La Roma va in altalena. Dzeko così non morde e la difesa ora traballa

25/09/2015 alle 13:24.
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GASPORT (M. CECCHINI) - La vita, in fondo, è anche questione di punti di vista. Se a inizio stagione ci avessero rivelato che la Roma, alla quinta giornata, avrebbe avuto 3 lunghezze di vantaggio sulla , si poteva supporre che le previsioni di una lotta scudetto (magari allargata) erano rispettate in pieno. Invece la squadra di arranca come mai le era successo e la bufera mediatica nella Capitale, con la Lazio davanti, si è rialzata fortissima. Non a caso alcuni bookmaker danno l’esonero dell’allenatore prima di dicembre a una quota di 2,50. In fondo, se si prendessero in considerazione i punti dell’anno solare 2015, la Roma sarebbe solo sesta.

1) GESTIONE SQUADRA Chiariamo subito: i giallorossi non giocano contro l’allenatore. L’approccio psicologico che il francese ha col gruppo probabilmente resta la parte migliore del suo lavoro, ma qualcosa si è incrinato. Nello spogliatoio in diversi fanno notare come adesso cominci a fare i nomi in tv di coloro che in qualche frangente hanno sbagliato e questo (parziale) scaricabarile non è piaciuto, così come piace poco il fatto che il giorno dopo le partite raramente osservi l’allenamento delle riserve, cosa giudicata «poco motivante». Anche i discorsi al gruppo – c’è stato anche ieri – in genere è sempre genericamente ottimistico («ci sono cose buone, non molliamo, dobbiamo fare di più per passare in vantaggio senza dover sempre rincorrere»), mentre a volte c’è chi apprezzerebbe meno ecumenismo e più rimbrotti a chi in certi frangenti pensa più a se stesso che al gruppo. Comunque, se uno come dice: «Abbiamo un problema di testa», occorre correre in fretta ai ripari, evitando gestioni «politiche» (difficile far star fuori a lungo totem come e , o acquisti voluti dalla dirigenza come ) ma privilegiando la forma fisica.

2) LAVORO TATTICO È il principale capo d’accusa che viene rivolto a . Le partite non sono preparate in ogni dettaglio e soprattutto per quanto riguarda i calci piazzati. Un dato su tutti: nello scorso campionato e in questo la Roma è la squadra di Serie A che ha battuto più angoli: 274. Ebbene, ne è sortito fuori un solo gol diretto ( col Chievo) e a volte persino un pizzico di autogestione. Non è un caso che anche gli opinionisti tv a volte abbiano sottolineato la cattiva occupazione dell’area. Altro capitolo è l’utilizzo di , non all’altezza delle possibilità. Il bosniaco gradirebbe un impiego con e , ma questo tridente finora non è stato mai provato, senza contare un aspetto non secondario che a Trigoria viene sottolineato: i tanti giovani più o meno talentuosi non vengono seguiti a sufficienza per assicurare loro rapidi progressi. La cura è una sola: lavorare di più sul campo.

3) MERCATO IMPERFETTO Ma se la critica ha nel mirino , tifosi e spogliatoio stanno prendendo coscienza di come la rosa sia meno completa di quello che si prevedeva. In difesa soprattutto (6 gol subiti in 5 gare) il mercato poteva essere più efficace visto che già in estate si era visto come il recupero di fosse lontano e tecnicamente modesto. Morale: se arretra in difesa (ottima la scelta dell’allenatore), la coperta diventa corta a centrocampo ( era già out), senza contare che non ha un sostituto affidabile se non , un «» dirottato a sinistra. Al momento infatti , e restano oggetti misteriosi così come . Tra l’altro diversi dei (presunti) rincalzi (, , e ) alzano tanto l’età media, probabilmente alterando anche alcune gestioni delle partite. Per questo, se il bilancio lo permetterà, sarà necessario a gennaio fare acquisti mirati per correggere una rosa di valore, ma di sicuro a forte trazione anteriore .

4) SOCIETÀ E FUTURO Inutile dire che adesso il tempo stringe. nelle prossime 3 partite (Carpi, Bate Borisov e Palermo) è chiamato a fare gioco e punti, altrimenti il rischio è dietro l’angolo. Non è un mistero che a giugno c’erano state perplessità sulla sua permanenza, ma la durata del contratto (2018) e l’ingaggio (2,8 milioni) faceva escludere esoneri. Intorno al francese però è stata costruita una sorta di gabbia composta dai nuovi preparatori voluti da Pallotta (con cui i rapporti sono cortesi ma freddi), un nuovo e un ulteriore tattico. Adesso però si chiede una svolta, anche se il presidente dà fiducia a tutto il suo gruppo. Una cosa è certa, in caso di cambio in corsa le alternative non mancano. La prima scelta sarebbe (contattato informalmente già durante la crisi di primavera), mentre su Montella c’è (antica) freddezza. Spalletti e Mazzarri hanno l’appeal dato da esperienza e temperamento, mentre il tam tam su Lippi pare legato alla spendibilità del suo nome anche all’estero. Ma tutto questo è ancora in embrione. Pareri? Se si crede in , meglio rinnovargli la fiducia oppure – in caso contrario – avere la forza di cambiare. Restare con una disistima «silenziosa» non gioverebbe a nessuno. Soprattutto alla Roma.

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