Arbitri, Nicchi: "Si alla tecnologia, no alla moviola"

04/05/2016 alle 01:20.
nicchi

«La tecnologia può aiutare il gioco del calcio e la goal-line technology lo dimostra. Ma sento già parlare di moviola: facciamo attenzione, il gioco deve restare fluido». Così il presidente dell'Associazione italiana arbitri, Marcello Nicchi, parlando della futura sperimentazione in Italia della tecnologia Video Assistant Referees (Var). «L'Italia ha dato l'ok per la sperimentazione della tecnologia dalla prossima stagione -ha aggiunto il numero uno dell'Aia a margine dell'evento "Gli arbitri e la comunicazione sportiva" che si è tenuto quest'oggi a Roma - ma è chiaro che se vogliamo un arbitro bionico, un arbitro infallibile, non lo otterremo. Se vogliamo invece maggiore spettacolo, allora il discorso è diverso. A questo proposito, siamo stati apprezzati perché abbiamo ridotto la media dei fischi da 45 a 25 per partita. Ecco, dobbiamo mantenere il gioco fluido: quindi sì alla tecnologia, no alla moviola».

A proposito della possibilità per gli arbitri di rilasciare interviste a fine partita, una novità annunciata tempo fa dallo stesso Nicchi, il numero uno dell'Aia corregge il tiro: «Non dobbiamo correre, noi oggi stiamo dimostrando che andiamo avanti con i fatti. Se questo incontro sarà, come auspico, importante, veritiero e leale, allora potrebbe essere l'inizio di una nuova era. Bisogna andare per gradi e valutare le cose secondo i momenti, se ci sarà questo passo in avanti da parte di tutti, mai dire mai», ha aggiunto il numero uno dei fischietti italiani.

«Questa attesa la comprendiamo - ha quindi precisato Nicchi - ma abbiamo anche dei vincoli che dobbiamo rispettare, come quello del giudice sportivo. Finché non ha deliberato, non si può dire niente perché potrebbe influire. Possiamo rispondere solo su questioni tecniche e non disciplinari. L'unica cosa che vogliamo puntualizzare è che siamo disponibili a sperimentare tutto, ma vogliamo che si sappia che noi al momento non ci vogliamo aggiungere a quelli che fanno uno scoop su una parola quando magari l'interlocutore ha parlato per 40 minuti».

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