«La prima idea era darmi malato». La giornata particolare del capitano

28/09/2016 alle 14:38.
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«Quando mi sono svegliato ho pensato di staccare il telefono e di darmi malato al lavoro. Poi ho deciso di godermi tutte le cose belle che poteva offrirmi questa giornata». Come se fosse un semplice impiegato, uno che può darsi malato il giorno del suo compleanno.

Così il capitano giallorosso ha abbandonato i suoi propositi e, come fa ogni giorno da una trentina di anni, ha preso la borsa con gli scarpini ed è andato a Trigoria ad allenarsi, e poi a festeggiare con gli amici di tutti i giorni.

«L’esordio è stato il giorno più bello della mia vita, ma in passato sono stato molto vicino a vestire la maglia del . Poi la mia famiglia, i miei amici e il mio cuore mi hanno aiutato a riflettere. Ho avuto dei dubbi anche prima di firmare il mio penultimo contratto. Ho sempre fatto parte del gruppo e rispettato tutte le regole - ha raccontato il -, remando dalla stessa parte della società. Ho sempre guardato tutti a testa alta, non ho mai cacciato un allenatore, né mai brigato per farlo licenziare. E non ne ho mai scelto uno».

«I numerosi auguri? Un tributo così non me lo sarei mai aspettato. Ringrazio i miei colleghi, gli altri sportivi, icone mondiali che mi gratificano tanto. ha detto che vuole vedermi giocare altri due anni? (ride, ndr) Non so se potrò accontentarlo, lui è un fenomeno anche fuori dal campo. Dei romanisti del passato mi sarebbe piaciuto giocare con Falcao e Cerezo».

«Il mio sogno - ha aggiunto al sito internet della società - è segnare un gol nella finale di Europa League. L’amore per i tifosi della Roma non finirà mai, saranno pure stanchi di sentirmelo dire: spero che possano vedermi per un altro po’ di tempo».

(corsera)

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