I club come l’Italia: quei 3 gol di scarto fra noi e la Spagna

05/04/2018 alle 15:23.
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LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Un altro 7-1. Dopo il con la , il fa male alla Roma chiudendo un parziale che ricorda il Mineirazo del Brasile ma anche qualche sfortunato trascorso romanista. Tre gol di scarto tra il e i campioni d’Italia, gli stessi tra e . Era finita così pure quando s’era incontrate Spagna e Italia a settembre al Bernabeu: 3-0. E in fondo quella squadra ha il dna del e le individualità del . Alle Italiane resta la resa, anche nella notte in cui non ha saputo rispondere a Ronaldo, e in cui la Roma ha sperato di uscire con una seppur flebile speranziella.

Segno evidente della distanza tra due universi: solo 20 mesi fa eliminava la Roja agli Europei, nel campionato scorso la ha fatto fuori il e la Roma preso a pallonate il Villarreal. Oggi la storia è un’altra. , dal suo salotto di Boston, se la prendeva ieri con la sorte e forse pure un po’ con l’autolesionismo della sua squadra, prima di trincerarsi in un silenzio meditabondo: «Siamo stati sfortunati. Un bel match? Lo era...». Ma forse c’è altro se in due giorni la Spagna ne ha fatti sette all’Italia, anche davanti a una Roma positiva al punto da illudere il suo allenatore, che sul 3-0 dalla panchina urlava: «Dai che uno glielo facciamo, dai che la riapriamo». Alla fine se l’è presa con l’arbitro, . «Già sono bravi di loro, sono stati aiutati sia dall’arbitro che da noi. Abbiamo fatto un’ottima gara, ma ci siamo fatti due autoreti e ci abbiamo messo del nostro. Ma che posso dire ai ragazzi? Stavamo 3-0 che neanche me ne sono accorto. Ci sono mancate un po’ di letture, siamo noi che dobbiamo migliorare nell’esperienza in campo».

aveva provato a tenere viva almeno una speranza, per questo forse alla fine è il più arrabbiato di tutti: «Che posso dire se non che l’arbitro doveva avere più coraggio a fischiare il rigore che ci avrebbe portati in vantaggio. Capisco di giocare al Camp Nou e contro il ma siamo arrivati ai quarti come loro e abbiamo il diritto di giocarcela alla pari». Lui che nemmeno doveva esserci ha per qualche minuto freddato un Camp Nouscaldato a dire il vero soprattutto dall’invasione politica sugli spalti. Da ore fuori dallo stadio circolavano striscioni gialli con scritto Libertat. Un coro esploso al minuto 17.14, a ricordare l’anno della resa Catalana ai Borboni. Prima del match era stata la tribuna a vestirsi di giallo: “It,’s just about freedom”. E poi un grido per chiedere la Libertà dei prigionieri politici catalani. La prima volta che la questione indipendentista sbarca in Europa, come reazione all’ arresto di Puigdemont. La domanda è come l’Uefa pensa di farvi fronte, senza scatenare una questione diplomatica nel regno di Filippo Vi.

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