nemmeno per Astori, che infatti a fine stagione non si guadagnò il riscatto.

COMANDANTE – Due anni più tardi fu il turno di Federico . Arrivato a Roma nell’estate del 2016, tra lo scetticismo generale nonostante un palmares di tutto rispetto. Dopo aver trionfato in Europa League con il Siviglia, infatti, c’era stata la parentesi tutt’altro che felice al Tottenham. Anche lui arrivato come ‘terzo’ di difesa, alle spalle di e Vermaelen nelle gerarchie, pian piano si è invece conquistato il suo spazio diventando uno dei leader della retroguardia giallorossa. Il soprannome di ‘Comandante’ è stata una logica conseguenza delle sue ottime prestazioni.

PARALLELI – Binari paralleli, dunque, tra Astori e . Strade che poi hanno preso una deviazione. Il primo, chiusa la partentesi in giallorosso, ha trovato la sua dimensione a Firenze. In due anni in viola Astori ha trovato continuità di rendimento e la Nazionale, da quest’anno anche la fascia da capitano. D’altronde era uno dei punti fermi di una squadra interessata da una vera e propria rivoluzione, partita dalla proprietà e passata per squadra, dirigenza e staff tecnico. Nonostante qualche critica di troppo, Astori è diventato di fatto uno dei leader della . Dovrà riscattare la prestazione negativa con il Crotone, dove è stato tra i peggiori in campo, proprio nel giorno in cui ritroverà il suo passato. “Le scelte sono state condivise con il club ma mi è dispiaciuto apprendere la notizia del mancato riscatto dai giornali – dichiarò in un’intervista di un anno fa a proposito del suo addio alla Roma -. Ho giocato 30 partite e alla fine pensavo che la stagione fosse stata positiva visto il secondo posto. Ma a fine anno pareva fossimo retrocessi”. Chi ha un presente e soprattutto un futuro nella Roma è invece Federico , che ha vinto ancora scetticismi e perplessità nati dopo l’arrivo di e il passaggio ‘obbligato’ alla difesa a 4. Anche stavolta vincendo dubbi e diffidenze, guadagnandosi sul campo il rinnovo di contratto fino al 2020. Se per Astori si tratta di un incrocio particolare, lo è anche per . Proprio contro i viola l’anno scorso realizzò il suo primo gol in Serie A, un colpo di testa su punizione che valse il momentaneo 2-0 giallorosso all'Olimpico (finì poi 4-0).

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