Il giallorosso e la prima volta da avversario

29/11/2014 alle 09:21.
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GASPORT (A. PUGLIESE) - A voler essere maligni, verrebbe quasi da pensare che il forfait nella trasferta di Mosca fosse tattico, studiato a tavolino, tanta è la voglia del brasiliano di giocare per la prima volta contro la sua Inter. A voler essere realisti, invece, la Roma può finalmente sorridere, perché il recupero di è in porto e con l’Inter ritroverà il suo miglior terzino, quello che in campo gli funziona da regista aggiunto, alle spalle di (centrocampo) e (attacco). Che poi arrivino l’Inter e Roberto Mancini è tutta un’altra storia, quella che ha vissuto per sei anni in nerazzurro, dove ha vinto praticamente tutto: 4 scudetti, 2 Coppe Italia, 3 Supercoppe, una e una Coppa del mondo per club. In tutto undici trofei in cui ha lasciato sempre il segno, diventando uno degli uomini chiave del famoso Triplete del 2010.

QUI TRIGORIA - Ieri ha fatto praticamente tutto l’allenamento, dopo aver assaggiato il campo già nella seduta di giovedì. gli ha chiesto di esserci, sa che con lui la Roma è tutta un’altra cosa, ritrova quella spinta e quel gas in fascia che gli mancano oramai dal 18 ottobre (con il Chievo). E ha già in mente il piano di utilizzo: in campo domani sera con l’Inter, a riposo sabato prossimo con il Sassuolo e di nuovo dentro il 10 dicembre con il Manchester , all’Olimpico. In dieci giorni, in pratica, si troverà face to face con il suo passato più recente, tra Inter e . Chiaro che sia un passaggio che non aveva voglia di saltare, anche perché troppo importante per il futuro della Roma. D’altronde, la scorsa stagione ha dovuto rinunciare a tutte e due le sfide con l’Inter (0-3 per la Roma al Meazza, 0-0 all’Olimpico) a causa di due infortuni, occorsigli sempre contro la Sampdoria. Questa volta ci teneva troppo, impossibile stare fuori ancora.

QUI PINETINA - A Milano, d’altronde, è diventato in sei anni il terzino più forte del mondo. O quasi. Sei stagioni fatte di un rapporto speciale con Mourinho («È un artista», disse il brasiliano) e di tante battaglie, spesso proprio contro la Roma, condensate in quel botta e risposta del 2008 con . «Sarò anche un rosicone, ma ci sono state 7-8 partite falsate. Nei due mesi di difficoltà l’Inter ha vinto come tutti sanno, con diversi episodi a favore...», disse . A replicare fu proprio , oggi molto vicino a Daniele. «Lo scudetto è per lui, dedicato a ». Ma sei anni anche di esultanze, gol pazzeschi (come quello al derby nel 2009 o alla nel 2010, premiato come migliore rete della stagione agli Oscar del calcio) e qualche problemino. Come quando arriva alla Pinetina tardi e in condizioni poco sobrie (eufemismo). O quando nel 2012 il cognato fu investito alla Pinetina dopo un alterco con Sisenando e riportò la frattura della gamba. Poi decise di andare via, al Manchester, dove lo voleva Roberto Mancini. Già, proprio lui, l’uomo che sta cercando di risollevare l’Inter. Per la prima volta sfiderà entrambi da avversario. Stavolta, però, vuole vincere con la Roma

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