IL PUNTO DELLA DOMENICA - Carmellini: "Roma ufficialmente in crisi di gioco e risultati", Caputi: "È tutto il gruppo ad aver smarrito la via"

07/01/2018 alle 17:05.
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La serie A va in vacanza con due squadre sole al comando: e . Dietro un solco, con e Roma incapaci di reagire al periodo di crisi che stanno attraversando e la Lazio unica "grande" che prova a star dietro alle due fuggitive. I giallorossi, involuti nell'ultimo mese e mezzo, aprono ufficialmente la crisi con la sconfitta interna subita contro l'Atalanta.

Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.

IL MESSAGGERO - M. CAPUTI

Lazio alle stelle, Roma in crisi. Le due formazioni romane, per risultati e stato di forma completamente opposti, si prendono di diritto la scena del campionato che si ferma per la sosta. Se per lo scudetto sarà una lotta a due tra e , la Lazio mette con forza in discussione qualsiasi tipo di gerarchia che riguardi la zona . La vittoria contro la Spal, in questa chiave, è solo una conferma, non rappresenta un fatto nuovo e a darle un maggior valore è il doppio sorpasso fatto da biancocelesti e Immobile su Roma e Icardi. (...) La Lazio ha saputo ben reagire ai momenti di difficoltà, ora spetta alla Roma fare altrettanto. Da un mese il suo cammino ha subito un flessione che va oltre i risultati. La squadra si è totalmente smarrita, spenta nelle gambe e nella testa, incapace di trovare automatismi e convinzione. Il problema o la soluzione non vanno ricercati nei singoli o nel reparto: è tutto il gruppo ad aver smarrito la via. Dopo la strigliata di Monchi nello spogliatoio di Trigoria, ci si aspettava quantomeno una reazione emotiva e non una Roma piatta e timorosa. La pausa diventa fondamentale per riordinare le idee e ritrovare il gioco smarrito. Alla ripresa la sfida con l’ vale più dei tre punti .

LA REPUBBLICA - M. CROSETTI

(...) , . Poi uno spazio pieno di vuoto. La piccola deriva dei continenti manda lontano la prima e la seconda, da sotto osservano la scena l’ e la Roma, che prende alla lettera la moviola in campo (a Firenze è stata più lenta di una lumaca appena sveglia), Roma sfiatata ma impeccabile nel punire , Roma che si fa dare una lezione di calcio dalla squadra che in questo momento gioca meglio di tutti, l’Atalanta. Anzi, l’Ajaxlanta. I bergamaschi che avevano appena vinto al San Paolo in Coppa Italia giocano mezza partita in dieci ma la conquistano lo stesso, forse perché loro sembrano sempre in dodici e a tratti lo sono: nella corsa, nei movimenti, nella perizia tattica. Bravissimi come l’irrefrenabile Lazio della quarterna di Immobile: la notizia (non esclusiva) è che il calcio italiano è riuscito a non andare ai Mondiali con un centravanti così. Atalanta e Lazio sono il meglio che c’è adesso, ma e restano il meglio in assoluto.

LA GAZZETTA DELLO SPORT - L. GARLANDO

Come andare a Roma e non vedere sorridere il Papu. L’arbitro Guida, con l’espulsione insensata di De Roon, stava per guastare l’impresa dell’Atalanta. Invece la Dea ha retto per più di un tempo anche in dieci e Gian Piero Gasperini ha infilato un’altra perla alla sua meravigliosa collana. Nella stessa settimana ha schienato e Roma in casa loro. Dell’Atalanta e del Gasp si è già detto tutto. Ma sarà bene ribadire cosa possono imparare da loro le grandi che adesso piangono.

(...) Fin dalla prima ora di Gasp a Bergamo, invece, è stato chiaro quale calcio avrebbe predicato e ogni atomo del mondo Atalanta, dal presidente Percassi all’ultimo magazziniere, si è mosso di conseguenza. E così oggi la Dea è uno spettacolo che ruba gli occhi. Entra al San Paolo e all’Olimpico e pretende il pallone. Arriva in porta con traiettorie riconoscibili che sono ormai diventate stile.

(...) Magari non tutti gli atalantini leggeranno Dostoevskij come Caldara, ma difficilmente parteciperanno alle feste di . Regole e disciplina fanno parte da sempre della scuola Atalanta. Le energie che sta bruciando per rieducare la Roma a una nuova professionalità, Gasp se le risparmia. L’ultima lezione dell’Atalanta è per le proprietà cinesi e americane: passione, amore, appartenenza. Anche qui le grandi arrancano. I Percassi, che regalano un kit dell’Atalanta a ogni neonato bergamasco, si emozionano di più per il debutto di un ragazzo del vivaio che per una vittoria. Investono in talenti, hanno uno stadio di proprietà. Con buon senso lombardo, senza eccessi, stanno progettando un futuro diverso, in cui i Donadoni e i Gagliardini per vincere non avranno più bisogno di partire.

CORRIERE DELLA SERA - M. SCONCERTI

Sono rimaste solo due squadre, le altre stanno cadendo una a una, stremate, come fossero improvvisamente a contatto di un limite invalicabile. Resta la Lazio a galleggiare nel suo strano, lucente campionato soffocato. Ci avesse creduto subito adesso sarebbe con e . Lascia qualcosa la nell’immagine, ha vinto e giocato non bene, ma è tanta, ha troppi giocatori più degli altri. (...) Il è perfetto con tredici giocatori, l’ si cerca e si perde, la Roma è in confusione. La ha tutto ma non si trova. È chiaro che vincere a Cagliari non è facile, tutti corrono tanto contro la , ma c’è un peso nella squadra che non riesce a creare gravità. Forse è stanchezza, la stessa di tutti, ma l’Atalanta per esempio, la Lazio, lo stesso , si difendono con un gioco che la non mostra. Manca qualcosa alla sua matematica e anche alla sua classifica. Forse siamo abituati male, forse cerchiamo troppo, ma è come se la non avesse fino in fondo la voglia di raggiungersi. Comunque adesso è un altro campionato. Sono fuori tutte tranne due. C’è in più la Lazio, con e l’altra squadra completa. Il resto è ancora Atalanta, così bella da farti chiedere cosa potrebbe mancarle per arrivare in alto davvero. E un po’ di Milan, ieri veloce, a tratti gradevole, comunque squadra.

IL TEMPO - T. CARMELLINI

Inizia nel peggior modo possibile il 2018 della Roma ormai in piena crisi di gioco e risultati. Il ko casalingo contro l’Atalanta conclama quello che già nell’ultimo match dell’anno aveva diagnosticato con l’incolore pareggio, sempre all’Olimpico, contro il modesto oggi sconfitto addirittura dal . La Roma è ufficialmente in crisi: di punti si, solo uno in due partite casalinghe contro e Atalanta, ma soprattutto di gioco, perché il primo tempo visto contro la squadra di Gasperini è stato a dir poco imbarazzante. Niente gioco, zero movimenti, giocatori ridotti a controfigure di se stessi ai quali non è bastato un secondo tempo giocato interamente in undici contro dieci per l’espulsione (severa) di De Roon per avere la meglio di un’Atalanta che in quattro giorni è uscita vittoriosa dal San Paolo e dall’Olimpico: complimenti.

Solo carbone nel giorno dell’Epifania invece per e la sua Roma che, nonostante il ritorno al gol di dopo due mesi, rimediano una sonora lezione che li allontana dalla vetta del campionato (ora sono 12 i punti di ritardo anche se c’è una gara da recuperare). Ma non solo perché, onta per i tifosi, il ko di ieri coincide col sorpasso della Lazio di Inzaghi che invece viaggia a vele spiegate prendendosi di diritto il ruolo di quarta forza del campionato. Già, perché li davanti, tranne l’ vincono tutte le grandi. E l’assenza punitiva di non può essere un alibi per nessuno: nemmeno per una società che ha scelto la strada giusta. Il problema è semmai capire se questa squadra può permettersi di fare a meno di lui: dopo quanto visto in campo ieri verrebbe da dire di no, ma contro il il Ninja era in campo e la squadra non era stata di certo più brillante. La Roma adesso avrà due settimane per fare autocritica, superare le crisi interne e ripartire con l’obiettivo minimo della stagione che era e resta l’Europa che conta.

LA STAMPA - G. GARANZINI

(...) La squadra di questo primissimo scorcio di 2018 resta comunque, e senza dubbio, l'Atalanta. Nel giro di quattro giorni ha eliminato il dalla Coppa Italia e la Roma dal campionato. Giocando entrambe le partite fuori casa e vincendole con pieno merito da quella provinciale extra-lusso che è diventata sotto la guida di Gasperini. Ieri in particolare ha fatto a fettine la Roma segnandole due gol e sfiorando il terzo sino a quando è rimasta in parità numerica. Quando poi l'arbitro Guida l'ha ridotta in dieci con un molto, anzi troppo severo (quattro falli bergamaschi nell'intero primo tempo e tre cartellini, percentuale imbarazzante) si è difesa con ordine nella ripresa concedendo agli avversari il minimo sindacale.

Cosi, con e Roma sospese tra la frenata e la caduta libera sembra poter essere la Lazio la nuova terza forza. Con i gol di Immobile, alla prima quaterna di carriera, ma anche con un gioco divertente e imprevedibile. E un tasso tecnico di prim'ordine dalla cintola in su, come dimostrato dai 48 gol in 20 partite. Uno solo in meno della .

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