Doumbia: "Mi applaudirete"

17/02/2015 alle 08:47.
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IL TEMPO (E. MENGHI) - In questo periodo, in Russia, si riposa. Il campionato si ferma da dicembre a marzo e i giocatori vanno in letargo per tornare al top in Primavera. Doumbia, invece, dovrà aspettare l’estate per prendersi una pausa, dopo 4 anni di stop invernale. Le vecchie abitudini, si sa, sono dure a morire, perciò è difficile aspettarsi un atleta in perfetta condizione fisica ora. Se a questo si aggiungono le ore passate sull’aereo per lasciare la Costa d’Avorio, passare a Mosca e arrivare a Roma, la prestazione sottotono del nuovo centravanti giallorosso contro il Parma è presto giustificata. I tifosi, però, non gli hanno perdonato un approccio così «soft» e sono arrivati i fischi più veloci della storia di un neoacquisto. Almeno andando a memoria. «Devo lavorare duro per trasformali in applausi, questo è ciò che intendo fare nelle prossime settimane – ha promesso l’ivoriano, presentato ieri a Trigoriala partita con il Parma era un po’ difficile, dovevamo vincere per recuperare punti sulla prima in classifica». Obiettivo fallito e pubblico imbestialito. A fine gara la Curva ha chiesto a tutti di fare penitenza con un coro piuttosto esplicito («c’avete rotto il c... »), i fischi indirizzati a Doumbia (molto turbato dal trattamento ricevuto) sembrano più uno sfogo per il brutto momento che sta attraversando la squadra, piuttosto che un giudizio definitivo e prematuro sul giocatore.

A Seydou basterà rispettare l’etichetta da bomber che gli ha messo per dimenticarsi dell’esordio da incubo. «I suoi numeri sono imbarazzanti», aveva detto di lui , imitato da Rudi: «È un bomber». Ieri il Zanzi ha voluto ricordare perché è stato acquistato: «Non è solo un grande giocatore, sa anche segnare. Ha tutta la nostra fiducia». Ed è quello di cui ha bisogno: «Sono un centravanti - ha confermato l’ex Cska - ed è vero che ho segnato molti gol in passato. Mi serve la fiducia, come per ogni attaccante, e sono sicuro che la otterrò. Spero di essere un valore aggiunto e di rispondere in futuro alle attese della squadra e del pubblico». Per farlo, dovrà ritrovare la forma migliore: «In effetti non ho giocato molte partite nell’ultimo periodo, soprattutto tra novembre ed oggi. Intendo lavorare sodo per terminare questo campionato in bellezza. Con il Parma non è stata una delle mie migliori prestazioni, ma non credo che abbia sbagliato a mandarmi subito in campo, perché una settimana fa ho giocato la finale della Coppa d’Africa».

Cinquantatre minuti e un rigore (segnato), dopo due panchine di fila. Gervinho in nazionale gli «ruba» il posto, ma è stato lui a convincerlo a venire a Roma, dove potranno tranquillamente convivere: «Me ne parlava già da due anni ed è stato un fattore importante nella mia scelta. Ero in Africa quando ho saputo dell’interesse dei giallorossi e ho avuto modo di sentire anche il mister ( gli aveva telefonato, ndc)». Il tecnico puntava sul suo entusiasmo dopo la vittoria nella kermesse africana, ma il periodo no della Roma ha inghiottito anche Doumbia: «In stagione capitano momenti negativi, ma siamo ancora secondi. Non mi sembra di vedere una squadra molto diversa da quella che ho affrontato a settembre con il Cska». Forse non ha avuto nemmeno il tempo di accorgersi quant’è cambiata la Roma da quello spettacolare 5-1.

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