Lanzalone, chiesto il rito immediato per l'ex presidente Acea

11/12/2018 alle 13:42.
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IL TEMPO (A. OSSINO) - L'avvocato Luca Lanzalone. Il collega Luciano Costantini. E il commissario straordinario dell’Ipa Fabio Sereni. Sono le tre persone che la procura di Roma vorrebbe mandare a giudizio senza prima passare dall’udienza preliminare. Il sostituto procuratore Barbara Zuin, infatti, ha chiesto il rito immediato nei confronti dei tre, accusati a vario titolo di corruzione e traffico d’influenze nell’ambito dell’inchiesta sul .

Il 30 ottobre scorso gli inquirenti hanno chiuso l’indagine «Rinascimento», un fascicolo in cui ben 19 persone risultano iscritte sul registro degli indagati. Le indagini sull’affaire stadio hanno smascherato la ragnatela di favori e consulenze che il costruttore Luca avrebbe tessuto per assicurarsi il via libera sull’«operazione Tor Vergata» e su altri progetti. Indagando è emerso anche il ruolo di Luca Lanzalone, l’uomo-stadio del sindaco Virginia Raggi, divenuto in seguito presidente di Acea. Secondo l’accusa, Lanzalone avrebbe messo a disposizione di la sua funzione, che gli inquirenti considerano pari a quella di un pubblico ufficiale.

Passando a setaccio i contatti dell’avvocato di Livorno, era venuta alla luce la vicenda Ipa. E Costantini e Serini erano finiti nel mirino della Procura. Per gli inquirenti, “Mr Wolf” sarebbe «intervenuto presso il sindaco Virginia Raggi per la sua (di Serini ndr) nomina quale commissario straordinario dell'Istituto di previdenza e assistenza Dipendenti di Roma Capitale e per la proroga di detta nomina alla scadenza annuale». In cambio Lanzalone e Cosantini, «si facevano indebitamente dare da Fabio Sereni (...) un vantaggio patrimoniale consistente nell’attribuzione allo studio Lanzalone & Partners di più incarichi professionali». Il 2 maggio scorso, ad esempio, Sereni firma una determina: oltre 11 mila e 500 euro per l’affidamento di incarichi «all'avvocato Luciano Costantini, dello Studio Legale "Lanzalone & Partners"». Un fatto curioso, considerando che proprio Serini, tre giorni dopo, «chiama Lanzalone e gli chiede un aiuto perché gli serve un altro anno (evidentemente proroga nell’incarico di Commissario Ipa)».

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