Da zero a Dzeko. Ora Roma ride ma solo per i gol

23/10/2016 alle 14:17.
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e il Palermo all'Olimpico, 245 giorni dopo quell’errore a porta vuota del bosniaco che divenne un video virale sui social e il principio di un mondo di cattiverie, con fotomontaggi a corredo in cui veniva dipinto – nel migliore dei casi – come un non vedente. Ora che le doppiette le mette in fila – siamo a tre stagionali, due in giallorosso (Crotone e ) e una in nazionale (Cipro) –, quei fotomontaggi valgono come il punto più basso di una curva che è tornata a salire, salire fin lassù, sul posto più alto della classifica cannonieri. I numeri oggi raccontano di un che all’Olimpico, fin qui, ha sempre segnato in campionato: 4 partite e 5 gol, difese mandate al mare fuori stagione o in montagna un po’ in anticipo, punti regalati a , malelingue ormai date per disperse e scettici in via di estinzione.

C’è una ragione tattica e una psicologica nell’evoluzione del bosniaco. La prima porta la firma di , che forse ha riletto il curriculum del bosniaco e ha (ri)scoperto che , dalla Bundesliga in giù, ha sempre dato il meglio di sé con una punta nei paraggi. Ecco perché , pur partendo sempre da una posizione defilata, in questa stagione finisce per giocare molto più vicino al compagno di reparto. L’altra è psicologica: è legata a un attaccante che ha capito come e quando stimolare, pubblicamente e in via privata. Ora Roma e sono semplicemente complici: quando lui segna, la Roma vince. Sempre.

(gasport)

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