Luis Enrique, sotto lo stile niente

11/05/2012 alle 19:10.

BLOG.GUERINSPORTIVO.IT (S. OLIVARI) - Tutto si può dire del Luis Enrique allenatore, tranne che manchi di educazione e di onestà. Rinunciare a un anno di contratto con la Roma a 3 milioni lordi, quando il manuale del bravo allenatore ‘italiano’ (non necessariamente di passaporto) insegna che per farsi cacciare basta mettere in campo una formazione provocatoria o dare qualche titolo forte alla stampa, torna ad onore del 42enne asturiano che sul piano dei risultati ha ottenuto poco e su quello del gioco purtroppo anche. Perché al di là della simpatia umana per un uomo che ha indubbiamente qualcosa di Guardiola

Una tifoseria come quella giallorossa può tollerare le 16 sconfitte, in omaggio a un ideale di calcio alla quale l’hanno educata grandi maestri (Liedholm e Zeman su tutti) e piccoli budget, ma non il clima da ‘rompete le righe’ che si è respirato nelle ultime settimane senza che Luis Enrique avesse un vero nemico. Non i giornalisti, sempre affascinati da guru e para-guru, fatta eccezione per i nostalgici dei Sensi. Non i cosiddetti senatori: rinnovando il contratto gli aveva dato anzi fiducia, mentre ormai pensa solo alle statistiche personali ed è andato avanti a forza di infortuni ‘diplomatici’. Anche se di sicuro un campione che cammina non era certo alla base del ‘progetto’. Non i giocatori più giovani o quelli di minor nome, che Luis Enrique ha sempre trattato con lo stesso metro dei grandi, venendo ripagato da litigi da cortile (esemplare quello fra Osvaldo e Lamela) e i musi lunghi di chi credeva che ogni regola fosse saltata. Non la società, che soprattutto nella persona di Baldini ha voluto legare la propria immagine a quella di un allenatore teoricamente emergente e che probabilmente non l’avrebbe esonerato. Insomma, alla fine una bella storia si è chiusa tutto sommato bene e con stile. Ma non ha lasciato niente. Proprio come quelle con i vituperati mestieranti. Adesso avanti con un altro allenatore che porta bene la giacca, come Vincenzo Montella, ma che a livello di serie A ha dimostrato ben altra sostanza in proporzione al materiale umano avuto a disposizione.

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