Totti oltre il buio

23/08/2010 alle 11:08.

IL MESSAGGERO - Della notte della Supercoppa regalata all’Inter restano il genio di Totti che si accende ancora una volta a San Siro, un’ora di ordine tattico e di gioco accettabile e di Pizarro che fa il regista, dando equilibrio e leggendo la partita. Non può, però, bastare alla Roma per vivere una stagione da protagonista. Né nella partita secca contro l’Inter dei quattro tituli. E nemmeno contro altri rivali, anche meno forti e organizzati.

I regali di Vucinic e pesano. Ma sarebbe sbagliato soffermarsi solo sui singoli. Sabato, nell’anticipo all’Olimpico contro il Cesena, i giallorossi partono in campionato con diverse incognite. I malumori tra dirigenti, ormai ufficializzati anche dall’interno, l’organico ancora incompleto per la normale insoddisfazione di Ranieri, i nuovi che ancora non sono da considerare rinforzi e la condizione atletica insufficiente di alcuni titolari. Le dichiarazioni di facciata servono a poco o a niente, i problemi esistono e, anche se sarà difficile risolverli in pochi giorni, non conviene a nessuno nasconderli.

La settimana inizia con due appuntamenti. Nel pomeriggio la squadra torna ad allenarsi a Trigoria: il tecnico farà bene a parlare direttamente ai giocatori. Non è il momento di dividere il gruppo, ma di chiedere aiuto a tutti. E al tempo stesso di dire che certi strafalcioni visti sabato sera non sono da professionisti. Meglio chiarirsi subito. Superficialità e deconcentrazione non sono accettabili. Se poi uno non se la sente, perché non al meglio, chieda di restar fuori. Per non buttare al vento quanto di miracoloso fatto la stagione scorsa. Sempre oggi la banca Rothschild si rimette al lavoro per cercare (ascoltare) possibili acquirenti.

«Nessun allarme, anche perché abbiamo giocato bene. Insomma meritavamo di più. Ma dobbiamo far tesoro di certi errori: da non ripetere. Mi dispiace per i nostri tifosi che sono sempre e ovunque al nostro fianco». cerca di risollevare l’ambiente. Ma la Roma, è bene dirlo subito, non può vivere solo sulle giocate del suo capitano, sicuramente in forma: se in questa squadra il migliore è un calciatore di 34 anni, qualcosa vorrà dire. Lo stesso Ranieri, a San Siro, va giudicato in due fasi. Ottima la preparazione della partita e giusto il 4-1-4-1 per limitare Sneijder e chiudere le fasce. Ma dopo l’uscita di Pizarro, anche l’allenatore non ha convinto negli interventi in corsa. Lui ha promosso la Roma, a parte le disattenzioni, ma dopo la partita ha avvertito i giocatori. «Dobbiamo essere più cinici e pratici». Le sue sostituzioni, in particolare le prime due, non sono però sembrate mirate. Perché Taddei mediano, al posto di Pizarro, e non Brighi, tra l’altro in un 4-4-2 in cui Perrotta resta sulla fascia? Se proprio bisogna mettere il brasiliano, non c’è dubbio che sia più funzionale sul lato. Accentrando Perrotta. Poi dentro Adriano per Vucinic: un errore sostituire il montenegrino, assente e a tratti svogliato (non è che si aspettava un ritocco dell’ingaggio? Fateci sapere), con il brasiliano, attualmente, al dieci per cento. Si è visto subito e non per la difficoltà nel saltare l’uomo, ma per quel tiro, da buona posizione, quel sinistro appoggiato tra le braccia di Julio Cesar. Non giudicabile o quasi, dunque: davanti meglio Okaka in questo momento, utilizzato però a giochi fatti. Con l’Imperatore, in campo a metà ripresa, il terzo sistema di gioco della serata: 4-3-1-2, con Menez trequartista e crollo giallorosso. Anche perché non sta al top, Taddei è fuori posizione e Perrotta fuori giri. E è ormai stanco e vicino a lui c’è Adriano, statico e lento. E in più pesa la resa, più che comprensibile, di Pizarro, alla prima stagionale.

Qui s’inserisce il tema fondamentale della Roma di oggi. Il mercato del club giallorosso non piace a nessuno. Nemmeno a Ranieri. Ma senza euro né lui né altri possono sognare acquisti di primo piano. La squadra punta ancora sui più vecchi: oltre a , Pizarro, Taddei, Cassetti e Perrotta. L’unico volto giovane è Menez. Simplicio, il sostituto di Pizarro, è in tribuna: il brasiliano, uno dei colpi a costo zero, è come se non avesse fatto la preparazione, per problemi vecchi e anche nuovi. Rosi è fresco, ma resta in panchina: Cassetti è più terzino e più esperto di lui. Burdisso junior è nei diciotto, Burdisso senior ancora dell’Inter. , l’unico titolare, tra i nuovi (era a Trigoria anche l’anno scorso, ma in prestito e da terzo), già bruciato, al primo colpo. Il romeno, 800 mila euro per il riscatto, è sin qui l’acquisto più caro. Pensate un po’. E’ stato voluto da Pellizzaro, il dei portieri, e quindi da Ranieri, anche perché fa spogliatoio. La prima scelta per lo staff tecnico, come vice Julio Sergio, era Curci. La società ha detto no, perché la piazza non avrebbe gradito la scelta. Un po’ come Doni. Scartato al ritorno da Atene, proprio come si fa con le «mele marce», e difeso da che già ha capito come andrà a finire. Del resto sta studiando da dirigente, sostituendosi anche a chi lancia il sasso e nasconde la mano. Rischiando di mandare la Roma in frantumi prima di cominciare.

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