Pjanic, l'erede al trono

13/12/2012 alle 10:07.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Tutto è cambiato dopo quel gol alla Lazio. Anzi, dopo quel vaffa spedito a Zdenek Zeman dopo aver segnato alla Lazio. Come se quella (inutile) rete a Marchetti, con pesante appendice verbale («Mi ha chi

IL RUOLO Ecco, un’ulteriore valutazione per decifrare la sua metamorfosi passa attraverso la posizione in campo. E va dato atto a Zeman di aver trovato il ruolo giusto per esaltare le sue qualità di attaccante. Complice l’assenza di Lamela, ha piazzato al posto dell’argentino, cioè a destra, ricevendo in cambio un’interpretazione inedita e concreta del ruolo sia a Siena che contro la . Quando Zdenek, poi, l’ha impiegato come intermedio di sinistra, il bosniaco - senza da quele parti - ha inventato calcio su calcio, terminando la partita contro l’Atalanta con il voto più alto in pagella. Il pallone che offre a in occasione della terza rete romanista, ad esempio, è la sintesi perfetta del calcio zemaniano. Un colpo di genio alla , verrebbe da dire. Già, . non ha mai nascosto che Francesco sia uno dei suoi punti di riferimento (e il capitano per lui stravede...). «Accanto a giocatori come e ho imparato molto. Non solo nello sport, ma anche nello stile di vita e atteggiamento da tenere fuori dal campo», ha confidato qualche giorno fa a L’Equipe. E non v’è dubbio che, al momento, il giocatore della rosa (e forse non solo della rosa giallorossa) che maggiormente somiglia a sia proprio . Ecco, ad esempio, quanto ha dichiarato Zeman sul suo conto dopo la partita di martedì di Coppa Italia. « ha grandi qualità, ha tiro, dribbling, inserimento e passaggio gol». Non vi viene in mente il del 1998, quello che a ventidue anni giocava alla grande proprio con il boemo in panchina? ha l’età di quel , e l’accostamento non appare azzardato.

IL FUTURO È uno che guarda in alto, il bosniaco. «In passato mi sono ispirato a Zidane, per la sua creatività, per aver reso facili le giocate difficili», un suo virgolettato. E, ricordando gli anni trascorsi a Lione, non ha mai perso occasione per decantare gli insegnamenti ricevuti da Juninho Pernambucano, il brasiliano specializzato nei calci piazzati, e non solo. «Non paragonatemi a Iniesta, ma ammetto che quel passaggio per l’ho studiato guardando lo spagnolo», ha confidato dopo l’Atalanta. , Zidane, Juninho e Iniesta, mica robetta di periferia.

La Roma ha puntato fortissimo su di lui, l’ha blindato fino al 2015 e ha detto no a tutte le offerte arrivate nella passata estate, con e Tottenham in testa. appare destinato a fare la storia della Roma, se ne avrà voglia e capacità. Non sarà un duello con Lamela (chi giocherà attaccante di destra domenica in casa del Chievo?) a complicare il suo percorso, fatto già di 201 (duecentouno!) partite ufficiali con le maglie di Metz, Lione e Roma. Tanta, tanta roba. 

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