Rosetti: «La Serie A dal 2018 con la moviola? Obiettivo Figc-Lega»

10/02/2017 alle 14:59.
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GASPORT - Roberto Rosetti, ex arbitro e responsabile italiano della sperimentazione della Var (Video Assistan Referee), ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo. Queste le sue parole:

Rosetti, quando ha capito che l’aiuto tecnologico può davvero migliorare il calcio?
«La scorsa estate, durante il raduno degli arbitri di A. Gli ho detto: “Ripensate ai 3 errori più importanti che avete commesso”. Poi gli ho chiesto se con la tecnologia quelle sviste sarebbero rimaste. Solo 8 casi erano interpretabili e quindi la Var non avrebbe cambiato nulla. In tutti gli altri la svista sarebbe stata tolta con grande beneficio per la regolarità della gara e pure dell’arbitro».

Ma non si è sempre detto che l’errore dell’arbitro fa parte del gioco?
«Una volta era così, adesso la tv manda in onda in tempo reale le azioni contestate. La goal -line ha dimostrato come sia possibile evitare inutili frizioni. L’importante è capire bene il raggio d’azione della Var. Si può intervenire solo su episodi chiari, non oggetto di interpretazione. E devono essere azioni decisive per una partita. Quindi i gol, i rigori, gli scambi di persona e le espulsioni. Tutto il resto è fuori. La tecnologia è gestita dagli arbitri con l’aiuto di un operatore qualificato, gli stessi dell’Occhio di falco. Non può essere un giocatore o un allenatore a chiedere l’utilizzo della moviola. La Var sarà un paracadute per chi dirige».

Come funziona, quindi?
«Due arbitri visionano le riprese tv. In alto c’è la diretta e sotto un monitor dove ripassa la stessa immagine con un ritardo di tre secondi. Quando accade qualcosa di sospetto, il Var può rivedere subito l’azione, poi se il dubbio resta chiede all’operatore di trovare le 4 migliori inquadrature per valutare il caso. Poi ne resta una: se il responso è diverso rispetto a quello del campo, scatta l’avviso».

Nel frattempo chi sta arbitrando deve continuare come se nulla fosse?
«Se c’è un episodio dubbio la cosa migliore da fare è fermare il gioco per evitare guai».

Avete dei dati in questo senso?
«Dall’inizio dei test in Italia sono state osservate 31 partite e 235 azioni sospette. Il tempo medio richiesto per arrivare a una decisione è di 27,2 secondi. Davvero pochissimi».

L’arbitro dovrà fidarsi del collega oppure potrà andare a vedere il video come accaduto al Mondiale per club?
«Possibili entrambe le soluzioni, ma io preferisco che sia l’arbitro in campo a prendersi la responsabilità finale. Trovo giusto che veda il replay. In Olanda è andata così sul rigore prima dato e poi revocato».

In Italia ci sarebbe l’assalto mentre l’arbitro sta guardando le immagini.
«Nessuno può avvicinarsi, pena l’ammonizione immediata. Poi stiamo valutando dove sistemare la tv, forse la scelta migliore è una postazione dalla parte opposta alle panchine».

Giallo a De Paul per la dura entrata su De Sciglio in Udinese-Milan e rigore tolto per un fuorigioco inesistente di in Samp-Roma. Roba da Var?
«Sì, sono casi che rientrano negli episodi chiari e non interpretabili. Al contrario del mani, non fischiato, di prima del suo gol in Torino-. E’ stato considerato involontario: valutazione soggettiva, non sindacabile».

Nel 2018 avremo la moviola al Mondiale in Russia e poi in A?
«E’ possibile. Lavoriamo per arrivare a questo obiettivo. Tante cose vanno migliorate, ma siamo sulla buona strada».

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