Yedlin: «Gli amici? Preferisco allenarmi per 12 ore. Solo così posso volare»

26/07/2014 alle 11:08.
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GASPORT (C. ZUCCHELLI) - «Non sono il tipo che passa la giornata con gli amici. Preferisco allenarmi». Detto da un ragazzo che ha appena compiuto 21 anni sembra quantomeno singolare. Se però questo ragazzo, dopo aver giocato — e bene — al Mondiale si appresta a firmare per la squadra vicecampione d’Italia, magari si può iniziare a comprendere. D’altronde DeAndre Yedlin rinuncia volentieri a qualche birra in compagnia visto che, parole sue, «a volte sto in campo anche 12 ore al giorno». Musica per le orecchie di : l’allenatore francese sa che avrà il difensore statunitense a gennaio o, addirittura, la prossima stagione, ma sa anche che il suo arrivo non è soltanto una pura operazione di marketing. A Pallotta piace, e neanche poco, aver preso la rivelazione made in Usa dell’ultimo Mondiale, ma sa che il suo tecnico è uno che in squadra vuole giocatori veri e non figurine da tournée.

La saetta di Seattle Per questo l’arrivo di Yedlin a Trigoria era stato messo in preventivo da settimane. I dvd sulla scrivania di si sono materializzati già in inverno, poi le ottime prestazioni con gli Usa hanno fatto il resto. Pronto fisicamente e tecnicamente, con tanta personalità, Yedlin è stato cresciuto dai nonni che, vista la giovane età della madre, si sono presi cura di lui. Si è appassionato al soccer crescendo nelle giovanili dell’Emerald , poi il passaggio ai Seattle Sounders dove si è messo in mostra anche nell’atletica, correndo i 100, 200 e 400 metri con discreti risultati, che hanno convinto il manager Darren Sawatzky a promuoverlo nella formazione Under 23 del club: «Ha ottimi colpi e buona tecnica — sono state le sue parole — ma ciò che mi ha lasciato stupito è la sua grande capacità di corsa. È esplosivo, ma allo stesso tempo potrebbe correre per giorni».

Niente Inter Quarantotto presenze col club e 5 con la nazionale, con cui ha esordito soltanto a febbraio, piaceva anche all’Inter. La Roma ha bruciato i nerazzurri sul tempo, forte del fatto che è disponibile a lasciare il ragazzo negli States almeno per sei mesi. A gennaio poi deciderà se portarlo a Trigoria, a meno che il ragazzo non ottenga subito il passaporto lettone che gli consentirebbe di essere tesserato da comunitario. La cosa piacerebbe a Pallotta, che però nelle questioni tecniche non entra. A lui interessa soltanto che l’affare vada in porto. E non solo perché Yedlin è americano. Ma perché, se manterrà il rendimento messo in mostra al Mondiale, la Roma sulla fascia destra potrebbe essersi sistemata per parecchio tempo.

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