La lettera d’amore di De Rossi alla Roma; “Ora restate uniti”

26/05/2019 alle 14:34.
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LA REPUBBLICA (M. PINCI) -  Negli occhi doveva avere dieci giorni di affetto ricevuto e rabbia: più che la propria, quella di tanti tifosi. Alla fine Daniele ha preso una penna e ha scritto ciò che gli veniva dal cuore per raccontare l’emozione dell’addio alla sua Roma: una foto, lui bambino con una magliettina giallorossa e il sorriso orgoglioso di chi indossa il regalo più ambito. Poi, un dialogo immaginario con il sé adulto: “Che te ridi regazzi’?”. “So’ felice! C’ho la maglietta della Roma”. “E se te dico che la indosserai più di seicento volte?”. Oggi contro il Parma saranno esattamente 616: l’ultima volta, che la Roma celebrerà con un gonfiabile con le sue fattezze, la curva con un manifesto di cinque metri che lo ritrae e bandierine giallorosse, i tifosi con un quadro con il numero 18 - i suoi anni con la Roma - che gli hanno consegnato ieri prima dell’allenamento. ha scelto che la lettera fosse pubblicata sul sito della Roma per non rischiare nel magone della lettura allo stadio come : e se quella fu un parto lungo e faticoso, per questa Daniele aveva le idee molto chiare. Un lungo ringraziamento: «Alla famiglia Sensi e a », l’unico che compare per cognome. Poi, all’amico fisioterapista Damiano, licenziato pochi mesi fa dalla Roma. A «Francesco», ossia , ieri a lungo con lui nello spogliatoio. Perché «non capita a tutti di giocare 16 anni accanto al proprio idolo. La fascia l’ho ricevuta dalle mani di un fratello. La riconsegno a un altro fratello (ossia ) che sono sicuro ne sia altrettanto degno». C’è spazio anche per allenatori e compagni, «la mia famiglia», Astori e Ostia, i genitori e i figli «Gaia, Olivia e Noah e soprattutto Sarah», la moglie: «Senza di loro sarei la metà dell’uomo che sono». Le ultime parole sono per i tifosi: «Mai come in questi giorni ho sentito il vostro affetto: mi ha travolto e mi ha riempito il cuore. Mai come in questi giorni vi ho visto così uniti per qualcosa. Ora, il regalo più grande che mi potete fare è mettere da parte la rabbia e uniti ricominciare a soffiare per spingere l’unica cosa che ci sta a cuore, la Roma. Nessun mai vi amerà più di me». E un «arrivederci». Il proposito nero su bianco di tornare a casa sua, un giorno. Magari da allenatore.

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