Petrocchi: «Luca, vincente predestinato»

20/04/2018 alle 13:20.
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LEGGO (F. BALZANI) - Il doppio infortunio alle spalle, il rinnovo fino al 2022 e ieri pure la prima convocazione con l'Under 20. Sul volto di Luca Pellegrini è finalmente tornato a splendere il sole. Il ragazzo di Cinecittà, che si era portato in Prima squadra già la scorsa estate, è pronto a spiccare il volo e la prossima stagione sarà la prima alternativa a Kolarov sulla fascia sinistra. L'altro Pellegrini (oltre a Lorenzo, ma i due non sono parenti) d'altronde ha seguito «un percorso vincente» come ci ha spiegato chi l'ha visto nascere e crescere prima alla Cisco Roma (quando era solo un Pulcino) e poi alla Tor Tre Teste dove si è fatto notare dalla Roma e dalla Lazio.
Si tratta di Gianni Petrocchi, responsabile tecnico di entrambi i club e amico della famiglia Pellegrini: «La Roma ha fatto un gran colpo a tenerlo, ma è giusto così visto che sono stati bravi a migliorarlo sulla parte tecnica. Luca è un vincente predestinato. Nessuno ha vinto di fila gli scudetti Giovanissimi, Allievi e Primavera. Quando stava con noi non sembrava avere qualità superiori agli altri, ma era disposto ad ascoltare e a crescere costantemente. Per lui sono stati fondamentali Muzzi agli Esordienti e Coppitelli nell'anno dello scudetto con gli Allievi. Roberto lo ha portato da ala sinistra a difensore centrale e poi terzino vedendo in lui la dote della velocità di corsa nel breve e un piede sinistro di grande qualità». Ma il merito va alla famiglia: «Il più grande pregio di Luca è la leggerezza d'animo. La famiglia non gli ha mai fatto pressione e gli ha fatto vivere il calcio e il successo in maniera quasi distaccata, serena. Il papà è un ex calciatore della Primavera del , il nonno fu il mio presidente al Bettini». Forse anche per questo Luca ha resistito alle tentazioni della Premier: «Il suo procuratore (Raiola, ndr) è bravo a valorizzare i suoi giocatori, ma la scelta di Pellegrini è giusta e da quel che so non ha mai avuto intenzione di andare via». ha chiesto fortemente la sua conferma dopo esserselo portato in tournée («Il doppio infortunio in un anno così è stata una mazzata, ma si è ripreso bene», ha aggiunto Petrocchi), e pure Bruno Conti ne è rimasto impressionato.
Il mito di Luca è Maldini, e in Nazionale da anni non si raccoglie l'eredità di Paolo. «Difficile ora dire a che livello potrà arrivare, ma vista la carenza di terzini sinistri può essere il futuro dell'Italia», ha concluso Petrocchi.

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