I proponenti: "Basta giochini politici tra i partiti"

12/11/2017 alle 14:10.
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IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - Da una parte c’è la sicurezza di riuscire a portare a casa il risultato e ottenere, in breve tempo, il via libera al progetto Stadio di . Dall’altra, una sempre maggiore dose di irritazione per i giochini politici che continuano a disputarsi sulla pelle del progetto: fibrillazioni fisiologiche che, però, vengono utilizzate come clava per botte fra i due contendenti, Pd e 5Stelle, ma anche per sgambetti interni allo stesso Pd. I proponenti del progetto non ci stanno ancora a vedere il futuro trasformato in un terreno di scontro politico. Il ritornello che ripetono è: «Sarebbe ora di smetterla». Insomma, il vecchio hastag “#famostostadio” rilanciato nuovamente. E certo non sono stati due passi casuali l’uscita di Eusebio sull’importanza che ha lo Stadium sui risultati finali della , né il rilancio, il giorno seguente, di , per giunta non dal profilo personale ma da quello Official As Roma, a indicare, quindi, una pesante presa di posizione della società di .

«Sì, la storia della litigata la conosciamo anche noi. Noi parliamo quotidianamente con il Campidoglio e ci è stata data la più ampia rassicurazione che quanto avvenuto sia una discussione di poco conto», dicono gli staff dei proponenti. Frasi pronunciate con la più assoluta calma e serenità, a voler rimostrare quanto sia concreta la chanche di portare a casa «un progetto privato fondamentale non solo per la città di Roma per anche per l’Italia» in termini economici e occupazionali. «Un progetto sul quale devono interrompersi questi giochini di contrapposizioni politiche». Anche la storia del vincolo sul diritto d’autore che il Mibact si appresta a riconoscere alla figlia di Julio Lafuente e che potrebbe far perdere tempo prezioso alla Roma in ricorsi, è stata vissuta come una forma di sgambetto politico non dissimile da quella, sempre targata Mibact, del vincolo Eichberg sulle Tribune. La Conferenza dei Servizi langue: dopo la prima seduta del 28 settembre scorso, manca ancora la data della convocazione della nuova riunione. Si susseguono gli incontri bilaterali fra tecnici della Regione e dello Stato, del Comune e della Regione, a volte anche con i tecnici dei proponenti ma tutto sembra racchiuso in una sorta di nebbia densa: dal Campidoglio la voce è che questa partita si stia giocando su livelli politici molto più in alto della sola Conferenza dei Servizi.

«Le preoccupazioni dell’Assessorato alla Mobilità sono infondate perché la Regione Lazio metterà a bando, entro fine anno, i 180 milioni di euro che lo Stato ha stanziato per rifare la Roma-Lido di Ostia. Questo consentirà di avere una linea di trasporto pubblico finalmente all’altezza. La domanda piuttosto dovrebbe essere: come mai da ben oltre un anno la Regione ha annunciato lo stanziamento di questi fondi da parte del Governo ma ancora non è partita la gara d’appalto per rifare la linea? Che cosa stanno aspettando?», è il quesito che sottovoce viene fatto notare dai proponenti. E, ancora: «Questo progetto vale ben oltre un miliardo di euro. A questo punto sarebbe davvero ora di accantonare tutte queste miserie da piccola politica per chiudere la partita e portare a casa investimenti e infrastrutture di cui questa città ha estremo bisogno». Del resto, il della Roma, Mauro , lo scorso 20 ottobre, al 32esimo convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria era stato molto chiaro: «Se la luce verde arrivasse oggi, o a 3-4 settimane da oggi, noi puntiamo a chiudere il finanziamento necessario, pulire il sito e avviare i lavori entro la fine del primo trimestre dell’anno prossimo, poi ci sono 26/28 mesi per la costruzione. Quindi tutto questo vuol dire riuscire ad arrivare aprire per la stagione 20/21 ed un piccolo ritardo di una o due settimane vorrebbe dire passare all’anno successivo e perdere una stagione, maggiori costi, minori ricavi, un danno incalcolabile». Tre settimane da allora sono già passate.

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