Molotov a Prati, la pista degli ultrà

17/12/2017 alle 14:08.
scontriultras

IL MESSAGGERO (M. DE RISI - A. MARANI) - Chi ha lanciato la molotov contro il Ducato della polizia davanti al commissariato Prati, potrebbe essere una vecchia conoscenza degli agenti di via Ruffini. Forse legato al mondo degli ultrà o, comunque, un pregiudicato. I poliziotti con l’aiuto dei colleghi della Digos stanno visionando le immagini delle telecamere piazzate all’ingresso dell’edificio ma anche quelle girate dalla videosorveglianza di Roma Capitale e dei privati in zona per cercare di definire al meglio il profilo dell’autore del gesto e, soprattutto, la targa del motorino su cui viaggiava; forse un Sh nero. Ma la qualità delle riprese non sarebbe delle migliori. L’ipotesi più battuta al momento è che si possa trattare di un’azione isolata, slegata dalla minaccia anarchica che il 7 dicembre aveva rivendicato l’attentato alla caserma dei carabinieri di via Britannia, a San Giovanni, dove nella notte venne fatto saltare un ordigno esplosivo davanti a un portone. La telecamera del commissariato Prati poco prima delle 21,30 di venerdì inquadra un uomo vestito di scuro e con il casco integrale che arriva a bordo dello scooter da via Settembrini:lancia la bottiglia e si dilegua verso viale Mazzini.

STADIO E STRISCIONI – Il furgone solitamente utilizzato per portare all’Olimpico gli agenti che fanno servizio allo stadio viene avvolto da una fiammata, i danni però non sono ingenti. Tanto che ieri il  Guido Marino, in visita al commissariato per portare la propria solidarietà ai suoi agenti, ha subito ribadito che «il mezzo sarà regolarmente impiegato in serata per il match all’Olimpico». Come a rimarcare che l’intimidazione, se c’è stata,non è servita. Il commissariato Prati ha competenza sull’ordine pubblico allo stadio, è qui che bisogna avere l’autorizzazione per gli striscioni. Nel 2016 sono stati 135 i daspo emessi nei confronti di tifosi violenti, più di cento anche quest’anno. E nonostante la rimozione delle barriere nelle Curve il clima fra tifoserie e forze dell’ordine resta teso. Il raid in via Ruffini alla vigilia dell’incontro tra i giallorossi e il Cagliari potrebbe essere stato un segnale o una “vendetta”. Nel mirino degli investigatori la Sud, anche se al momento dagli ambienti monitorati non sarebbero emersi riscontri precisi. L’ultima relazione della commissione parlamentare antimafia parla di un «armistizio collaborativo» tra i supporter di Roma e Lazio su «temi come razzismo e violenza», specie se questa è indirizzata verso le “divise”. Ma la fattura della molotov lanciata a Prati non fa immaginare l’azione di un gruppo militante. La bottiglia è un normale contenitore dell’olio e tra i frammenti la Scientifica non ha rinvenuto neanche una miccia. Il pool anti-terrorismo in Procura è al lavoro. Gli accertamenti saranno affidati al pm Sergio Colaiocco. Nessuna pista viene trascurata, neppure quella di un gesto di rabbia di un indagato. La Silp Cgil, intanto, per voce del segretario Daniele Tissone, chiede «al Viminale di mettere in campo tutti gli sforzi necessari per prevenire questi attacchi». Mentre Enzo Letizia dell’Anfp parla di un «clima pericoloso». La sindaca Virginia Raggi ha espresso la propria «vicinanza agli agenti per il vile atto». Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha parlato di «un episodio inquietante e gravissimo». Roberta Lombardi, M5S, ha condannato l’«atto contro la democrazia».

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