IL PUNTO DEL LUNEDI' - Crosetti: "Qual è la strategia di Spalletti?" - Caputi: "Stupisce il silenzio della Roma sulle sue accuse alla stampa"

20/03/2017 alle 14:22.
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LAROMA24.IT - La Roma torna alla vittoria dopo l'eliminazione dall'Europa League e resta in scia della . I giallorossi battono per 3-1 il e mettono fine ad un fine settimana segnato dal clima di tensione, sfociato nella conferenza stampa di sabato scorso, tra e i giornalisti. Tema che è rimasto inevitabilmente al centro delle analisi della carta stampata, al pari di quanto successo al 'collega' Sarri per il suo sfogo post Empoli- sull'orario delle 12.30 e sulle accuse alla Lega in merito all'uscita di scena della Roma dalle coppe europee.



Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)

Al peggio non c'è mai limite. E chissà cos'altro dovremo aspettarci, da qui alla fine della stagione, nelle prossime conferenze stampa di . Come in un crescendo rossiniano, aumentano di volta in volta le accuse e l'insofferenza verso i media e i suoi interlocutori. Un brutto vedere e soprattutto un pessimo sentire. In particolar modo perchè le accuse vengono generalizzate verso un'intera categoria. Assolutamente non all'altezza di un bravo e stimato allenatore qual è , ma neanche della Roma che in questo momento rappresenta. Immaginare che quanto stiamo vedendo possa accadere in altri club appare difficile. Stupisce molto il silenzio della società nei confronti di un simile atteggiamento. Delle due l'una: o non ha la forza d'intervenire sul proprio tecnico; oppure, dando per scontata la sua partenza a fine campionato, assiste alla graduale lacerazione del rapporto. Il conflitto tra e parte dei giornalisti non può e non deve essere comunque l'alibi per il divorzio di fine stagione. Sarebbe troppo facile e quindi inaccettabile. Avvelenare l'ambiente in questo modo non è producente soprattutto per la squadra.


LEGGO (R. BUFFONI)

La Roma si rialza. Il si insinua fra le macerie lasciate dal Lione e spaventa i giallorossi che, con pazienza e maturità, ribaltano il verdetto respingendo ancora una volta l'assalto del al secondo posto. ieri ha fatto ruotare ancora i suoi pochi titolari, concedendo a un'altra mezza sosta (come a Palermo) e inserendolo per chiudere il match. Il bosniaco ha eseguito gli ordini e, col trentunesimo gol stagionale si porta a una lunghezza dal record della Roma: 32 reti firmate e Manfredini. Oggi la partita di si sposta dietro una scrivania dove presumibilmente vedrà per fare chiarezza sul futuro.



LA REPUBBLICA (M. CROSETTI)

Tre allenatori, tre uomini piuttosto agitati hanno riempito la domenica. Dei calci di Allegri si è detto, mentre Sarri ne ha sferrati di più metaforici. Le partite alle dodici e trenta gli fanno schifo, ha dichiarato, e non capisce perché ci vada sempre di mezzo il suo . In realtà le grandi non vengono troppo coinvolte dalla gara all’ora dello spaghetto, ed è un po’ eccessivo credere che la Roma sia uscita dall’Europa League per colpa della Lega Calcio, semmai dovrebbe spiegarlo , mica Sarri. E qui siamo al terzo uomo agitato. Non si comprende bene la sua strategia, a volte sembra voglia farsi mandare via da Roma, certe battute e certe polemiche s’intonano poco o niente con l’ipotetico futuro juventino che qualcuno gli accredita. Anche se non si capisce perché la dovrebbe scegliere un tecnico che in Europa non ci prende mai, visto che è quello il territorio di riferimento bianconero. Semmai sorprende la pervicacia con cui la Roma tenta di rovinarsi la vita, quasi sempre riuscendo nell’impresa. Un prolungato disagio d’ambiente, assolutamente non richiesto e neppure in sintonia con un gioco spesso luminoso, con stagioni forse non vincenti ma neppure disastrose, a parte l’urticante Europa. Dopo gli schiaffi del Lione non era facile ritrovare la strada, e l’avvio di Roma- l’aveva dimostrato. Poi ha risolto la tecnica, anche se la tattica di , emozionatissimo ex, conferma quanto sia bravo questo giovane allenatore.



GAZZETTA DELLO SPORT (A. DE CALO')

Per la Roma sarebbe un flop perdere il secondo posto, dopo i proclami di su salti di qualità e cambi di mentalità. Però il 3-1 al di , uno dei candidati a sostituirlo, stempera le tensioni dopo l’eliminazione col Lione, e ripristina la classifica di prima. Ora, la corsa al terzo posto sembra un traguardo precluso per chi insegue.



IL GIORNALE (T. DAMASCELLI)

C’è una cosa che accomuna Maurizio Sarri e : l’eleganza, o meglio, la raffinatezza del pensiero e della parola. Vengono dalla terra di Dante, del Petrarca e del Boccaccio, anche se all’anagrafe uno dei due è registrato nel comune di , ma l’accento, la dizione sono toscanamente chiare. Ogni giorno risciacquano i panni in Arno e il loro eloquio, accompagnato alla ricerca dell’affabulazione, conferma che ci troviamo di fronte a due autentici fenomeni della comunicazione moderna, una sintesi tra Galeazzo Florimonte e Sigmund Freud (si badi bene, nessuno dei due giocò mai a football). A Maurizio Sarri fa schifo giocare a mezzogiorno e mezzo. Gary Cooper avrebbe detto più gentilmente «Il mezzogiorno di fuoco non mi garba». Ma Sarri non è mica Will Kane, lo sceriffo del film western. Lui è un uomo diverso, dai modi spicci, lucida la stella sul petto dando del frocio a Mancini o annunciando di voler fare «girare i coglioni» al . Per solidarietà di categoria, anche Montella e Pioli dovrebbero dire, fin da oggi, che giocare il derby di Milano, di sabato pre pasquale, a mezzogiorno e mezzo, non soltanto fa schifo ma è roba da perversi, chissenefrega dei cinesi e dei loro diritti televisivi, qui siamo in Italia e nuotiamo nell’oro, debiti a parte. A confermare la comunanza con , lo stesso Sarri ha detto che l’eliminazione dall’Europa League della Roma non è colpa dei gol del Lione ma della Lega calcio che, con questo calendario folle, non tutela le squadre italiane. Forse ci vorrebbe l’Ogino Knaus per evitare guai. Segnalo a Sarri che anche Mourinho prima ha attaccato il sistema inglese che non protegge i club, poi, però, ha passato comunque il turno di coppa, eliminando il Rostov. non ha bisogno dell’assistenza del collega. Sabato si è esibito in una kafkiana esternazione di concetti tesi a offendere il cronista che gli aveva posto la domanda, rispondendogli sulla fortuna dell’essere e dell’esistere, sul reddito proprio ben differente dal misero patrimonio altrui, di uno sfigato. Sono segnali interessanti, non di un disturbo psichico, perché questa sarebbe un’offesa grave ma, piuttosto, di una maleducazione miserabile, nuovo distintivo di personaggi cafoni che non conoscono il rispetto se non del denaro, sono docenti di tattica ma nulla sanno della sintassi, né paratattica, né ipotattica. Ma mi rendo conto che tutto questo potrebbe fare schifo o essere incomprensibile. Alexandre Dumas padre diceva che c’è una differenza tra i cattivi e gli ignoranti: i cattivi ogni tanto si riposano. PS: anche Dumas non giocò mai a calcio.


 

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