Romagnoli e Nico Lopez, prima con i grandi

09/07/2012 alle 11:13.

IL ROMANISTA (V. META) - Tre settimane fa a Buonconvento andava a consolare i compagni dopo l’eliminazione degli Allievi Nazionali alle finali scudetto. Ieri Alessio Romagnoli si è infilato per la prima volta una maglia della Roma con il suo nome sulla schiena sopra al numero 46, realizzando il primo dei sogni che insegue da quattordici anni (praticamente una vita, visto che lui ne ha compiuti diciassette a gennaio), vale a dire da quando gioca a calcio.

Si parlava dei ’93 Barba e Orchi (che giusto due giorni fa è passato in prestito al Catanzaro, Prima Divisione), invece Zeman ha scelto il più giovane di tutti, quello che con Luis Enrique si era appena affacciato a qualche allenamento, ma per cui stravede fin da quando l’ha visto esordire in Primavera nel derby d’andata appena sedicenne. Contro gli altoatesini si è potuto limitare a un solo vero intervento, un tackle talmente rapido e pulito che quando si è rialzato ha pure avviato l’azione successiva. Abbastanza per presentarsi, non ancora per stupire. A Nico Lopez, invece, per far capire ai tifosi che lo conoscono solo di nome - per chi non segue la Primavera, l’ex Nazional Montevideo è lo scricciolo arrivato a Natale e mai preso in considerazione da Luis Enrique - è bastato toccare un paio di palloni e poi mandare in porta . Diciannove anni compiuti da poco, undici gol in otto presenze in campionato con la Primavera e tanta voglia di cancellare presto la delusione per quella finale soltanto sfiorata. Tecnica, velocità, un sinistro che non ha bisogno di lezioni e un senso del gol talmente spiccato che le prime reti in giallorosso le ha segnate tutte di testa, lui che certo non è un gigante. «Sono molto contento di tutti i ragazzi che hanno giocato, ma per le valutazioni è ancora presto» ha detto Zdenek Zeman dopo la partita. Intanto c’è da scommettere che la prossima volta Romagnoli e Lopez se li ricorderà più di qualcuno.

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