Squalifica sospesa, ma Garcia attacca: «Qui regole strane»

20/12/2014 alle 09:36.
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GASPORT (D. STOPPINI) - Da qualunque parte la si osservi, GenoaRoma è una commedia molto italiana che ha avuto tutto sommato un finale scontato: il chiarimento dello steward, la di sospesa, la multa di 20 mila euro congelata e la giustizia sportiva che fa un’altra figuraccia. Con l’aggravante del caso Holebas: stop annullato per un vizio di forma, perché il vice procuratore federale Marco Squicquero non avrebbe potuto/dovuto segnalare, il lunedì, un fatto che, secondo l’articolo 35 del codice di giustizia sportiva, non era nelle sue competenze segnalare. Risultato: sarà in panchina stasera contro il Milan e Holebas titolare sulla fascia sinistra.

DENUNCIA ADDIO La mossa decisiva è arrivata a Trigoria, via , ieri mattina: una dichiarazione di Enrico Meanto Cuneo — lo steward che aveva accusato di aver tentato di «tirargli uno schiaffo» — che precisava quanto accaduto nel tunnel di Marassi. «Una parziale rettifica», per dirla con le parole del d.g. giallorosso Mauro . «Un semplice chiarimento dei fatti», come invece fa filtrare il . La verità è nel mezzo: lo steward ha spiegato di non esser sicuro della volontarietà del gesto di . Un battibecco tra i due c’è stato, sempre secondo Meanto Cuneo, e anche un contatto fisico, che però potrebbe essere stato dettato dal movimento del braccio dell’allenatore francese, che in quei frangenti si adoperava per la chiusura del finger. Capra e cavoli salvati, detta all’italiana. Perché una totale rettifica del gesto avrebbe esposto lo stesso steward a una futura denuncia da parte di , che a quel punto avrebbe davvero avuto la strada spianata dopo un’ammissione di colpa così palese. In questo modo invece lo steward chiarisce, pare già aver riposto i suoi propositi legali — la denuncia ora sembra uno scenario improbabile — e la Roma la spunta sul piano pratico. Perché se in linea teorica si deve parlare di sospensiva, di fatto la decisione della Corte sportiva d’appello nazionale è una vittoria del club giallorosso e del suo avvocato, . Che peraltro deve aver un po’ «spaventato» la Corte, portando con sé ieri pomeriggio una serie lunghissima di potenziali testimoni: il dottor Colautti, i preparatori Scala, Rongoni e Nanni, il Scaglia e i due vice di , e Bompard. Testimoni impossibili da ascoltare tutti in un pomeriggio: anche per questo la Corte ha rimandato la palla alla Procura federale di Stefano Palazzi — con una tempistica a questo punto tutta da definire, ma certamente non rapida — «affinché vengano accertati gli accadimenti oggetto di giudizio, acquisite le testimonianze eventualmente occorrenti». Dunque, anche quella dello stesso steward.

-MOURINHO Se ne riparlerà tra qualche mese. Ma prima dell’audizione, durata in tutto 30’, era esploso in conferenza stampa. In stile Mourinho, mossa che ormai gli è familiare, con l’obiettivo di motivare la Roma antiMilan: «Ascoltatemi bene: più ci daranno fastidio, più lotteremo. Più sarà difficile, più attaccheremo », ha detto il francese alzando i toni. Che poi non si sono più abbassati: «I fatti di Genova? Sì, ho dato una bastonata allo steward e poi gli ho sparato con la pistola», ha sorriso ironicamente. Prima di tornare serio: «A Marassi ci siamo sentiti in pericolo, qui in Italia a volte le regole sono un po’ strane: essere condannato senza essere neppure ascoltato è una cosa mai vista, dalle mie parti. Ma ora penso solo al Milan. Delle parole di Nedved e Allegri su di me e sulla squadra non mi frega nulla. Voglio solo mettere tre punti sotto l’albero di Natale della Roma. E ho visto i giocatori motivati al punto giusto». Le parole servono a questo.

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