Subito 40 milioni per le stelle

17/04/2011 alle 14:18.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Una cessione per ammantarci di stelle e strisce, un prestito per partire alla grande, una ricapitalizzazione per sanare le perdite e consolidare il patrimonio. Ecco i costi e termini dell’acquisto dell’As Roma. Il comunicato diffuso quando in Italia era notte fonda (è giunto alla mail del “Romanista” all’1,29 di ieri) riporta le cifre esatte dell’operazione. Viene confermata la ripartizione delle quote di controllo della futura As Roma: il 60% agli americani, il 40% a Unicredit. Il governo del club giallorosso, attivi e passivi, oneri e onori, incassi e spese, dipenderà da questo rapporto di forze.

così la liquidità necessaria per investire immediatamente sul mercato. Una buona campagna acquisti, con delle cessioni ponderate, farà comunque lievitare sensibilmente la cifra cash. Baldini potrebbe ritrovarsi a gestire un portafogli ricchissimo. Come negli anni della Grande Roma. Quella del terzo scudetto. «Siamo felici», ha commentato soddisfatto il direttore operativo Gian Paolo Montali, «questo accordo ci dà carica e un’energia in più. Possiamo ora programmare il futuro in modo più dettagliato. Questa sinergia, tra gli americani e Unicredit, è positiva per il gruppo e la squadra».

Entriamo nel dettaglio. L’accordo prevede che la DiBenedetto As Roma LLC, la società partecipata da DiBenedetto, D’Amore, Pallotta e Ruane, costituisca con Unicredit una Newco. Sarà questa nuova società, questa holding, a fare tutto. Comprerà l’As Roma, certo. Ma anche As Roma Real Estate, leggi Trigoria e Brand Management Srl, leggi marchio e merchandising giallorossi. Il prezzo del triplice acquisto? 60.3 milioni per il 67,097% di Roma 2000, l’attuale controllante dell’As Roma, più 6 milioni per Roma Real Estate e 4 milioni per Brand Management Srl. Totale: 70.3 milioni, di cui 42.2 milioni (il 60%, appunto) a carico degli americani. Gli altri 28.1 milioni (il 40%) ce li mette Unicredit.

Le parti hanno concordato anche la futura ricapitalizzazione, che viene stimata in almeno 35 milioni. Il prossimo bilancio dell’As Roma sarà in profondo rosso. Sarà necessario intervenire ripianando le perdite nell’esercizio successivo, che si chiuderà a giugno 2012. «Nei tre mesi successivi alla conclusione dell’Opa», si legge nella nota, sarà lanciato «un aumento di capitale in opzione, a condizioni di mercato». Esattamente come per l’acquisto del 67,097% dell’As Roma, anche l’aumento di capitale sarà ripartito in ragione della divisione delle quote della holding: 21 milioni (il 60%) li dovranno tirare fuori gli americani, i restanti 14 milioni (40%) la banca.

Poi c’è l’Opa, l’Offerta pubblica di acquisto. Una volta concluso l’iter della compravendita, e quindi solo dopo che l’Antitrust avrà approvato l’accordo sottoscritto a Boston, andrà lanciata per legge sul 32,903% di capitale sociale non in possesso della holding romanista. Attenzione, è obbligatorio chiedere ai piccoli azionisti se vogliono vendere le loro azioni. Ma non è obbligatorio accettare. Il prezzo fissato a Boston è di

0,6781 euro. Ovvero, quasi 50 centesimi in meno (0,4879 per la precisione) del valore attuale, che è di 1,166 euro. C’è una spiegazione. Gli americani non hanno alcun bisogno di rastrellare azioni, perché con il

67,097% (di cui però il 40% è di Unicredit) controllano già l’As Roma. È una spesa dovuta, ma di fatto strategicamente superflua. In ogni caso, nell’eventualità che tutti i piccoli azionisti aderissero all’Opa, le parti hanno stanziato 29.570.365 milioni. Anche qui, 17.7 sono a carico della DiBenedetto As Roma LLC e 11.8 di Unicredit.

Piazza Cordusio finanzierà la cordata con un prestito complessivo di 40 milioni (30 sono da restituire entro il 2016, 10 entro il 2021). Il denaro permetterà agli americani di intervenire in maniera incisiva per rafforzare la rosa. Aggiungeteci che eventuali operazioni intelligenti in uscita faranno impennare la cifra. Sognate pure, l’uomo delle stelle sta per arrivare. Si chiama Franco Baldini.

Clicky