Pizarro dice ancora no. Ma stavolta al Cile

03/03/2011 alle 10:10.

IL ROMANISTA (G. DELL'ARTRI) - Torna a far discutere un rifiuto da parte di Pizarro. No stavolta la Roma non c’entra, anzi dalle ultime indicazioni il



Si sarebbe trattato di un ritorno a più di 5 anni di distanza dall’ultima volta. Era infatti il 13 ottobre 2005 quando il Pek disse basta, dopo la delusione per la mancata qualificazione

ai mondiali di Germania. All’epoca Pizarro si era da poco trasferito all’Inter e preferì dedicarsi unicamente alla sua carriera nella squadra di club. Anche dopo il trasferimento alla Roma, più volte dal Cile hanno provato a richiamarlo, ma lui ha sempre risposto “no, grazie”. Perché voleva pensare solo alla Roma e magari a vincere quel “maledetto scudetto” come lo aveva definito la scorsa estate. Borghi, che ha chiuso la carriera da giocatore proprio nel Santiago Wonderers (la squadra d’origine del Pek), può aver pensato che stavolta le cose avrebbero potuto essere differenti. Perché c’è l’obiettivo dei mondiali del 2014 in Brasile da raggiungere e magari anche perché Pizarro non sta vivendo un momento particolarmente felice alla Roma. E invece la risposta è stata sempre la stessa. «No, grazie».



Il ct ha raccontato anche le motivazioni del rifiuto: «David mi ha detto che ho ha disposizione molti giocatori giovani, molto materiale – ha spiegato -. Quando disse addio alla nazionale fu per un motivo preciso, ma è passato molto tempo e pensavo che ci potesse ripensare. Non è stato così». Nessuna distrazione, dunque. Nessun viaggio intercontinentale. Per David c’è solo la Roma a cui pensare. A patto di mettere da parte tutti i problemi di questi ultimi mesi. Per lui qui nella Capitale non sono giorni facili. Un periodo no culminato con i fischi dell’Olimpico nella partita contro il Parma, con i tifosi che gli contestano la mancata disponibilità a giocare nell’ultima fase della gestione Ranieri. A complicare la faccenda ci si è messo anche l’infortunio al ginocchio subito a fine primo tempo per colpa di un intervento da dietro di Giovinco. Il dolore, l’uscita in barella e il timore che si potesse trattare di qualcosa di grave. Ma uno dopo l’altro gli esami hanno escluso lesioni serie. Ultima in ordine di tempo la risonanza a cui si è sottoposto martedì e che ha dato esito negativo. Ieri, dunque, nel giorno della ripresa degli allenamenti dopo il giorno di sosta concesso da Montella, il Pek è potuto tornare in campo assieme ai compagni. Niente lavoro differenziato, ma allenamento con il gruppo (anche se con una vistosa fasciatura al ginocchio). A questo punto crescono vertiginosamente le possibilità di vederlo in campo domani sera a Lecce. Dove, mancando anche per , verrebbero altrimenti a mancare entrambe le principali fonti di gioco della Roma. Si potrebbe dunque

provare a recuperarlo, a meno che a Trigoria non si preferisca risparmiarlo in vista dell’impegno di martedì
prossimo nel ritorno degli ottavi di contro lo Shakhtar. A Donetsk servirà una vera e propria impresa per vincere con due gol di scarto e la presenza del Pek sarebbe fondamentale. Per la Roma, per il cammino europeo. Non per i Cile. Lì ha già detto: no grazie. 

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