Stadio anch'io no, tu no

08/12/2017 alle 15:41.
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[...] Da quando, dopo appena cinque anni dalla prima presentazione del progetto, la Conferenza dei Servizi ha finalmente detto il sì definitivo per la sua approvazione, del nuovo stadio della Roma non fanno che parlare i laziali. In pratica Lotito, ma sempre per interposta persona. Noi eravamo rimasti allo spassoso comunicato del 25 febbraio 2017 pubblicato sul sito biancoceleste sull'onda dell'annunciato accordo tra il comune e la società giallorossa: «A seguito delle dichiarazioni del sindaco Virginia Raggi e del rappresentante della AS Roma - si leggeva - la S.S. Lazio, prende atto con piacere, che sono state superate tutte le remore legate ai vincoli delle sovrintendenze e ai vincoli idrogeologici per la realizzazione dello . La S.S. Lazio e i suoi innumerevoli tifosi sono fiduciosi e certi che l'intera amministrazione comunale di Roma non creerà discriminazioni tra i cittadini romani in base alla fede calcistica e che il sindaco di Roma Virginia Raggi e la sua giunta sicuramente consentiranno di costruire anche per gli appassionati sostenitori dei colori biancocelesti, il proprio stadio, secondo i propri criteri di localizzazione, di efficienza e di qualità dell'impianto(...)». [...] Pensare che dopo aver detto sì ad un qualsiasi progetto di edificazione si debba dire per forzasi ad altri a prescindere per non "creare discriminazioni" fa ridere abbastanza. È come se un costruttore si rivolgesse all'ufficio urbanistico rivendicando equità peri futuri condomini del palazzo da edificare se non gli si rilasciassero i permessi dopo averlo fatto con altri costruttori. [...] Del resto quanto rispose nel 2005 l'amministrazione comunale non sembra passibile di revisione: "Il progetto relativo alla realizzazione della Cittadella dello Sport della SS Lazio denominata "Stadio delle Aquile" prevede il trasferimento nell'area prescelta dell'intera Polisportiva Lazio: e quindi, oltre al nuovo stadio, ai ristoranti, alle residenze/villette, agli alberghi, il progetto prevede la costruzione di campi di calcio e calcetto, campi da rugby, da tennis, hockey su prato, baseball, atletica leggera, etc. II tutto su un'area estesa circa 600 ettari e sulla quale si chiede di realizzare volumetrie pari a circa 2.000.000 di metri cubi». [...] Curiosamente però adesso sono in tanti a rilanciare queste ambizioni speculative, con la pretesa della immediata accettazione amministrativa: dirigenti, architetti, presidenti di federazioni di tifosi e persino molti giornali, acriticamente poggiati sulle posizioni societarie. Stavano tutti tifando per il via libera dello stadio della Roma. E noi che pensavamo di essere da soli.

(Il Romanista - D. Lo Monaco)

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