Nuovo spietato Salah, la macchina Roma ha una marcia in più

07/11/2016 alle 14:08.
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LA REPUBBLICA (E. SISTI) - , , . E parecchio Masina per il primo dei tre gol dell’egiziano che se fossimo in Inghilterra avrebbe fatto hat trick e si sarebbe portato a casa il pallone (cosa che ha fatto lo stesso). Roma pratica, tosta, che ha saputo aspettare, che ha lasciato addirittura che fosse , il baby che non ha voluto, a fare per primo la voce grossa segnando di testa una rete non valida dopo tre minuti.

Uno stimolo in più per accelerare, un piccolo slancio supplementare per organizzarsi e capire meglio cosa fare di questo pallido che si annunciava pronto a non fare le barricate e che invece si è trovato talmente sguarnito sulle fasce da dover subito (o quasi subito) sacrificare mezzo centrocampo per contrastare, senza riuscirsi peraltro, , Bruno Peres e , che l’hanno tagliato a fette con cinica mancanza di riguardo, che si sono presi gli esterni e non li hanno più mollati. aveva i giocatori contati, Donadoni non aveva i giocatori giusti per arginare questa Roma. Donadoni ha osato un modulo flessibile ma non c’era nessuno dei suoi che ne potesse beneficiare. O comunque non abbastanza per creare un’alternativa di gioco alla supremazia dei giallorossi. La Roma ha scardinato il sugli esterni, aprendo una porta che non si sarebbe mai più richiusa. Per evitare che si potessero diffondere false notizie sulla sua condizione psico-fisica, la Roma va a prendersi la partita con che sono passati poco più di dieci minuti. L’argentino aveva già provveduto a straziare un paio di volte lo svedese Krafth. Al 13’ salta come un birillo anche Ferrari e regala a il pallone dell’1-0 (complice Masina). Non è detto che Donadoni abbia pronta una contromisura. Infatti non ce l’ha. Al manca una luce in mezzo al campo. E non si ferma la partita per andare da un’elettricista. Viviani sembra appesantito. Nagy sempre in ritardo. La Roma fa quello che vuole, rallenta, accelera, alza il pallone, gioca basso. Solo quando e vanno troppo alti a pressare, tra loro e la difesa i metri diventano troppi. Lì il potrebbe provarci. Se passano vanno tre contro tre. Ma non ci riescono mai. Il soffre tutto ciò che è rapido e palla a terra. Non riescono ad alzare la testa che un giallorosso ha già calciato in porta.

inizia la ripresa con un’idea fissa: vuole segnare. Ci prova almeno tre volte e ci va molto vicino. Entra e lo stadio lo fischia (con il ha già castigato la Roma). sale in cattedra, sbaglia contropiedi ma segna altri due gol, uno su splendido assist di , che aveva spaccato una ripartenza avversaria, uno su una respinta di Da Costa (tiro di ).

Una bellezza diversa, quella della Roma di ieri. Più sottile, più cinicamente elegante, più rognosa e compatta, più maledettamente presente in ogni momento. Sono le partite più importanti. Quando è chiaro che il carattere è molto, ma molto più importante e bello di qualunque romantica o ufficiale bellezza.

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