Brighi: «Sono pronto»

16/10/2010 alle 12:55.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - «Sono pronto». Matteo Brighi non può parlare, come tutti i tesserati As Roma, ma a chi lo conosce bene confida il suo stato d’animo. Lo scorso fine settimana è tornato a Rimini, a casa sua, e si è rilassato con gli amici di sempre, tra una piadina e qualche passeggiata sul lungomare. Poi è tornato a Roma e, complice l’infortunio di De Rossi in Nazionale, ha capito che contro il Genoa avrebbe avuto



D’altronde, Ranieri gliel’ha detto apertamente al momento del rinnovo del contratto: «Io punto su di te». E Matteo ha risposto presente. Sa bene quanto il tecnico lo consideri importante nel suo scacchiere, pronto a subentrare a o Pizarro, a Perrotta o a un attaccante, come è successo nel secondo tempo di , quando ha preso il posto di Menez. «Lavorare in silenzio» è il suo motto, che lo fa apprezzare dall’allenatore, dai dirigenti e, soprattutto, dai compagni di squadra, che si fidano ciecamente. È chiaro che, fosse per lui, giocherebbe di più, ma Matteo sa che, a fine stagione, per un motivo o per l’altro, nella Roma riesce sempre a ritagliarsi uno spazio importante. Era così con Spalletti, è così con Ranieri, che ha fortemente voluto quest’estate la sua conferma, quando club italiani e stranieri bussavano a Trigoria per avere sue notizie.



Quest’anno, a dir la verità, le sue prestazioni non sono state al livello delle stagioni precedenti, ma Brighi è stato vittima della confusione fisica e tattica che ha investito tutta la squadra. Nessun minuto per lui in Supercoppa, appena un quarto d’ora, al posto di , nell’esordio in campionato contro il Cesena. Non è poi entrato in campo nella maledetta notte di Cagliari, mentre a Monaco è partito dal primo minuto, giocando esterno in un centrocampo a quattro con Perrotta, e Pizarro.

Col , invece, nuova panchina e nuovo ingresso nel secondo tempo al posto, ancora una volta di . A Brescia poi, complice ancora l’assenza di Daniele, ha giocato dal primo minuto, stavolta come interno di centrocampo, ruolo sicuramente a lui più congeniale. Contro l’Inter è entrato a tre minuti dalla fine al posto di Menez, giusto in tempo per gustarsi il gol capolavoro di Vucinic e la prima vittoria stagionale. Col Cluj è rimasto a guardare, mentre a , come detto, ha giocato tutto il secondo tempo al posto di Menez. Una scelta che ha convinto pochi, in primis la squadra, soprattutto perché Jeremy, come hanno ammesso anche Hamisk e Mazzarri, era l’uomo che stava creando più problemi al .

È da quei 45 minuti che Brighi vuole ripartire. Vuole tornare ad essere quel jolly di centrocampo su cui Ranieri punta ad occhi chiusi, magari tornando anche a fare quei gol che tanto gli piacciono. Vuole sentirsi ancora parte di questa Roma e con lei ripartire. Per questo ieri sera, al telefono con chi gli vuole bene, ha detto: «Sono pronto»