Stadio della Roma a Tor di Valle, tutto quello che non torna nel vincolo della Soprintendenza

19/02/2017 alle 20:47.
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NEXTQUOTIDIANO.IT - Ieri la notizia dell’avvio dell’iter per l’apposizione del vincolo alle tribune dell’ippodromo di da parte della Soprintendenza ai beni archeologici ha cambiato le prospettive dell’opera, aprendo alla possibilità di vedere da subito il primo dei tanti ricorsi in tribunale che sarà necessario fare perché in Italia funziona così, e facendo partire la contestazione dei tifosi su con l’hashtag #conoscitordivalle. Intanto sui giornali si possono notare una serie di schieramenti furbetti e qualche dubbio sulle modalità e sui tempi dell’azione della soprintendenza del MIBACT.

Il Messaggero, che da sempre è contrario allo stadio (chiamato nelle sue pagine in amicizia “ecomostro“), ospita infatti oggi un’intervista a Margherita Eichberg nella quale chiede tante cose alla soprintendente, ma non una che pure sembrava abbastanza importante: visto che l’ente è coinvolto nel processo decisionale dal 2014, perché ha aspettato il febbraio del 2017 e l’appello di Italia Nostra Roma per mettere il vincolo? Ma la domanda più interessante dell’intervista firmata da Laura Larcan è, come spesso succede, l’ultima.

Infatti qui si scopre che potrebbe essere un altro a concludere l’iter avviato da Eichberg. Non solo: potrebbe quindi anche concluderlo ritirandolo, se la pensa diversamente da lei. Non solo. La nota della A.S. Roma e di fatta circolare ieri in serata segnala le molte incongruenze nella procedura. Quindi è evidente che la soprintendenza sapesse da tre anni della demolizione dell’ippodromo ma non abbia pensato al vincolo fino al febbraio del 2017. Perché? E perché la sovrintendenza capitolina invece aveva dato parere favorevole al progetto definitivo, prescrivendo la riproposizione in luogo adiacente delle tribune di Lafuente?

La Stamoa, invece, ospita l’opinione di Andreas Kipar e Dan Meis, due dei progettisti dell’impianto. Ma l’osservazione più importante la fa su Giovanni Caudo, l’assessore della giunta Marino che ha varato il progetto e la delibera di pubblica utilità e che pubblica oggi il parere unificato delle soprintendenze nella conferenza dei servizi preliminare del 2014. «La conferenza di servizi preliminare, giusto art. 14-bis della legge 241/1990 e s.m.i., ha lo scopo di individuare”…Qualora non emergano, sulla base della documentazione disponibile elementi comunque preclusivi della realizzazione del progetto,…,le condizioni e gli elementi necessari per ottenere, in sede di presentazione del progetto definitivo, gli atti di consenso», ricorda Caudo. Eppure lì la soprintendenza non parlò di vincolo. 

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