
IL ROMANISTA (V. VERCILLO) - Dal 12 novembre 1972 al 4 marzo 2012. Quarantanni di derby, «e li vivo sempre peggio». Giuseppe Manfridi, autore, sceneggiatore, scrittore, attore, il drammaturgo italiano vivente più rappresentato allestero
Cè il derby, come arriva la Roma a questa gara?
Beh, insomma... non si poteva arrivare al derby in condizioni più complicate. È una disfatta in campionato, polemiche... Cè un senso di fragilità che purtroppo ci si porta dietro in modo altalenante dallinizio del campionato. Purtroppo cè proprio unincapacità di essere certi di cosa sia questa squadra, che a volte ha fatto vedere cose stupefacenti che non sono regredite, ma letteralmente svanite. Bisogna sperare che dopo aver toccato un punto così basso, ora ci si rialzi.
Che partita sarà?
È una partita che la Lazio affronterà con la consapevolezza di poter ghermire, perché ha dato prove di volitività che la Roma non ha spesso dato. Penso a quella sciagurata vittoria della Lazio contro il Cesena: se avessero vinto tranquillamente 2-0 sarebbe stato meglio. Ma così si sono riforniti dellidea che volendo possono prendersi in mano una partita quando pare e piace a loro. Noi oggi siamo reduci da una sconfitta con la Lazio, e non più dalle 5 vittorie consecutive: improvvisamente lultima sconfitta iniqua - in stile appunto laziale - ha reso vecchie quelle vittorie. Se non dovesse andare in un certo modo sarebbe uninfilata a vantaggio altrui che quasi comincerebbe a pareggiare i conti.
Che cosè la Lazio?
Biblicamente il male. È qualcosa di primordialmente malvagio, di iniquo. Raccoglie il senso dellinsensatezza. È qualcosa che non dovrebbe esistere, e che esistendo quindi in qualche modo sporca il paesaggio, per essere addirittura razzisti. È una mia ossessione: se devo pensare alla Lazio in modo ideologico la ritengo un coacervo di iniquità che ha portato difatti a qualcosa di assolutamente infame che è LazioInter di due anni fa.
Di Luis Enrique cosa pensa?
Mi suscita emozioni molto alterne, soprattutto positive però. Certo, da tifoso mi consento anche a qualche imprecazione contro. Temo che sia in certe situazioni un po zemaniano, ovvero temo che non sia un allenatore da derby. Spero che senta questa gara più di quanto io pensi. E quindi vorrei che sia una partita mazzonianamente diversa dalle altre, e non zemaniamente come le altre. Il primo derby della sua vita? Premetto che io non sono figlio darte. Mio padre è diventato affettuosamente romanista perché suo figlio è nato tale: sono io che ho tramandato la passione al mio papà. Il mio primo derby dunque lho visto tardi. Era un Roma-Lazio con la Lazio reduce dalla serie B. Vinsero 1- 0, gol di Nanni al mio amatissimo Ginulfi, che si fece uccellare da questo tiro quasi da centrocampo.
Comè cambiato il tifo da allora?
Allora cera un rapporto più osmotico, mi ricordo che cerano anche dei laziali in Sud che però non vennero linciati. Ma io ricordo pure che andai a vedermi un Lazio-Inter col fazzoletto della Roma in Nord, e nessuno mi disse niente: ricordo lincredibile natura fantascientifica dellevento. E cera nel mio primo derby questo laziale davanti che per scaramanzia continuava a dire: Ma tanto non cè speranza, pareggiano sicuramente. E io mi attaccai alla sua scaramanzia: tanto più ci si avvicinava alla fine, quanto più si convinceva che la Roma avrebbe pareggiato e vinto. Non fu così. Il primo derby che ricordo invece con immenso entusiasmo fu quello in cui la Roma vinse a pochissimi istanti dalla fine con un gol di Prati, dopo che la Roma era stata tritata per tutta la partita. Io ero in Sud e nel primo tempo la Lazio attaccò costantemente: quindi unansia continua, perché cera un batti e ribatti sotto i nostri occhi. A un certo punto arriva un pallonetto che scavalca Conti. Io ancora ricordo che dicevo: Va bene, hanno segnato, è finita. E invece si vede spuntare dal fondo della terra un piede che arriva sotto la traversa che in rovesciata butta via il pallone dalla linea di porta. E a quel punto si cominciò a sperare nel pareggio. A pochi minuti dalla fine la Roma avanza verso la Curva con la palla: in quel momento era come un parente che rivedevi dopo anni dassenza. Da un cross basso spunta Prati che in scivolata la mette dentro, per poi andare a festeggiare in ginocchio dentro una pozzanghera sotto la Sud.
Come vive i derby oggi?
Malissimo, è una partita che non vorrei vedere. Tanto è vero che ora sono in montagna, speravo di tornare a Roma domenica sera, invece i miei figli mi hanno costretto ad andare allo stadio. Io lo soffro moltissimo, anche perché devo ammettere che mi pesa davvero vedere la Nord. Stare nello stesso spazio... non lo so, mi pesa. Le sensazioni che vive oggi in un derby sono le stesse che viveva anni fa o sono cambiate? Le sensazioni cambiano, perché nei primi derby che vivevo non avevo memoria di quelli precedenti. Era solo la partita di quel momento. Oggi invece i derby sono il riassunto di tutto un passato che comunque si conferma sgradevole e brutto. Ieri come oggi, il patimento per un derby perso ha qualcosa di più incisivo della gioia di uno vinto. Perché questa è effimera, invece il derby perso non te lo fanno dimenticare. A meno che non si arrivi a capolavori come il 5-1: tripletta di Montella, si trema il giusto quando Stankovic fa il 3-1, ma poi arriva il quarto dellAreoplanino e il gol stupefacente di Totti. Il giorno dopo, ancora lo ricordo, ero in macchina e mi venne per istinto di suonare il clacson. A distanza di un secondo mi rispose unaltra macchina: la città era rimasta felice, perché Roma è felice quando vince la Roma. Continuo a sostenere che la gioia per lo scudetto laziale sia come un parrucchino in testa a un calvo, e Roma è stata costretta a dargli albergo come un ospite straniero. Roma è felice quando la Roma è felice, e questepisodio lo dimostra: il giorno dopo la vittoria di un derby, se uno sente un clacson suonare conosce il motivo e risponde.
Chi sarà luomo derby?
Se cè Totti in campo, significa che luomo partita da candidare è sempre il capitano. E Totti giocherà. Tra laltro per lui sarà una partita diversa. Premetto che ogni record di Totti è un record della squadra, visto che Totti si è totalmente immedesimato della realtà Roma. E con il prossimo gol, se dovesse essere nel derby, raggiungerebbe Delvecchio. Credo che non possa non essere Totti il recordman dei gol fatti alla Lazio. Lui dovrebbe giocare fin quando non supera Delvecchio, anche se dovesse arrivare a 50 anni. Dovrebbe entrare in campo anche solo se ci dovesse essere un rigore da tirare. E in più, come ricordavo con il mio amico Tonino Cagnucci, il prossimo gol di Totti sarebbe il 212 in serie A: significa che raddoppierebbe il record di Pruzzo. Io credo che non esista al mondo una squadra di questo livello che abbia il suo capocannoniere storico capace di realizzare il doppio del suo secondo capocannoniere storico. E se lo facesse contro la Lazio, bisogna tener presente che con un gol Totti realizzerebbe di nuovo due risultati da record fantastici, quindi altri due trofei della Roma. Uomo derby, quindi? Lopzione reale, passionale, è Totti. E poi mi gioco una carta pazza e dico Marquinho