La prima cosa bella

21/08/2017 alle 19:37.
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LR24 (GIANVITTORIO DE GENNARO) - Che poi la prestazione non è stata neanche tanto bella, se non fosse che la Roma vittoriosa a Bergamo all'esordio già di per sé rende tutto fortemente meraviglioso.
Fa morale, permette di lavorare sodo sulle diverse cose da sistemare, ricercando quel bel gioco che arriverà e oliando i meccanismi della nuova macchina giallorossa.
La prima cosa è bella per un nuovo dirigente che ha riposto maglietta, fascia e scarpini in un cassetto per indossare giacca e cravatta, guidando con lo sguardo i suoi ex compagni capeggiati da un capitano che capitano già lo era ma ora lo è ancor di più; con responsabilità maggiori e galloni dal peso specifico che non si può misurare con due mani. E' bella per un esordiente dal passato contestato, uomo dal volto serio e battagliero capace di regolare l'ostica formazione gasperiniana con un sinistro astuto, malizioso, sbarazzino.
Sotto una barriera, quelle che non sono mai piaciute né a noi né tantomeno a Francesco.
Quel ragazzetto che in un lontano maggio di vent'anni fa decise di far sorvolare il pallone sopra la linea nerazzurra, vedendolo poi insaccarsi in rete per la gioia di mister Liedholm.
"Il mio gol più bello", disse l'allora prospetto di campione. Che campione poi diverrà e di rete più belle ne arrivarono tante.
Sopra la barriera come fece Daniele in un più recente maggio del 2008: destro a giro e sfera sotto al sette, lo Stadio Olimpico gioiva con una mano mentre l'altra custodiva una radiolina sintonizzata sui risultati di un altro campo: quel San Siro dove l'ex giallorosso Kharja regalava altri novanta minuti di speranze all'allora banda .
C'è stato un qualcosa di fatalista in questa Atalanta-Roma, ma non quel modo di approcciarsi passivamente all'ineluttabilità degli eventi; piuttosto  un copione il cui finale non doveva esser diverso.
La prima del dirigente, del capitano, del
mister e di un uomo a cui il rosso dona più del blu; non poteva finire diversamente, così bella quanto dannatamente utile la prima curva di una scalata tortuosa, la cui fine non è ancor visibile ad occhio umano.
Nel giorno del compleanno di un altro grande capitano, Giuseppe Giannini - che all'Atalanta sapeva come far male (sua seconda vittima in Serie A) - la prima cosa è stata bella, ora però aspettiamo già con ansia la seconda.

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