Lucio abbandonato

27/09/2016 alle 13:21.
spalletti-rabbia

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Solo lì, dentro il rettangolo di gioco, bisogna seminare per il futuro della Roma. Che poi è il presente. Cioè aggiustare la stagione iniziata con l'eliminazione dolorosa nel playoff di e proseguita con il cammino incerto in campionato. L'intervento di , pronto a intensificare il lavoro tattico, è quindi mirato. Chiamiamolo ripasso o aggiornamento. Se vogliamo, azzeramento. Per tornare a essere squadra. C'è, però, da rivedere pure altro, fuori campo. Chiamando in causa la proprietà Usa, il management italiano e lo stesso allenatore. Non è che abbiano una visione differente del flop. Non c'è però coesione e forse è peggio. Perché ultimamente è come se ognuno recitasse in proprio e per il bene di se stesso, mai per quello del gruppo. Se nel coro ognuno va per conto suo, in partita è facile steccare. Non basta dire, come ha fatto ieri l'allenatore con i giocatori: «Ricordatevi il nome del club che avete scritto sulla maglia». Vanno, invece, prese di petto, con serietà e umiltà, altre questioni. Che sono state sottovalutate o abilmente coperte. Ma che adesso sono diventate prioritarie.

FUORI CONTROLLO La Roma crolla in casa del Torino, perdendo il 3° match in 9 partite stagionali (il 2° in campionato). , però, si ritrova da solo a Trigoria. Non va bene. Perché il tecnico e i giocatori devono essere sempre al centro dell'attenzione della proprietà, soprattutto quando mancano i risultati. è a Londra. E nella City lo hanno raggiunto il nuovo ad Gandini e il . Qui è rimasto , ds dimissionario dall'inizio del 2016 e, come ha spiegato domenica pomeriggio, pronto a farsi subito da parte. Assente, dunque, la società che, perseverando nell'errore, non dedica tempo al confronto con i giocatori, lasciando all'allenatore responsabilità che non dovrebbe avere. I pieni poteri al toscano non sono in discussione, ma devono riguardare solo la sfera tecnica. Il club, fuori e dentro lo spogliatoio, deve far sentire la sua presenza. A volte anche ingombrante.

COMUNICAZIONE DIFETTOSA Spesso, in pubblico, si parla a vanvera e con spocchia. Nel bene e nel male, l'elenco è infinito. Elogi smisurati (sul valore dei calciatori e sui programmi della società) e accuse esagerate (ultima quella dei giocatori con «menti un po' malate»). Manca, al momento di comunicare, l'equilibrio che la squadra ha perso pure in campo. , come ha precisato nella conferenza stampa dopo il 3 a 1 di domenica a Torino, ha addirittura evidenziato l'eccessiva presunzione. Che, per dirla tutta, non appartiene solo ai calciatori. Ma anche a chi li ha scelti e a chi li mette in campo.

MEZZA SQUADRA La rosa, come sa bene l'allenatore, è stata costruita senza logica. E i soldi investiti sul mercato sono stati spesi male. Addirittura 24,5 milioni vanno in panchina. E restano lì: e Gerson. La Roma di oggi, limitata in ogni mossa dal Financial Fair Play, non se lo può permettere. Perché poi non esiste l'alternativa a che va in campo, da qualche gara, con un polpaccio fuori uso. Deve giocare e anche sentire che non ha voglia di farlo (prendersela con i giocatori è mediaticamente utilissimo). Non c'è nemmeno la fotocopia di . A centrocampo l'unico ricambio è . Ma gioca solo nel ruolo di . Ci sarebbe . Che, con e Mario Rui convalescenti, resta però dietro a fare il terzino. In difesa Juan Jesus è stato per il momento accantonato. Vermaelen, invece, è fermo per la pubalgia. L'emergenza penalizza almeno quanto l'organico chiaramente incompleto. L'allenatore avrebbe voluto un centrocampista e un centravanti in più. E, per fare il turn over, spesso cambia il sistema di gioco o il ruolo a qualche giocatore. La squadra, però, ne risente. Ha bisogno di una traccia da imparare a memoria. Come nel girone di ritorno del campionato scorso, con il toscano sicuramente più sereno e lucido in panchina: 14 vittorie, 4 pareggi e 1 sconfitta. E 47 gol in 19 gare, pure lasciando fuori . Soluzione che può essere riproposta per uscire dal tunnel. Magari già giovedì in Europa League contro l'Astra Giurgiu.

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