IL PUNTO DELLA DOMENICA - CARMELLINI: "Banti e Orsato mediocri, ma la classifica non dipende dagli arbitri" - DOTTO: "La Roma è viva, ricominciamo da Zaniolo"

04/11/2018 alle 16:14.
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LAROMA24.IT - Un punto guadagnato, due persi, la classifica che resta quello che è, il secondo posto che dista 9 punti, il quarto può arrivare a 5 di distanza dopo le partite di oggi. La Roma esce con un pareggio da Firenze e con la sensazione di incompiutezza ormai tipica di questo inizio di stagione.

Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


GAZZETTA DELLO SPORT (A. DE CARO)

Continua l’andamento lento della Roma. Dopo il punto al San Paolo, il meritato pari in rimonta a Firenze (visto anche il rigore subito...) non accontenta la classifica ma evita ai giallorossi di ripiombare nella crisi. Però al distacco siderale dalla si aggiungono ora i 9 punti da e . Si devono già rivedere i programmi puntando al momento solo sul quarto posto: obiettivo minimo per qualità e quantità della rosa. Per arrivarci però serve un modello e non quello che latita in campionato. Dopo la rete nella prima giornata, solo un gol nelle sue restanti 9 prestazioni. Bottino magro a cui si aggiungono errori clamorosi, come ieri sullo 0-0 a Firenze. A Mosca contro il CSKA serve un risultato che blindi la classifica e dia un senso alla prima parte di stagione.


IL TEMPO (T. CARMELLINI)

Se la Roma si ritrova dopo undici giornate di campionato con 11 punti in meno della scorsa stagione, nonostante un calendario non proprio proibitivo, non è certo colpa degli errori arbitrali. In mezzo c'è un po' di tutto: preparazione, mercato, fair play finanziario, inserimento dei nuovi, infortuni, personalità. Ma se la squadra di torna a Roma dalla trasferta di Firenze con un solo punto (che visti gli altri risultati degli anticipi e quelli probabili di oggi ha il sapore amaro della sconfitta) e per buona parte colpa della coppia devastante Banti-Orsato. I due mediocri fischietti italiani riescono ad inventare il «rigore di faccia»: ossia quando il in uscita, senza toccare l'avversario, viene centrato in pieno volto dallo scarpino dell'attaccante. Ecco, da ieri un'azione di questo tipo è rigore.

Ma la cosa più assurda è che nell‘episodio decisivo l'incapace numero 1 (Banti), non va nemmeno a rivedere l'episodio alla Var ma si fida dell'incapace numero 2 (Orsato), ossia l'arbitro addetto alla Var. Un errore grossolano che stravolge tutto, i valori in campo (perché una volta avanti la può giocare la sua partita perfetta: coperta e ripartire in contropiede che resta la sua arma migliore), ma soprattutto il risultato che viene solo in parte raddrizzato dalla Roma grazie al gol a cinque minuti dal termine di al secondo sigillo stagionale.

Serve a poco, così come il settimo palo centrato dai giallorossi o gli infiniti errori sotto porta di una squadra che per fare un gol deve creare venti occasioni. Restano due pareggi consecutivi in campionato su due campi difficili come e Firenze, ma le partite continuano a mostrare tutti i problemi di questa squadra che si ritrova dopo un quarto di campionato fuori dalla lotta per le prime posizioni. E il fatto che & Co. abbiano dominato per tutta la gara non fa che aumentare la rabbia per una classifica inguardabile e una stagione che resta appesa alla : competizione che fino a questo punto ha fatto vedere la cose migliori. Già perché in campionato questo punto striminzito nell'anticipo mette in condizione Milan e Lazio, impegnate oggi in due gare non certo proibitive, di allungare in classifica. Perché è chiaro, ma per qualcuno lo era già dall'inizio, che quest'anno in campionato la Roma al massimo potrà lottare per restare incollata a un posto per l'Europa: e al momento nemmeno quella di lusso. E mercoledì a Mosca in servirà tutta un'altra roba.



CORRIERE DELLO SPORT (G. DOTTO)

La buona notizia non è lo strameritato punto (tre non sarebbero stati uno scandalo), ma una Roma mai così viva, mai così cattiva, che ci crede sempre, anche quando tutto le gira contro. Nel giorno in cui, tra giocatori infortunati, latenti e disadattati, orfana del suo guru , si annuncia mai cosi fragile e dubbiosa di se, la squadra di Eusebio apprende di avere un futuro.

Dentro un insieme che ha giocato da squadra, il nome che si impone è quello di Zaniolo. Sessanta minuti che sono molto di più di una scommessa. Ma tutti, a cominciare dal sottovaluto Juan, concentrati e decisi a essere gruppo. La conferma che quanto ha detto alla vigilia è oro colato. Baloccarsi con i numeri e gli schemi è roba da dilettanti onanisti. Decisivo è l'atteggiamento. Fin qui Eusebio si è dannato da turafalle di un mercato che fa acqua da tutte le parti. Da Firenze in poi può immaginare di fare finalmente il mestiere che gli piace. Costruire una realtà. L'altra buona notizia arriva dalle maglie vola. Questo Gerson, solo di passaggio a Firenze, comincia a somigliare a quel giocatore immaginato un giorno da Walter

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