Ritmo e qualità, Una prova di forza. Fiorentina a metà

31/08/2014 alle 10:49.
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GASPORT (S. VERNAZZA) -  chiama e Roma risponde. Esiti identici, ma vittorie di differente peso specifico. Un conto è battere il Chievo, seppure fuori casa, altro è sbarazzarsi della , gran protagonista del campionato d’agosto. Attenzione, però: il risultato è rotondo, ma ci si è arrivati per strade impervie e se non fosse stato per due prodigi di , vecchio pirata dei pali giallorossi, commenteremmo un altro risultato. La partita ha avuto un’anima divisa in due. Primo tempo della Roma, ripresa nel segno della , però non è stato il caso a determinare il copione bipartisan. A nostro sindacabile parere è stato Vincenzo Montella ad autocondannarsi a una prima tappa in salita.

Errore di calcolo L’allenatore della ha sbagliato la formazione iniziale. Niente di grave, può succedere ai migliori tecnici. Col senno di poi infelice è stata la scelta di schierare titolare in mediana il giovane italoaustraliano Brillante. Per mezz’ora la Roma è stata incontrastata signora e padrona delle terre di mezzo, riconquistava palla e ripartiva con facilità estrema e quando Brillante si è fatto «ciuffare» un pallone da , è accaduto l’ineluttabile. Il belgaindonesiano ha servito Gervinho sulla sinistra, l’ivoriano ha tirato e sulla respinta del medesimo ha infilato l’10. A quel punto Montella ha capito l’errore e poiché è persona intelligente, si è corretto. Fuori Brillante, dentro Ilicic, con lo sloveno a piazzarsi dietro le punte e con Borja Valero arretrato sul centrodestra. Piano piano la Viola è rientrata in sé e in gara. Domandona: perché gli allenatori a volte scelgono vie nuove per affrontare passaggi delicati come un debutto di campionato a casa di una pretendente allo scudetto? Non si poteva andare sull’usato sicuro?

Strepitosa mediana La Roma ha un centrocampo fenomenale e se calcolate che è fuori e che potrebbe arrivare Rabiot, c’è da chiedersi se presto non avrà a disposizione una delle migliori batterie di centrocampisti d’Europa. Ieri sera in mezzo hanno giocato , e e il principio ispiratore è stato quello della fionda. come al solito si posizionava basso, davanti alla prima linea, e si mischiava coi due centrali difensivi. e prendevano, partivano e stordivano la Fiorent ina con pazzesche incursioni e accelerazioni negli ultimi trenta metri. In particolare sono stati molto interessanti i movimenti di . Il bosniaco tagliava da destra verso la trequarti e di fatto, in possesso palla, trasformava il in un . Giochino già apprezzato nella scorsa annata, ma in questa prima stagionale il trasformismo ci è parso più continuo ed evidente. Ai lati e Gervinho hanno sfibrato i terzini di Montella. Il paradosso è che tanto ben di Dio in fatto di creatività ed esplosività non prevede un centravanti di ruolo. Là davanti, nelle vesti di regista d’attacco, c’è l’indiscutibile Francesco . La Roma è una squadra bella, bellissima, tecnicamente affascinante, ma ieri sera non ha chiuso la partita per tempo e ha dovuto votarsi a Santo .

Altra viola È vero, in apertura di ripresa Gervinho – con due ripartenze delle sue, da gazzella della savana – si è mangiato due reti, ma l’ivoriano è così, prendere o lasciare. Tanto è bello a vedersi, quando si dispiega in veloci progressioni. Tanto è inspiegabile, quando sciupa gol che sembrano fatti. Scampata a SpeedyGervy, la ha cominciato a tessere la sua tela e scollinato il quarto d’ora si è esibito in due interventi da urlo, il primo su una punizione di Ilicic e il secondo su Babacar da pochi metri. La Roma ha perso sicurezza. ha tolto – buona comunque la prima prova del sostituto di – e ha arretrato del tutto , lo ha piazzato a fianco di Astori nella difesa a quattro. Le parti si sono invertite, a quel punto è stata la a dettare tempi e modi, ma non è riuscita a rifornire Gomez (o è il tedesco che non si è fatto trovare?). I giallorossi hanno cominciato a vivere di contropiede. Roma sul filo, in precario equilibrio. Se alla Viola fosse riuscita la rimonta, saremmo qui a complimentarci con Montella e a criticare , ma Gervinho agli sgoccioli ha trovato la «scavallata » giusta e il 20 ci obbliga a lodare i vincitori. È il bello del calcio, scienza infida, specie alla prima giornata.

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