Roma, ora vinci in trasferta

25/09/2016 alle 14:06.
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IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un trend da invertire, una corsa da continuare. Possibilmente, stavolta senza chiedere una mano a . La Roma va a pranzo in casa del Torino, sul tavolo ci sono i primi tre punti in trasferta della stagione: proverà ad azzannarli tornando alla formazione-tipo del momento, che quindi prevede il capitano in panchina, con e (o ) a supporto di .

La vittoria in discreta scioltezza sul Crotone è servita a dimenticare lo scippo di Firenze, ma il vero esame è quello di oggi aspettando il doppio confronto da vertice con e , intervallato dall’Europa League e dalla sosta del campionato. La Roma non vince da tre anni sul campo granata (ultimo successo ad aprile 2013 firmato Osvaldo-Lamela con Zeman in panchina), in assoluto ci è riuscita appena dodici volte nella storia e finora, lontano dall’Olimpico, ha raccolto tre pareggi e una ko tra serie A e coppe. «Non è vero - spiega - che non abbiamo personalità. A volte però cala questo fattore, ci sono dei momenti in cui la palla viaggia meglio e ci prendiamo delle responsabilità, in altri abbiamo un po’ di timore. Per me è una casualità, siamo sulla strada giusta e non dobbiamo tornare indietro».

Giustamente non si fida di un avversario imbottito di ex vogliosi (da a Iago fino a in panchina) e allenato da un tecnico di carattere come Mihajlovic. «Quando si parla del Torino - sottolinea l’allenatore - a me crea sempre un rispetto speciale. Per noi sarà una partita difficile, Sinisa riveste bene il ruolo di allenatore e ci sarà da lottare. Noi dobbiamo dar seguito alle ultime prestazioni e tentare di vincere questa partita: servirà una Roma forte». E capace di dimostrarsi finalmente indipendente dalla classe di un arrivato a 48 ore dalla torta con quaranta candeline. «Mi ha invitato alla sua festa - scherza - penso di andarlo a salutare, poi però vado via subito perché quando mi vedranno entrare non sarò gradito al resto del gruppo. Per regalo va bene una macchina del tempo».

Battute a parte, il tecnico conferma l’impressione che il rapporto tra i due si sia rasserenato grazie agli sforzi reciproci: il capitano si è messo a disposizione della Roma e lo ha fatto giocare quando possibile. «Attualmente - continua il toscano - Francesco è perfetto. Viene, si allena, è dentro il gruppo, spesso fa riferimenti al collettivo ed è quello che volevo. Percui si va avanti insieme». A fine stagione, poi, entrambi tireranno le somme.

Le parole più dolci le spende per . «Mi fa enorme piacere ritrovarlo, anche se da avversario. È ancora un calciatore della Roma e darà qualcosa in più». A non chiede solo i gol: «Per me arriverà a segnarne 20 ma questo non risolverà i nostri problemi. Lo voglio dentro il nostro progetto, deve darci delle soluzioni in più». In difesa, invece, è meglio non cambiare: avanti con Bruno Peres (l’ex sulla sponda giallorossa) e terzini, al centro -Fazio. «Sarebbe un azzardo mettere mano adesso al reparto - conferma l’allenatore - ma Juan Jesus è forte e di lui ci si può fidare».

Molto meno di Mihajlovic, che vuole invertire il suo ruolino negativo contro i giallorossi (7 sconfitte e 1 sola vittoria in 12 sfide). «La Roma è più forte, ma - avverte Sinisa - vogliamo vincere per fare il definitivo salto di qualità». In attacco rilancia Belotti, mentre «lo voglio con noi, però non lo rischio». Chiusura col sorriso su : «Il suo debutto in serie A fu merito mio, dissi a Boskov di farlo esordire. Mi deve una cena. Lui fa colpi magici: ci sono tutti e poi c’è ». Ventitre anni dopo quel Brescia-Roma è ancora vero.

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