IL ROMANISTA (S. ROMITA) - Tanto hanno piagnucolato sti laziali sulla scelta dellarbitro che ne hanno condizionato pesantemente il comportamento, latteggiamento e le decisioni, per novantatre minuti. E quasi scontato che contestare larbitraggio in maniera preventiva qualche effetto lo produce, s
I continui falli dei difensori avversari su Osvaldo non sono stati mai visti. Anzi, peggio, sono stati interpretati per tutta la partita in senso contrario. Per principio preso diremmo, visto che al termine proprio unoccasione del numero 9 romanista che si stava involando verso la porta laziale è stata bloccata inspiegabilmente. Lunica cosa che Tagliavento potrebbe aver visto nelloccasione è una rete romanista praticamente certa a un minuto dal termine. O lennesima spallata regolare di Osvaldo che per Tagliavento evidentemente è scomparsa dalle regole del gioco. Ma allarbitro, che non ha mai interrotto il gioco nonostante i romanisti crollassero a terra come mosche (Pjanic, De Rossi, Gago, Bojan) per falli violenti subiti, e che ha fatto proseguire sempre le azioni, vorremmo imputare anche altro.
Tagliavento ha fischiato solo due "giochi pericolosi" contro i romanisti (uno di Brocchi e laltro di Cissè) impossibili da tralasciare. Nei quindici minuti finali di caccia alluomo giallorosso in tutte le zone del campo, Tagliavento si è accorto solo delle botte a Pizarro, peraltro mandato in campo un po troppo in ritardo da Enrique, visto che a centrocampo si soffriva da molti minuti. Detto questo è chiaro che la Lazio del secondo tempo, in undici contro dieci, ha avuto la supremazia nel controllo della palla, e ha potuto spingere a fondo (palo e traversa). Tuttavia il pareggio sarebbe stato il giusto risultato. Non è andata così.
Cera la necessità di togliere la castagna Reja dal fuoco amico dei suoi stessi tifosi. E il pareggio per i laziali sarebbe stato comunque un risultato negativo. Alla Roma, che è piaciuta per la sua velocità e che fino a quando ha potuto giocare alla pari aveva sopraffatto gli avversari per gioco e qualità, non abbiamo nulla da
rimproverare. Anzi sì, una cosa. E a Osvaldo. Non basta mettere le magliette sfottò per imitare Totti. Si deve anche saper attendere il fischio finale della partita per mostrarle al mondo.