Club al bivio, svolta o crollo. E Totti è un'incognita

27/04/2015 alle 14:00.
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CORSERA (L. VALDISERRI) - Per essere un funerale, ci si è divertiti abbastanza. La Roma scopre che il suo miglior attaccante è Paloschi, limita i danni della sconfitta contro l’Inter per interposta persona e si sente ancora in corsa per il secondo posto. La Lazio poteva darle una mazzata, soprattutto psicologica, fuggendo a +3, mentre si deve accontentare del sorpasso minimo in punti (1), visto che era già seconda per differenza reti. Tutti dicono di non essere interessati a quello che fanno gli altri, ma è una bugia. Tanto più a Roma, dove il confronto è continuo. Da qui alla fine del campionato ogni dettaglio è importante: ad esempio l’ammonizione che toglierà Berardi da Sassuolo-Roma di dopodomani. Detto questo, non si può vivere di luce riflessa. O la Roma accelera, o è spacciata. Nelle ultime 15 partite di campionato ha vinto soltanto tre volte e i problemi dell’attacco sono conclamati: Icardi ha segnato da solo (17 gol) quanto (8, dagli esami nessuna lesione al bicipite femorale), (6,), Gervinho (2) e (1).

Il direttore sportivo , che si è già preso la responsabilità del mercato di gennaio simile a un harakiri, dopo la gara di San Siro ha fatto il punto: «Non andare in sarebbe un fallimento». Frase pesante, sia per il lato economico (una perdita di almeno 45 milioni di euro) che sportivo. Le parole di erano dedicate più a questo secondo aspetto. Dare un segnale di dismissione adesso sarebbe stato un clamoroso autogol. Gli scenari possibili sono tre: 1) secondo posto: restano tutti i dirigenti, ci si abbraccia e si fa mercato; 2) terzo posto: la situazione si cristallizza almeno fino al preliminare di ; 3) quarto posto: ogni soluzione è possibile, comprese le figure del ds e del tecnico. A Roma non è mai secondaria la posizione di . Contro l’Inter, al termine di una prestazione molto negativa, lo ha sostituito dopo 51’. Un record perché il 31 gennaio, in Roma-Empoli, il capitano uscì dopo 40’ ma solo perché la Roma era rimasta in 10 per l’espulsione di (rigore e vantaggio dei toscani). E nel tremendo Roma-Bayern 1-7 (21 ottobre 2014, ), fu fatto uscire dopo 45’ per evitargli una ripresa umiliante. Adesso si chiedono in molti cosa succederà con il contratto in scadenza giugno 2016. E dire che «deciderà lui» non è fargli un favore. Così sembra che sia più interessato ai suoi record che al bene della Roma. Il capitano vorrebbe il silenzio, qualche gol in più da tutti. E anche da , che, come Gervinho, contro l’Inter ha scoccato un tiro solo.

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