Il gol di Dybala rallenta la Roma, ma Destro la tiene in corsa

18/01/2015 alle 10:13.
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CORSERA (L. VALDISERRI) - Si può vincere lo scudetto giocando come la Roma ha fatto ieri a Palermo e, in generale, da dicembre a questa parte, pareggiando quattro volte (Sassuolo, Milan, Lazio e Palermo) e vincendo solo due? La risposta è no e, anche se c’è ancora da disputare tutto il girone di ritorno, è necessario che e decidano in fretta cosa fare nei giorni che mancano prima della chiusura del mercato. Non è tanto la , che oggi può andare a +5, il vero problema. Si sono viste rimonte anche più clamorose. Il problema della Roma è la Roma stessa e può essere sintetizzato in quattro punti: 1) la squadra regala almeno un gol a partita, ieri è toccato ad Astori dopo due minuti; 2) senza e Gervinho non ci sono personalità, classe e quel pizzico di anarchica follia che fanno vincere le gare; 3) non si riesce più a vedere una partita dove almeno 7/8 giocatori giocano contemporaneamente ad alto livello. Ieri, per esempio, nel primo tempo ci ha provato soltanto che, nella ripresa, è calato tanto; 4) il cambio con Verde, ragazzino della Primavera, a un quarto d’ora dalla fine, è sembrato a qualcuno un ritorno a Luis Enrique e a qualcun altro una specie di grido disperato: servono acquisti!

Con altrettanta forza si può dire non solo che il Palermo è già salvo ma che, con questi Dybala (decimo gol) e Vazquez (assist), più l’organizzazione data da Iachini agli operai specializzati, si può pensare all’Europa League. I siciliani hanno retto bene. Sorrentino non ha dovuto fare nessuna parata importante e il gol è stato subito su azione da palla inattiva: punizione di , sponda di e tocco sporco ma vincente di . Dato che è arrivato al quinto gol in campionato, con un minutaggio inferiore a quello degli altri attaccanti (821 minuti) è chiaro che il discorso sul centravanti monopolizzerà i prossimi giorni. Al di là del gol non ha fatto praticamente nulla, ma il gol ha portato un punto in classifica. Cosa conta di più? E, soprattutto, come gestire il giocatore nei prossimi giorni, viste anche le sue parole nel dopo gara: «Ora sono un giocatore della Roma e cerco di dare il massimo per questa maglia. Può essere il gol del congedo? Questo non lo so». La Roma era piena di assenze: e squalificati, Gervinho e in Coppa d’Africa, infortunato e in panchina dopo le ultime prove disastrose. Il problema, però, sono stati anche i presenti: che, oggi, vale forse un quinto dei 30 milioni pagati quest’estate da ; Astori sciagurato nell’assist-harakiri; che, da terzino, non ha mai inciso.

ha fatto esordire dal primo minuto (16’ con il Chievo e 38’ con la Roma in tre spezzoni), facendogli fare il trequartista nel dell’inizio. Una scelta eccentrica. È andato un po’ meglio da centrocampista. Il Palermo ha colpito subito e poi ha potuto fare il gioco che sognava: aspettare e ripartire. Il dato più sorprendente è che anche la qualità del gioco manovrato del Palermo è stata superiore a quella della Roma, almeno fino a quando Vazquez ha avuto fiato. La Roma ha attaccato di più, ma la vera occasione per vincere, sull’1-1, l’ha avuta Dybala. È stato bravo a ipnotizzarlo. Ma un punto basta?

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