IL PUNTO DELLA DOMENICA - CARMELLINI: "Roma ritrovata" - VALDISERRI: "Evitata la crisi di nervi, ma la volata sarà lunga" - DI CARO: "Ci si può appassionare per un quarto posto?"

30/12/2018 alle 15:20.
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LAROMA24.IT - Il giro di boa è arrivato e la Roma ci arriva nel modo giusto. Dopo il arriva il bis con il Parma, che archivia un 2018 vissuto sull'altalena in campionato. E ora la sosta: i giallorossi ci arrivano con serenità e con la possibilità di recuperare altri pezzi in vista dell'avvio del girone di ritorno, che presenta subito scontri diretti per il quarto posto.



Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)

Il campionato va in letargo per tre settimane lasciandosi alle spalle ferite profonde: buu razzisti, raid, morte, striscioni e, come se non bastasse, polemiche da Var. Dopo il debordante fiume di parole, auguriamoci una concreta presa di coscienza delle autorità preposte affinché, una volta per tutte, vengano assunte misure concrete ed efficaci. Il calcio è vittima di violenza e razzismo perché è il miglior teatro e amplificatore possibile del malessere che vive la nostra società. Il calcio va aiutato e salvaguardato, al suo interno deve però combattere, storture, dichiarazioni e atteggiamenti, quelli sì, che possono incidere e fungere da pretesto alla violenza e alla protesta. Anche per questo, fatto salvo che sbagliare è umano, figuriamoci per gli arbitri, sarebbe cosa buona e giusta che i direttori di gara approfittassero della pausa per condividere una linea chiara e precisa su come utilizzare il Var, e come valutare i falli di mano in area di rigore. Altrimenti non è più calcio, diventa un altro sport. Se la ha chiuso il girone d’andata con il record di punti, mentre e hanno consolidato le loro posizioni, la lotta per l’ultimo posto è più che mai serrata. Sarà questo il tema più avvincente del girone di ritorno. La Lazio, contrariata dall’arbitraggio di Irrati, è quarta, ma insidiata da un folto numero di squadre. Rassicurata dal ritorno di Milinkovic, dovrà comunque guardarsi le spalle, conscia che la ripresa, affrontando e , sarà tutta in salita. Tra le aspiranti alla quarta piazza torna a candidarsi con prepotenza la Roma. sta ritrovando non solo risultati, ma prestazioni convincenti di squadra e singoli. Con il ritorno di alcuni protagonisti il futuro si delinea più roseo.


IL TEMPO (T. CARMELLINI)

L’anno della Roma e del suo condottiero si conclude nel migliore dei modi. Proprio quando era a un passo dal baratro, proprio mentre si faceva la spunta dei nomi del suo possibile sostituto sulla panchina giallorossa, ha avuto le risposte che cercava dalla squadra: complici anche i primi rientri dopo gli infortuni. In quattro gare si è rimesso in piedi. E con lui tutta la Roma che si ritrova adesso ancora sesta in classifica (il Milan non ha rallentato lì davanti), ma a soli due punti dalla (che al momento ha i colori della Lazio): che era e resta l'obiettivo stagionale.

Insomma è girata e di bolina il vento sembra più fresco, la barca timonata da è tornata a planare anche tra i marosi della serie A dove ci sono sei squadre in 5 punti nell'aria . Arriva così la terza vittoria in quattro partite che coincide con un successo in trasferta che mancava ormai da due mesi: l'ultima volta fu ad Empoli.

Ma i numeri non dicono tutto perché i segnali, quelli veri, arrivano soprattutto da un gruppo che sembra essersi improvvisamente ritrovato. Ha riscoperto la voglia di giocare, di segnare e anche di sacrificarsi, perché era chiaro che quella di Parma non sarebbe stata una trasferta semplice: e così è stato. Il successo, netto, è arrivato perché la Roma ha ritrovato anche la sua compattezza difensiva, nonostante qualche evidente sbavatura, ed è riuscita a tornare a casa senza aver incassato nemmeno un gol: cosa che non gli riusciva da una vita (erano infatti dodici partite che la Roma incassava almeno una rete).

Ora la sosta che servirà per staccare la spina, ma soprattutto per ricaricarsi in vista della seconda vasca del campionato, perché la strada è ancora molto lunga e siamo appena a metà stagione. Ci sono teorie contrastanti sugli effetti che una sosta così lunga può avere su un gruppo tornato a vincere. Spezza di sicuro il feeling ritrovato, ma consente anche a di ritrovare tutti i titolari che finora gli sono mancati. Gente che se sta bene fa tutta la differenza del mondo. E chissà, magari qualcosa gli potrebbe pure arrivare dal mercato: un acquisto la Roma lo dovrebbe fare, anche se ancora non si è capito in quale reparto... Intanto buon anno!


GAZZETTA DELLO SPORT (A. DE CARO)

È finito con la diciassettesima vittoria della in 19 partite (con due pareggi) il girone d’andata meno combattuto del secondo millennio. I numeri celebrativi evidenziano anche i distacchi monstre da avversari che sembrano partecipare solo a un lungo monologo bianconero: +9 sulla seconda, +14 sulla terza, +21 sulla quarta... La competitività del campionato non esiste. E se al momento non c’è storia per il primo posto, non è che scendendo si migliora granché. Per far crescere l'adrenalina quindi bisogna tuffarsi sulla battaglia per il quarto posto. La Lazio sta recuperando Milinkovic e Luis Alberto. Il Milan ha ritrovato un gol vittoria di Higuain e alleggerito la pressione su Gattuso, ma è la Roma la squadra che sembra aver ritrovato la retta via tra giovani in gran spolvero e il recupero degli infortunati. Ma si può a metà campionato appassionarsi (quasi) solo per il quarto posto e per l'Europa League?

Ha colpe la del suo dominio? No, certo. Qualche responsabilità possiamo addebitarla al che ha perso male a Genova con la Samp e pareggiato in modo assurdo col Chievo in casa. Poteva fare qualche punto in più. L’ lo scorso anno ha chiuso quarta ed ora è terza, ma dall'instant team costruito in estate ci si aspettava molto di più. La Roma ha un brillante futuro, infarcita com'è di giovani di qualità: ma il presente ha vissuto così tanti alti e bassi da far traballare anche il tecnico semifinalista di .


CORRIERE DELLA SERA - ed. ROMA (L. VALDISERRI)

«Io sono ancora qua». cita Vasco Rossi e ancora qua c’è anche la Roma, che ha chiuso nel modo migliore possibile il 2018 e può ripartire con altra classifica e altro morale nel 2019. Non significa che questo campionato - punti persi contro Chievo, Spal, Udinese, Cagliari, - sia finora soddisfacente ma vuol dire che i 6 punti presi con e Parma aprono nuove prospettive. Tenendo presente che manca almeno un centrocampista di costruzione. Ma questo Monchi lo sa. L’importante era non arrivare a gennaio sull’orlo della crisi di nervi. In attesa di recuperare tutti gli assenti è già un passo avanti aver trovato la duttilità. Quella per il quarto posto sarà una lunga volata. I tifosi giallorossi si preparino, il 2019 li metterà alla prova.


CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)

Voto 6 alla Roma, ma soltanto perché è ancora presente in . I 10 punti che le mancano in campionato sono effetto di una campagna acquisti fallimentare (nei prossimi giorni Monchi dovrà rimediare e rifarsi) e di alcuni infortuni estremamente penalizzanti (, , El Sha).


IL GIORNALE (T. DAMASCELLI)

Come previsto, dopo l’indignazione, la sassaiola. Ieri, autostrada del sole, in una piazzola di sosta dove l’autista del bus dei tifosi del Torino aveva «osato» parcheggiare il mezzo, non prevedendo l’assalto di quelli del . È il nostro meraviglioso pubblico, i curvaioli più simpatici d’Italia, la feccia del calcio spacciata per parte più importante, quella che scalda i cuori e solleva lo spirito. Robaccia che nessun morto può fermare.

Passato il giorno dello sdegno, il football ha riproposto i gesti, i cori e gli insulti tipici di una rivolta carceraria, del resto osservando certi ceffi non c'è molta differenza, a parte le sbarre del gabbio. Il tifoso, il singolo, è una pecorella spesso smarrita, fragile, patetica. Dunque abbisogna del branco per ritrovare una identità e, ovviamente, nascondersi nel canneto degli agguati. Il tifo organizzato, nato sporadicamente negli anni Cinquanta ma esploso in forma violenta dopo il ’68, è il cancro che in ogni dove ha aggredito la parte sana dello sport. Il calcio, poi, raggruma le frange peggiori, le curve sono di proprietà di gruppi con insegne che non necessitano di didascalie, ultras significa oltre, non hanno muri, non hanno catene, dunque non ci sono regole se non le loro, dallo spaccio di droga al bagarinaggio, dalla connivenza con la criminalità, ai ricatti, alle aggressioni. E la ciurma comunica, interagisce, organizza gemellaggi con altre gang, si ritrova in una specie di rave football, clandestino, illegale ma che non trova ostacoli e si protegge, solidarizza con gli arrestati, celebra i delinquenti.

Nomi e cognomi dei national fighter sono conosciuti da polizia e carabinieri, spesso tengono sotto schiaffo club, calciatori e dirigenti, la relazione continua in un clima di ricatto e di paura. Lo scioglimento dei circoli organizzati, non di tutti ma di quelli che hanno una identità e una manifesta diatesi criminale, dovrebbe essere il primo passo, doveroso di Matteo Salvini. E invece, paradossalmente, lo Stato li chiama al tavolo delle consultazioni, li convoca, così legittimandoli, quasi rendendoli protagonisti, eroi, idoli. Sarebbe come se la polizia decidesse di dialogare con le bande di ladri e rapinatori per meglio comprendere il fenomeno e cercare le soluzioni necessarie. Eppoi, addirittura, lo Stato tutela questi gruppi quando si muovono nelle trasferte, i loro torpedoni sono scortati da pattuglie a piedi o sui gipponi, vengono impiegate forze dell'ordine che andrebbero destinate a priorità più serie e più gravi. La loro mappa è militare, perfetta, piazzole di sosta e autogrill sono le stazioni conosciute di risse e aggressioni, alla presenza di automobilisti coinvolti nei tumulti e vittime di minacce e danni. Due settimane di tregua. Finta. Il campionato si ferma, gli ultras sono disoccupati. Ne riparliamo.

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