Miseje Balazs Biagio: “La Roma e il collezionismo… i brividi mi vengono”

07/03/2023 alle 17:22.
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GLIEROIDELCALCIO.COM - Oggi, infatti, nel nostro viaggio attraverso le collezioni, vi vogliamo raccontare la storia di Miseje Balazs Biagio, un ragazzo cinquantenne, sposato da 21 anni e padre di un figlio di 17 e di due figlie di 14 e di 11 anni e che, percorrendo le orme del nonno e del padre, lavora in una tipografia a Budapest.

Biagio, come nasce il tuo amore per il calcio e per la Roma in particolare … tu sei di Budapest… non è così scontato tifare Roma…
[...] "Nella stagione 1987/88 (ndr ricordare gli avvenimenti in base alla stagione di campionato è l’unica modalità che tutti noi abbiamo), grazie proprio alla mamma, ho avuto la possibilità di andare a Palermo per uno scambio culturale tra scuole. Prima di arrivare in Sicilia facemmo tappa nella Capitale per tre giorni, proprio mentre era in programma Roma-Empoli. Ovviamente ho subito deciso di andare all’Olimpico. Ricordo la sensazione quando vidi i primi tifosi con le sciarpe giallorosse intono al collo in direzione stadio… Fu un colpo di fulmine con Roma e con la Roma. [...]

Cosa rappresenta il calcio per te e come entra nella tua quotidianità?
"Fino al 2007 ho sempre seguito la Roma, non ce la facevo a non andare a vederla 8-10-12 volte all’anno da Budapest. Molte volte sono andato a Roma per 2 settimane per poter vedere magari 3 partite di campionato e due di coppa. Poi nel 2007 dopo il caso Raciti e dopo la morte di Gabriele Sandri qualcosa si è rotto dentro di me. Non la passione per la Roma certo, quella mai tramonta… ma andare allo stadio non era più la stessa cosa… divieti, tessere... [...]

Come si svolge la tua “caccia” a pezzi nuovi?
"Ho provato a contattare molti ex calciatori della Roma, così come i fotografi fino ai primi anni ‘70 o comunque i famigliari di costoro. Da parte dei calciatori ho trovato, nella maggior parte dei casi, molta disponibilità, invece a parte qualche eccezione poca disponibilità da parte di fotografi o di ex fotografi". [...]

Quale il pezzo a cui sei più legato?
"Sono molto legato al materiale dei Fedayn. Molte cose mi sono state regalate all’epoca ed anche per questo ci tengo molto. Insomma, per me hanno un valore ancor più grande…

Poi ho una fotografia autografata della Roma del primo scudetto, la fotografia è presente in molti libri di storia della Roma… averla nelle proprie mani fa un certo effetto". [...]

Qualche aneddoto particolare di come sei arrivato a “mettere le mani” su un determinato pezzo …
"Credo di aver avuto fortuna, per esempio, proprio con la foto autografata della formazione del primo scudetto. L’ho trovata sul sito di un negozio d’antiquariato. Ho scritto il mio interessamento al proprietario e chiesi il prezzo… nel mentre pensavo a cosa avrei potuto vendere o come fare straordinari in tipografia… pensavo a pagamento in più rate. Poi la proposta arrivò ad un prezzo molto più basso rispetto a ciò che mi aspettavo … non riuscivo a credere ai miei occhi… [...]

Poi cerco in modo particolare fotografie della Roma contro squadre ungheresi: fra le due guerre ci furono tante amichevoli. Cerco anche fotografie di allenatori e di calciatori ungheresi fra le file della Roma. Ho un debole per Sarosi e per Zsengeller, del primo ha parlato molto bene sia Losi che Arcadio Venturi. Venturi poi mi ha raccontato molte belle cose anche di Zsengeller: all’inizio della stagione 1948/49 si infortunò seriamente Zsengeller e l’allenatore Brunella mise al suo posto proprio il giovane neoarrivato Venturi. Furono non solo grandi sportivi, ma anche grandi uomini. [...]

Collezionare cosa ti trasmette?
"Bellissime sensazioni, emozioni. Quando nella propria cassetta postale trovi delle buste dove il mittente è Amedeo Amadei, o Luciano Panetti, o Antonio Valentin Angelillo, Pedro Manfredini o Arcadio Venturi 'i brividi mi vengono'. [...]

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