Auguri Totti, le parole di dieci ex compagni sul capitano

27/09/2016 alle 23:33.
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Nel giorno in cui compie 40 anni abbiamo chiesto a dieci ex giocatori giallorossi cosa rappresenta per loro il nostro numero 10.

Dall’uomo che uscì dal campo per farlo debuttare quando aveva 16 anni al compagno di squadra con cui condivise la gioia dello Scudetto del 2001 fino ad altri giocatori giallorossi del passato più lontano e più recente: leggete qui di seguito cosa hanno da dire, in rigoroso ordine alfabetico, sul più grande giocatore della storia della Roma…

VINCENT CANDELA

“Francesco è felice come giocatore e come uomo. Gli auguro davvero ancora tanta felicità dalla vita e dallo sport”

“Per me, come per tutti all’estero, è la Roma. Anche quando giocavamo fuori dall’Italia si vedeva che la gente identificava la squadra con lui. E’ un campione dentro e fuori il campo. Francesco ha dato tanto per il club così come il club a lui”.

“Da oltre 20 anni lui porta la Roma sulle spalle e ha guidato da capitano il club alla conquista dello Scudetto 2000/01. Per me il gol realizzato in quella stagione contro l’Udinese rimane uno dei momenti più esaltanti per lui. Era l’andata e , su cross di Cafu da destra, realizzò infatti un magnifico gol colpendo al volo di sinistro e mettendo la palla all’incrocio dei pali sul lato opposto”.

“Io con lui ho un bel rapporto: quando eravamo in squadra insieme abbiamo avuto un bel feeling in campo e all’esterno. Poi c’è un tempo per tutto: prima uscivamo spesso insieme, oggi siamo entrambi giustamente di più con le nostre famiglie”.

“Francesco oggi è felice come giocatore e come persona. Gli auguro davvero ancora tanta felicità dalla vita e dallo sport”.

MASSIMILIANO CAPPIOLI

“Si vedeva sin da quando era giovanissimo che sarebbe diventato un grande”

“E’ difficile sintetizzare cosa è : lui è un campione e ha dimostrato di esserlo già da giovanissimo. Io che l’ho conosciuto all’inizio della sua vita calcistica posso confermarlo”.

“Francesco infatti per me, oltre ad avere un talento unico, ha una mentalità giusta, da calciatore. Si vedeva sin da quando era giovanissimo che sarebbe diventato un grande”.

“Io credo che tra i tanti gol e successi, ricordi ancora in maniera unica il primo gol con la maglia della Roma, che fu segnato proprio all’Olimpico nella prima giornata del campionato. Io quel giorno ero anche in campo. Fu l’inizio della sua straordinaria carriera a livello realizzativi e quindi questo secondo me va sottolineato”.

ODOACRE CHIERICO

“Francesco ha fatto la storia del club, più di chiunque altro… è lui il simbolo della Roma”.

“Io ho vissuto da lontano la carriera di Francesco, avendo giocato in un’altra epoca, ma credo che lui sia una persona speciale, che oltre ad essere un campione e un grande professionista ha anche grandi valori umani. Nella mia epoca io ho visto crescere un altro grande capitano del club, Giuseppe Giannini, che ha cinque anni meno di me e che quando arrivò in squadra Liedholm lo mise in stanza con me nei ritiri. Francesco è comunque un giocatore che ha fatto la storia del club, più di chiunque altro… è lui il simbolo della Roma”.

“Francesco ne ha regalate talmente tante di perle al mondo del calcio che è difficile scegliere un suo momento speciale. Se devo scegliere una giocata, dico il gol di sinistro al volo a Genova contro la Sampdoria nella prima era e se devo scegliere un momento, dico ovviamente lo Scudetto del 2000/01, dove lui disputò un’annata grandissima”.

STEFANO DESIDERI

“Lui non rappresenta, è la Roma. Un giocatore come lui è irripetibile”.

“Tutta la carriera di è stato un “best moment”: in tutti gli anni di carriera ha infatti rarissimamente avuto un calo a livello di prestazioni. Anche quando non stava benissimo fisicamente ha spesso tirato fuori ottime performance grazie a delle doti tecniche innate e speciali”.

“Lui non rappresenta, è la Roma. Un giocatore come lui è irripetibile. Se devo proprio scegliere un momento della sua vita calcistica, dico lo Scudetto con la maglia della Roma e il Mondiale con quella dell’Italia, due successi a coronamento di una carriera unica”.

GIANCARLO DE SISTI

La sua carriera è un continuum di cose straordinarie”

è una leggenda. Facendo una cernita dettagliata e capillare credo che lui sia in assoluto il giocatore più forte della storia della Roma e come tale è una figura mitica, un simbolo del club”.

“La sua carriera è un continuum di cose straordinarie e ancora adesso lui corre dietro al pallone come un ragazzino e fa cose straordinarie. A me piaceva soprattutto quando giocava dietro le punte e quando riusciva a fare quei lanci straordinari senza guardare i compagni di 40-50 metri”.

“Nonostante i suoi 300 e passa gol con la maglia della Roma io ho sempre preferito il suggeritore piuttosto che quello attaccante, forse proprio perché mi riportava alla mente i grandi campioni del mio periodo. Detto questo, Francesco ha fatto dei gol straordinari, alcuni da cineteca come quello a Genova contro la Sampdoria con quel sinistro al volo ad incrociare nel 2007, una perla”.

Nel giorno in cui compie 40 anni abbiamo chiesto a dieci ex giocatori giallorossi cosa rappresenta per loro il nostro numero 10.

Dall’uomo che uscì dal campo per farlo debuttare quando aveva 16 anni al compagno di squadra con cui condivise la gioia dello Scudetto del 2001 fino ad altri giocatori giallorossi del passato più lontano e più recente: leggete qui di seguito cosa hanno da dire, in rigoroso ordine alfabetico, sul più grande giocatore della storia della Roma…

VINCENT CANDELA

“Per me, come per tutti all’estero, è la Roma. Anche quando giocavamo fuori dall’Italia si vedeva che la gente identificava la squadra con lui. E’ un campione dentro e fuori il campo. Francesco ha dato tanto per il club così come il club a lui”.

“Da oltre 20 anni lui porta la Roma sulle spalle e ha guidato da capitano il club alla conquista dello Scudetto 2000/01. Per me il gol realizzato in quella stagione contro l’Udinese rimane uno dei momenti più esaltanti per lui. Era l’andata e , su cross di Cafu da destra, realizzò infatti un magnifico gol colpendo al volo di sinistro e mettendo la palla all’incrocio dei pali sul lato opposto”.

“Io con lui ho un bel rapporto: quando eravamo in squadra insieme abbiamo avuto un bel feeling in campo e all’esterno. Poi c’è un tempo per tutto: prima uscivamo spesso insieme, oggi siamo entrambi giustamente di più con le nostre famiglie”.

“Francesco oggi è felice come giocatore e come persona. Gli auguro davvero ancora tanta felicità dalla vita e dallo sport”.

MASSIMILIANO CAPPIOLI

“E’ difficile sintetizzare cosa è : lui è un campione e ha dimostrato di esserlo già da giovanissimo. Io che l’ho conosciuto all’inizio della sua vita calcistica posso confermarlo”.

“Francesco infatti per me, oltre ad avere un talento unico, ha una mentalità giusta, da calciatore. Si vedeva sin da quando era giovanissimo che sarebbe diventato un grande”.

“Io credo che tra i tanti gol e successi, ricordi ancora in maniera unica il primo gol con la maglia della Roma, che fu segnato proprio all’Olimpico nella prima giornata del campionato. Io quel giorno ero anche in campo. Fu l’inizio della sua straordinaria carriera a livello realizzativi e quindi questo secondo me va sottolineato”.

ODOACRE CHIERICO

“Io ho vissuto da lontano la carriera di Francesco, avendo giocato in un’altra epoca, ma credo che lui sia una persona speciale, che oltre ad essere un campione e un grande professionista ha anche grandi valori umani. Nella mia epoca io ho visto crescere un altro grande capitano del club, Giuseppe Giannini, che ha cinque anni meno di me e che quando arrivò in squadra Liedholm lo mise in stanza con me nei ritiri. Francesco è comunque un giocatore che ha fatto la storia del club, più di chiunque altro… è lui il simbolo della Roma”.

“Francesco ne ha regalate talmente tante di perle al mondo del calcio che è difficile scegliere un suo momento speciale. Se devo scegliere una giocata, dico il gol di sinistro al volo a Genova contro la Sampdoria nella prima era e se devo scegliere un momento, dico ovviamente lo Scudetto del 2000/01, dove lui disputò un’annata grandissima”.

STEFANO DESIDERI

“Tutta la carriera di è stato un “best moment”: in tutti gli anni di carriera ha infatti rarissimamente avuto un calo a livello di prestazioni. Anche quando non stava benissimo fisicamente ha spesso tirato fuori ottime performance grazie a delle doti tecniche innate e speciali”.

“Lui non rappresenta, è la Roma. Un giocatore come lui è irripetibile. Se devo proprio scegliere un momento della sua vita calcistica, dico lo Scudetto con la maglia della Roma e il Mondiale con quella dell’Italia, due successi a coronamento di una carriera unica”.

GIANCARLO DE SISTI

è una leggenda. Facendo una cernita dettagliata e capillare credo che lui sia in assoluto il giocatore più forte della storia della Roma e come tale è una figura mitica, un simbolo del club”.

“La sua carriera è un continuum di cose straordinarie e ancora adesso lui corre dietro al pallone come un ragazzino e fa cose straordinarie. A me piaceva soprattutto quando giocava dietro le punte e quando riusciva a fare quei lanci straordinari senza guardare i compagni di 40-50 metri”.

“Nonostante i suoi 300 e passa gol con la maglia della Roma io ho sempre preferito il suggeritore piuttosto che quello attaccante, forse proprio perché mi riportava alla mente i grandi campioni del mio periodo. Detto questo, Francesco ha fatto dei gol straordinari, alcuni da cineteca come quello a Genova contro la Sampdoria con quel sinistro al volo ad incrociare nel 2007, una perla”.

SEBINO NELA

 

“Non riesco a trovare un unico apice nella carriera di perché è lunga e sempre ad alto, nel corso della quale lui ha giocato anche in più ruoli e con formazioni e compagni di squadra totalmente diversi tra loro. Preferisco quindi scegliere i suoi gol più belli. Ne ricordo innanzitutto uno con un sinistro al volo all’Udinese nell’anno dello Scudetto, dove si coordinò in maniera incredibile mettendo la palla all’incrocio, un tiro con un coefficiente di difficoltà altissimo. Poi anche il pallonetto a Peruzzi nel derby vinto dalla Roma per 5-1 e un altro fatto al Parma con Buffon in porta”.

è una bandiera, una delle ultime del calcio attuale, ma proprio per questo è una grande risorsa per il club. In posti e squadre speciali, come Roma e la Roma, credo che avere vicino una persona come lui, che rappresenta il club e che sa spiegarti in due parole cosa esso significhi anche quasi con la sola presenza, sia fondamentale. è tutto questo. Credo che il calcio è bello anche per questo: io sono cresciuto infatti in un’epoca in cui Riva era il Cagliari, Rivera il Milan, Mazzola e Facchetti l’. Le bandiere sono una cosa meravigliosa e in questo momento ancora più preziose perché sempre più rare: quindi per la Roma è ancora più importante per questo motivo, anche in un ottica di brand, per quello che lui rappresenta all’estero per il club”.

RUGGIERO RIZZITELLI

“Io ho avuto l’onore di essere il protagonista del suo debutto in Serie A con la Roma. Eravamo a Brescia nel marzo del 1993, quando l’allora allenatore della Roma Boskov disse in panchina di fare entrare il giovanissimo e fui proprio io quello che dovette cedergli il posto”.

“Io Francesco me lo ricordo infatti quando veniva per le prime volte ad allenarsi con la Prima Squadra quando era ancora in Primavera. Ne vedevamo tanti di ragazzi forti, ma lui aveva qualcosa in più, già si vedeva allora. Non aveva infatti paura degli anziani della squadra che regolarmente erano duri in campo con i più giovani che correvano molto e spesso facevano falli anche pesanti. prendeva le botte ma non smetteva nelle azioni successive di fare numeri o magari tunnel agli avversari. Già si intuiva quindi la sua classe e personalità”.

per me rappresenta il gagliardetto della Roma, perché lui è una vera leggenda del club, i numeri parlano chiaro”.

“Sicuramente l’anno dello Scudetto è stato il suo momento più bello. oltre ad essere tifoso della Roma è la bandiera del club e quindi per lui vincere il campionato con la maglia giallorossa da capitano è stata una gioia unica”.

“Poteva andare via anni fa e andare a vincere grandi trofei nei più grandi club europei ma non ha voluto per amore della Roma. Lui è una bandiera vera del club che non smetterà mai di sventolare. Il pubblico lo ama e lo amerà sempre: quando entra in campo il pubblico si trasforma”.

ALESSIO SCARCHILLI

“Francesco rappresenta il numero uno dei campioni che hanno vestito la maglia della Roma, un idolo, un campione, una bandiera che ha deciso di sposare solo la causa giallorossa. Poi per me rappresenta anche un ex compagno di squadra, dato che abbiamo iniziato insieme, partendo entrambi dal settore giovanile ed arrivando in Prima Squadra”.

“Essendo lui romano e romanista come me, io credo che il suo momento più bello in carriera sia stato la conquista dello Scudetto del 2000-01 con la maglia giallorossa davanti ai suoi tifosi. Lui sa cosa prova la gente che viene allo stadio Olimpico e sentire in prima persona e sul campo quelle emozioni, da simbolo assoluto per la tifoseria a da , credo sia davvero una cosa unica. Poi ovviamente di momenti top ne ha avuti una infinità, ma quello, per il valore simbolico e sentimentale, lo metto al primo posto”.

“Lui ha fatto tutta la carriera qui nella capitale e continua ancora adesso a giocare e stupire le platee. E’ un simbolo non solo di Roma, ma del calcio italiano”.

ANGELO BENEDICTO SORMANI

“Sono sicuro che quando avrà la mia età sarà ancora più orgoglioso per quello che ha fatto ripensando alla sua carriera in giallorosso”

“La carriera di è meravigliosa, unica e rara. Giocare ad alto livello nella propria città e con la propria squadra è un fatto che non accade quasi mai”.

“Lui rappresenta Roma nel suo modo di dire e di fare. E l’ha onorata con le sue giocate sul campo. E’ un grande campione e anche un uomo che si vede che sta crescendo sempre più sul lato umano. E’ un giocatore unico per la storia della Roma e io credo che, tra tutti i suoi grandi momenti in giallorosso, quello più bello sia stato lo Scudetto del 2000/01, dove lui fu capitano e protagonista”.

“Sono sicuro che quando avrà la mia età, io ho adesso oltre 70 anni, sarà ancora più orgoglioso per quello che ha fatto ripensando alla sua carriera in giallorosso”.

MAX TONETTO

 

è stato, è e sarà il migliore giocatore in assoluto della storia della Roma. I fatti lo dicono e sicuramente in futuro sarà quantomeno difficilissimo trovare uno che farà altrettanto in termini di presenze e leadership. Francesco è la storia della Roma”.

“Un giocatore con i numeri di di momenti importanti in carriera ne ha vissuti tanti. Quando ero io alla Roma ricordo la stagione, quella 2006-07, in cui vinse la Scarpa d’oro come miglior cannoniere europeo: aver vissuto quell’anno in prima persona è stato speciale. Io credo che quel riconoscimento a livello europeo sia per lui uno tra i momenti più belli”.

“Il mio rapporto con lui è sempre stato di stima e rispetto. E poi Francesco è uno che mi ha fatto sempre tanto ridere perché lui all’interno dello spogliatoio è uno che ha la battuta pronta in ogni circostanza. Non tutti sanno che in fondo è un ragazzo timido, ma allo stesso tempo lui sa quando usare la battuta per dire la sua in maniera scherzosa”.

(asroma.com)

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