"Ma non parlatemi di scudetto"

08/02/2010 alle 09:06.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - La sua Roma è l'anti-Inter. Lo dice la classifica, Ranieri no. «Capisco che si debba trovare un'anti-Inter - dice il tecnico dopo la vittoria di Firenze - ma non c'è, sono troppo forti e stanno su un altro pianeta. Bisogna essere chiari e sinceri. Noi non facciamo la corsa su di loro ma su noi stessi. Dobbiamo entrare nelle prime tre posizioni e sarebbe una cosa stupefacente, poi centrare la finale di coppa Italia e andare più avanti possibile in Europa League. Godiamoci questo momento e continuiamo così, ma senza sognare».

Pragmatico anche davanti ai microfoni, il tecnico giallorosso non vuole sentir parlare di scudetto e se ne infischia del record eguagliato di diciannove partite senza sconfitte. «I numeri fanno colore, ma lasciano il tempo che trovano. Io vorrei raggiungere anche il primato d'imbattibilità di Mourinho, però la vedo dura... Quando si interromperà la serie positiva ci rimboccheremo le maniche e continueremo a lavorare». La mossa più difficile l'ha fatta nell'intervallo lasciando fuori . «Nessun infortunio, è stata una scelta tecnica. Ha speso tantissimo nei novanta minuti in coppa Italia giovedì scorso e finché non si riprende al 100% lo devo gestire in questa maniera. Tanto se lo chiedo a lui mi dice che sta bene anche se sta per morire...».

Il capitano accetta senza polemica. «Sono uscito per un affaticamento dopo lo sforzo in coppa, Ranieri mi ha tolto per preservarmi». L'allenatore non ha problemi a fare i «complimenti alla , nessun avversario aveva mai tirato in porta così tanto contro di noi. Sapevamo che ci aspettava una partita tremenda e così è stato». Il segreto della vittoria lo trova in «Julio Sergio insuperabile, la difesa eccezionale, la voglia di Vucinic e di non mollare mai e cercare fino all'ultimo di vincere la partita. Io ho dato il mio messaggio alla squadra inserendo Menez nel finale per andare a prenderci i tre punti. Sia lui che Baptista hanno fatto bene».

Tutto vero, ma non si può ignorare lo «stellone» che lo accompagna nella sua cavalcata trionfale. «Un pizzico di fortuna ci vuole sempre - ammette Ranieri - ricordo che contro il Livorno noi abbiamo sbagliato gol da zero centimetri, loro con un unico tiro in porta hanno vinto». Come ha fatto la Roma ieri. Senza la partenza ad handicap chissà dove sarebbe oggi la squadra, «ma la società mi ha chiamato al punto giusto e non ho rimpianti. Dopo tre sconfitte stavamo molto male, io però alleno dei grandi professionisti e i risultati ci stanno dando ragione». Di umore opposto Prandelli. «Il calcio a volte è spietato, bisogna accettarlo. Noi siamo consapevoli della nostra grande prestazione. Prima o poi la fortuna arriverà». Magari in . In bocca al lupo.  

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