Nazionale, Lotito vuole aiutare Renzi

28/05/2016 alle 15:49.
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IL FATTO QUOTIDIANO (L. PISAPIA) - Se chiedete agli amici di Giampiero Ventura il sentimento predominante del promesso sposo, dicono che risponderebbe più o meno di essere molto sorpreso per essere così desiderato dopo quarant’anni di onorata carriera passati su decine di panchine tra alti e bassi di blasone. Eh sì, perché adesso sull’ex allenatore del Torino, da settimane in pole position nei desideri del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio per il ruolo di della Nazionale, hanno messo gli occhi tutti.

NON SOLO la compagna Luciana, con cui si sposerà tra pochi giorni a Bari nella cattedrale di San Sabino, ma da ultimo anche Claudio Lotito, il potentissimo presidente della Lazio che lo vorrebbe sulla panchina del club biancoceleste. Dopo le rivelazioni del Fatto Quotidiano sulle pressioni politiche esercitate sulla Figc dal premier Matteo Renzi, perché per il ruolo di ct fosse scelto Vincenzo Montella, ex tecnico della e col physique du rôle da giovane rampante, più in linea con la politica degli hashtag del premier rispetto all’operaista Ventura, l’ingresso in scena di Lotito va a complicare la matassa intorno alla successione di .

SEMBRAVA tutto fatto, con Ventura che martedì aveva incontrato Tavecchio, al cospetto del nuovo direttore tecnico azzurro Marcello Lippi, per essere ufficializzato sulla panchina dell’Italia con un biennale da 1,5 milioni a stagione. Mentre Lotito sentiva Prandelli per offrirgli la panchina della Lazio, e il presidente del Torino Cairo annunciava Mihajlovic come nuovo allenatore del Torino. Ma l’intervento del premier ha scombussolato tutto. Ora il della Figc Michele Uva spiega che il nuovo ct sarà annunciato il 7 giugno, giorno del Consiglio Federale e vigilia della partenza della Nazionale per ritiro di Montpellier in vista degli Europei. E ribadisce che la titolarità della scelta è esclusiva pertinenza del presidente federale Tavecchio. Ci mancherebbe, l’intervento di Renzi ha rischiato di creare un caso assai spinoso: secondo lo Statuto della Fifa le federazioni calcistiche nazionali devono infatti agire in piena autonomia, pena la sospensione in caso di ingerenze esterne (ultimo caso quello della Nigeria). Ecco perché il governo non può mettere bocca sulla scelta del nuovo . Ed ecco perché la scelta governativa di Montella, che preludeva ad altri cambiamenti, come la sostituzione di Tavecchio proprio con l’attuale Uva o qualcuno di pari gradimento (decisione vista di buon occhio dal presidente del Coni Giovanni Malagò) rischia oggi di rivelarsi un boomerang. L’inter vento del presidente della Lazio, con la panchina offerta a Ventura e il via libera per Montella in Nazionale, risolverebbe quindi una bella grana al premier, ma non solo. Segna anche un cambio di campo decisivo: il patron, grande tessitore dell’ascesa di Tavecchio, da sempre inviso al Governo e al Coni che nell’agosto del 2014 cercarono di esercitare la loro moral suasion su Demetrio Albertini, diventerebbe improvvisamente filo-governativo. Un riallineamento che potrebbe preludere a nuove sorprese.

A BREVE ci sarà la revisione della legge Melandri sui diritti tv e a fine anno, al più tardi a inizio 2017, ci saranno le nuove elezioni per la presidenza federale. Con il referendum costituzionale in vista in autunno, si può dire che per un’estate il consueto valzer delle panchine calcistiche ha origine da poltrone ancor più traballanti.

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