Vucinic: il mal di Roma. Non segna da 150 giorni

28/10/2009 alle 09:02.

GASPORT (S. BOLDRINI) - Centocinquanta, e fer­miamoci qui, senza rispolvera­re vecchie filastrocche. Sono 150 giorni che Mirko Vucinic non segna in campionato. Cin­que mesi, l’ultima festa risale al 31 maggio scorso, Roma-To­rino 3-2. L’unica rete della sta­gione di Mirko è un’illusione d’estate datata 30 luglio 2009, quando nell’afa dell’Olimpico la Roma spezzò le reni ai belgi del Gand grazie anche al cen­travanti montenegrino. Zero gol, ma molti titoli. «Vucinic, un incubo». «Vucinic, mai così spento», «Vucinic supponen­te, merita i fischi dello stadio». Poi chiacchiere in libertà, tra radio, tv e bar, argomento «che fine ha fatto il giocatore che ha segnato due gol al Chel­sea, ci ha fatto trionfare in ca­sa del Real ..

Analisi di un crac Già, bella do­manda: che fine ha fatto? Clau­dio Ranieri nella conferenza stampa di ieri ha indicato una traccia: «Vucinic avrebbe biso­gno di allenarsi bene e ogni tanto di tirare il fiato, ma in questo momento devo chieder­gli di sacrificarsi». Vucinic, co­stretto ad agosto a finire sotto i ferri per un problema al gi­nocchio, è a corto di tante co­se: di condizione atletica, di gol, di autostima. E, forse, an­che un po’ seccato perché il suo momento difficile rischia di inghiottire la sfera privata: la contestazione non rispar­mia lui e chi gli sta vicino. I nu­meri indubbiamente sono im­pietosi per un attaccante del suo livello: 8 presenze, 567 mi­nuti, un’ammonizione. Ma Vu­cinic dovrebbe anche interro­garsi su altri messaggi spediti ieri da Ranieri: «Non basta es­sere bravi tecnicamente e tatti­camente. Serve il carattere, bi­sogna lottare». Sembra l’iden­tikit di Mirko: bello, bravo, ta­lentuoso, ma moscio. «Gli manca la rabbia in corpo e que­sto per un attaccante è un gra­de limite», ci disse un giorno di lui un grande ex dirigente della Roma. Vucinic, in realtà, ha solo un modo per superare tutto questo: segnare un gol. Brutto, sporco e magari anche cattivo, ma che sia uno strac­cio di gol. Il Livorno sembrava l’occasione ideale per mettere il suo nome nel tabellino dei marcatori e tirare su il morale, ma Mirko ha sprecato un’occa­sione che era più difficile but­tarla fuori che in porta. Oggi, per Vucinic passa un altro tram. Persi e Menez, ridi­mensionato Okaka, toccherà a lui caricarsi la Roma sulle spal­le. Riuscirà il nostro eroe a mo­strare finalmente di avere an­che carattere?

I ritorni La notte di Vucinic sa­rà anche la notte dei ritorni. A Udine si rivede finalmente Juan, dopo l’infortunio musco­lare figlio di . Si ritrova Motta, uscito con una caviglia malandata sempre nella jellatissima sfida con il , dove saltò soprattutto il ginocchio di . A centro­campo, sarà il redivivo Brighi a fare coppia con per sostituire Pizarro. Trequarti­sta d’assalto, a sinistra, reme­rà Guberti. Si accomoderà in­vece in panchina il romeno Lo­bont: Doni sta superando be­ne la contusione alla coscia e dovrebbe farcela. In un mare di guai, con la rinuncia forzata all’ultimo minuto di Burdisso — fastidio al polpaccio sini­stro, si tratta di un semplice af­faticamento, contro il dovrebbe esserci — almeno una buona notizia. Una.

 

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