Totti: «Roma candidata allo scudetto». De Rossi: «La favorita resta la Juve»

29/12/2017 alle 12:57.
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IL MESSAGGERO (G. LENGUA) - Non c'è dubbio, ci sta prendendo gusto a fare il dirigente della Roma. Inizialmente il suo ruolo era solo di rappresentanza, aveva bisogno di prendere confidenza con la nuova carica e (forse) faceva un po' fatica ad esprimere le opinioni in pubblico. Oggi, il è più sicuro di sé, chiunque gli riconosce una grande competenza in ambito calcistico maturata in 25 anni di carriera nella Roma. Per questo, Francesco ospite alla Dubai International Sports Conference, davanti a sceicchi, businessman, esperti di marketing e amministratori delegati di importanti società, si può permettere di tornare al passato, quando ancora il calcio non era fatto esclusivamente di denaro, investimenti e plusvalenze: «Per me gli aspetti più romantici restano la fedeltà e l'appartenenza, non la parte commerciale, certe cifre del mercato sono fuori dalla realtà. Ora si pensa più al business, prima c'erano più valori, più giocatori provenienti dal settore giovanile, si pensava di più a far crescere questi ragazzi. Adesso invece si pensa più allo straniero».
PAROLA DI DIRIGENTE - Un dirigente atipico, che non si fa problemi a dire la sua in qualsiasi contesto, con la speranza che qualcosa possa cambiare. Ieri a Dubai, ha ricevuto il Player Career Award ed è tornato sulla possibilità di vivere un'esperienza da allenatore: «Penso a fare altro. Ora le mie priorità sono come investire e promuovere Roma in tutto il mondo. Non sto pensando di fare l'allenatore, quando pensi di farlo ti scatta qualcosa nella testa e a me ancora non è scattato». Per la prima volta in tribuna all'Allianz Stadium, ha assistito impotente alla sconfitta dei giallorossi. «La Roma è comunque una squadra candidata per vincere lo scudetto, è una delle 3 o 4 che possono realmente arrivare a contendersi il titolo di Campione d'Italia. Uno scudetto a Roma ne vale 10 altrove. Il campionato è diverso rispetto a quello dell'anno scorso. Ci sono 3 o 4 squadre fortissime che cercano di fare più punti possibile. Se invidio qualcosa alla ? Solo lo stadio di proprietà». Più freddo sull'argomento a Sky Sport: «Vincere è una parola di cui non si deve abusare. Me l'ha insegnato un allenatore a cui devo tanto e che stimo molto: . Sono due anni che dico che per come gioca il è la squadra più accreditata per vincere lo scudetto. Però la è sempre lì e quindi dobbiamo per forza ripartire da loro come favoriti, poi un passo dietro metto il e noi».

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