Il punto del Lunedì - Caputi, Sconcerti, Cerruti, Dotto, Mura, Garanzini, Damascelli

31/03/2014 alle 12:25.
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La Roma torna vittoriosa da Sassuolo e grazie alla debacle della a può mantenere acceso un lumicino di speranza, sempre se si fosse spento. Nella trasferta di ieri sono stati decisivi e Bastos, ma il vero protagonista è stato l'arbitro Nicola Rizzoli. Il fischietto che ci rappresenterà ai Mondiali, infatti, ha tenuto fermo il gioco per 5 minuti per decidere su un contatto in area tra Sansone e , decidendo, dopo grotteschi colloqui, di non concedere il penalty ai padroni di casa. Intanto, Mercoledì c'è il recupero contro il Parma e, in caso di successo, i giallorossi potrebbero riportarsi a -8 dai bianconeri.

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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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IL MESSAGGERO – M. CAPUTI

Quei cinque minuti di Sassuolo-Roma con l’arbitro Rizzoli circondato dai calciatori delle due squadre e alla ricerca della verità, sono un grande tema di discussione. Di certo sono la conferma di tante verità, alcune riconosciute, altre volutamente ignorate. La prima di queste vale anche come premessa: fare l’arbitro è il mestiere più difficile di tutti. Deve giudicare senza potersi permettere di sbagliare perché da lui si pretende l’impossibile: infallibilità. Dopo quanto accaduto a Reggio Emilia ieri, al 35˚ del primo tempo, evocare la tecnologia è dunque scontato. Sarebbero infatti serviti meno di quegli interminabili cinque minuti per arrivare alla giusta decisione, la stessa presa poi in campo. Ci saremmo evitati giocatori imbizzarriti che circondano il direttore di gara e l’arbitro di porta, e i tentativi, da parte di Rizzoli, di cercare l’improbabile confessione di Sansone, protagonista dell’accaduto.

Rizzoli, alla fine, ha avuto ragione, ma quei momenti e quelle immagini pesano come macigni. Lui è il miglior arbitro italiano, rappresenterà l’Italia ai Mondiali, vederlo cambiare tre volte la decisione lo ha esposto a una brutta figura di cui non è colpevole. Rizzoli aveva, da subito, scelto correttamente, lasciando proseguire l’azione. É stato l’arbitro di porta, Peruzzo, a segnalarli il calcio di rigore, da lì è partito tutto quello che sappiamo. L’occasione di ieri conferma l’inutilità/pericolosità dei due arbitri di porta. Per evitare la tecnologia si è di fatto complicata la vita all’arbitro. Gli sono stati dati collaboratori con i quali condividere scelte che comunque sono e saranno sempre sue. Sono stati sottovalutati problemi psicologici e di gerarchie che spesso risultano dannosi. Quanto e in che modo gli arbitri di porta si assumono le loro responsabilità? Come le condividono con il direttore di gara? Se l’arbitro proprio non deve essere aiutato dai mezzi tecnologici allora è meglio che sbagli da solo, piuttosto che male accompagnato.

IL CORRIERE DELLA SERA – M. SCONCERTI

La è stanca, gioca sui nervi, fisicamente le è rimasto poco. Credo che sia preoccupato da questo, non dalla sconfitta e dal ritorno della Roma in classifica. Quelle sono rimediabili se la squadra appena tiene. Il problema è che non ci sarà riposo per la . È quasi grottesco pensare a un campionato riaperto, ma bisogna comunque tenerne conto.

LA GAZZETTA DELLO SPORT – A. CERRUTI

No Tevez, no gol, ma soprattutto no . Sarà un caso, ma senza il capocannoniere del campionato la squadra di interrompe la sua marcia trionfale verso il terzo scudetto consecutivo. Battuti senza alibi da un formato , i campioni d’Italia si devono accontentare di recitare l’inedito ruolo di comparse in una partita finalmente bella, che sembra uno spot per rilanciare il nostro svalutato calcio, come indiretta risposta allo spettacolo offerto una settimana fa dal classico spagnolo. (...). Ma la classifica, più importante dei record come ricorda sempre , dice che adesso i punti di vantaggio sulla Roma sono scesi a 11, con la possibilità che diminuiscano ancora, perché mercoledì la squadra di affronterà nel recupero il Parma, alla seconda sconfitta consecutiva ieri, proprio a Roma, ma con la Lazio. Comunque vada, a 7 giornate dalla fine sarebbe presto per parlare di campionato riaperto. Caso mai, ripensando a come ha perso ieri sera, e ancora di più a come aveva vinto le ultime quattro delle sette partite consecutive, non a caso tutte di misura, è lecito parlare di segnali di comprensibile affaticamento della , che al momento possono preoccupare più in vista dell’Europa League che in prospettiva scudetto.

CORRIERE DELLO SPORT – G. DOTTO

Brutta storia ritrovarsi quasi all’alba legale con una fetta di vecchia crostata e un caffé forte davanti alla televisione che manda strisce verticali verdi e nere. Quel Sassuolino m’era rimasto da novembre nello stomaco oltre che nella scarpa come un uovo marcio. (...) Tra la banda di Rudi e quella di Eusebio, romanista a vita qualunque cosa indossi, correvano e palleggiavano nel sole due o tre categorie. Più che calcio era imbarazzo. Solo Roma, una marea fluida che occupava sincronica tutto il campo. Il decimo gol di capitava come un evento naturale e l’idea sempre più insinuante che di questo giocatore sghembo, afasico, che pare montato da un Geppetto sotto effetto di un grappino di troppo, abbiamo capito poco o niente. (...) Sembrava il primo atto della goleada e invece, poiché tutto ciò che è Roma deve aggiudicarsi la sua quota di tribolazione, ecco lo show di Rizzoli, un inedito della storia del calcio. (...) Don Rizzoli che, nel dubbio, si rifiuta di cedere alla barbarie della decisione e improvvisa un confessionale in campo. Raccoglie a sè i giocatori coinvolti, gli mette una mano sulla spalla e li esorta alla verità. Mentre tutto intorno il mondo basisce. Scena surreale e a suo modo grandiosa (la penso replicata al mondiale e l’eventuale Blatter in tribuna...).

Sta di fatto che tutto s’arroventa e la Roma, forse impressionata quanto noi, scalava marcia e ritmo, smetteva quasi di giocare, (...) ma noi abbiamo Taddei, un tipo unico al mondo. (...) Si materializza da dietro e ruba palla a non so quale sassuolese. Solo che allora la palla recuperata andò a che sprecò, stavolta a , capite la differenza. Che la consegna a Bastos per il 2-0. Voglio ventiduemila Taddei, voglio clonarlo, lo voglio ovunque, nelle squadre in campo e in quelle che costruiscono la metropolitana a Roma. Lo voglio in Parlamento e alla Caritas. Se non gli rinnovano il contratto m’incateno, giuro, al palo sotto casa al posto della bicicletta che mi hanno rubato ieri. Della nemmeno parlo. E’ già in tasca, il resto è cibo per giornali. (...)

LA REPUBBLICA – G. MURA

Si parlerà a lungo, giustamente, di quanto accaduto in Sassuolo- Roma. Da quando Rizzoli ferma il gioco (su errata indicazione di Peruzzo) a quando non concede il rigore passano circa 4’34”. Tanti. Troppi, dicono altri. Soprattutto quelli che vorrebbero la moviola in campo. A parte che pure con la moviola in campo si sarebbe perso del tempo prima di orientarsi, la decisione ultima di Rizzoli è giusta: il rigore non c’era e non è stato concesso. Rizzoli non è un arbitro qualunque: rappresenterà l’Italia ai mondiali. Penso abbia fatto il massimo a sua disposizione, scegliendo la via del dialogo (colloquio con Sansone) perché non era certissimo della valutazione di Peruzzo. Altri suoi colleghi avrebbero fischiato il rigore automaticamente, dopo l’intervento del cosiddetto arbitro addizionale. Ruolo di cui si parla meno, utile sui golnon gol, ma alquanto riluttante sulle trattenute in area, pur avendo una finestra privilegiata.

Di Francesco, furente, ha precisato che il suo giocatore non ha mai detto a Rizzoli che non era rigore. Ma bisogna vedere qual è stata la domanda di Rizzoli. Può aver chiesto a Sansone se era stato sgambettato, non certo se fosse o no rigore, quello lo decide l’arbitro. Il dubbio di Rizzoli riguardava la zona-piedi, il tocco di sulla schiena di Sansone l’aveva visto ed era irrisorio. Va ricordato che solo per i moviolisti più incalliti contatto in area equivale a calcio di rigore. E poi va ricordato che Sansone, con la sua squadra che ha più di mezzo piede in B, a Rizzoli non ha mentito. Bravo. Che cosa possano avergli detto alcuni compagni o alcuni tifosi, dopo, non si sa e forse è meglio non saperlo.

LA STAMPA - G. GARANZINI

(...) La giornata, infine, dell’arbitro Rizzoli che ha rischiato per colpa del giudice di porta Peruzzo di annegare in un bicchier d’acqua e ha impiegato quasi cinque minuti per riguadagnare la riva. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, perché il rigore lamentato da Sansone non c’era ed è stato lo stesso giocatore ad ammetterlo a denti stretti. Ma se per tener – giustamente – lontana lamoviola prende piede l’escussione dei testi e la piena confessione, siamo daccapo a dodici.

IL GIORNALE - T. DAMASCELLI

Ha ragione : «Una cosa così non l'avevo mai vista prima». Figuriamoci noi che abbiamo battuto i marciapiedi di ogni dove. Eppure il caso Rizzoli, che non ha nulla a che vedere con la vicende della casa editrice, è emblematico di un arbitro che ha creato,in modo involontario,un precedente storico: il sondaggio in campo,tra calciatori delle due squadre per decidere se un episodio accaduto in area comporti l'assegnazione o meno di un calcio di rigore. Sia chiaro: il contatto tra e Sansone era leggero ma delle due l'una, o'era rigore, come l'arbitro aveva deciso su segnalazion edell'assistente di porta, o non era rigore,ergo Rizzoli avrebbe dovuto ammonire Sansone per la simulazione e perle successive proteste, insieme con i suoi sodali di squadra. Nicola Rizzoli, invece, ha scelto la formula del sondaggio,ha addirittura cinto al collo, avvicinandolo a sé, Sansone, per confessarlo, chiedendogli la verità. Il problema non è l'assegnazione giusta o sbagliata di un rigore (la storia del calcio è piena di errori arbitrali) ma il modo con il quale un arbitro abbia deciso di intervenire e poi di smentirsi, non nel breve giro di consultazione con i propri assistenti ma raccogliendo pareri e sensazioni dei protagonisti e dei testimoni. L'episodio di ieri rappresenta un unico che potrà creare guai per gli altri colleghi di Rizzoli, chiamati, per rispetto del censo del miglior arbitro italiano, a comportarsi in maniera analoga. Sarebbe opportuno,ad esempio, avvisare anche ,il quale, maniaco della lesa maestà, distribuisce cartellini rossi a chi soltanto osi sfiorarlo con un dito mentre Rizzoli addirittura abbraccia i calciatori.

Chi sostiene che la moviola avrebbe risolto ildubbio e chiarito la vicenda dimentica che l'uso della moviola è a discrezione dello stesso arbitro. Nelle altre discipline che ricorrono alla moviola questa viene utilizzata per i casi di meta, di salto di una porta, di pallina al di qua o al di là della linea, di canestro oltre il tempo (rugby, sci, tennis, basket)e mai per i falli di gioco per i quali soltanto l'arbitro ha il potere di decidere, altrimenti sarebbe caos continuo. Rizzoli è voluto entrare nella storia, dopo aver fatto passi importanti nella cronaca, annullando(da assistente di porta)un gol valido del Catania contro la , sorvolando su un'entrata da rigore su Marchisio in Inter-,accettando tre vaffa consecutivi sulla faccia pronunciati da e altre facezie. Tutto questo faceva e f aparte del repertorio di qualunque arbitro, anche internazionale. Ma ieri Nicola Rizzoli havoluto superarsi, ha introdotto l'exit poll del calcio, il cui esito ufficiale lo ha visto però sconfitto e spernacchiato. La qualcosa a lui poco interessa: tanto andrà in Brasile. Buon viaggio.

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