A Trigoria chiusa l’era del ds-star

29/03/2017 alle 13:40.
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LEGGO (R. BUFFONI) - Chissà se troverà mai il suo sacro Graal, il talento cioè che ne appaghi il «senso estetico» con «feroce determinazione». Alla Roma non c’è riuscito. Alla fine Walter , frugando ricordi nelle profonde boccate all’ennesima sigaretta, ha dovuto ammetterlo. Si era dimesso perché non gli fu fatto prendere Boyé? «Ma no! Dissi così per mandarla calda a Cairo che mi doveva comprare ...». Eh sì, perché è questa l’essenza del direttore sportivo: depistare i rivali; parlare alla nuora perché suocera intenda.

L’unico lusso che un ds non può permettersi, a prescindere dal budget, è la sincerità. Chissà se anche ieri, ormai fuori servizio, ha bluffato. Se veramente ha vissuto questo martedì (e non il 7 ottobre scorso) come l’ultimo giorno giallorosso. Sicuramente ha esagerato ricordando il primo di giorno: «Beato Monchi. Io venni accolto come l’ex squalificato». Certo: la cronaca imponeva di ricordare quella disavventura legata a un presunto traffico di calciatori minorenni. Ma in realtà sei anni fa si parlò poco di lui. I titoloni erano per Luis Enrique, Lamela, Bojan. Per i dirigenti, articoli a corredo. Da che calcio è calcio i tifosi si annoiano con quelli in giacca e cravatta. Almeno fino all’avvento di , forse il primo ds-star. Probabilmente l’ultimo.

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