Parma, cinque milioni per andare avanti

06/03/2015 alle 09:18.
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LA REPUBBLICA (F. S. INTORCIA) - Due destini provano a dividersi. Quello della società Parma Fc è segnato, con l’ex presidente Tommaso Ghirardi indagato per bancarotta fraudolenta e l’udienza fallimentare del 19 marzo attesa come una liberazione. Quello della squadra si scrive oggi, in via Rosellini a Milano: l’assemblea di Lega, convocata alle 11, deve trovare i soldi per consentire ai gialloblù di finire il campionato. Il presidente federale Carlo Tavecchio sarà presente per esercitare la sua moral suasion: ha investito molto nel tentativo di salvataggio, ha dialogato con gli sponsor e provato a convincere i presidenti di club. Conta di essere a Parma nel pomeriggio per sottoporre il suo piano ai giocatori e convincerli a tornare in campo.

Prima, però, la riunione dei club deve dare una risposta. Le vie da battere: un fondo recuperato dalla Lega (tagliando altre voci dal budget o ritagliandolo dai proventi dalle tv della prossima stagione) oppure una colletta. L’ostacolo è la resistenza di alcuni club minori, che non vogliono saperne: senza l’unanimità, salta tutto. Sky preme, «confidiamo che l’ulteriore supporto economico da noi appena versato venga da voi utilizzato per svolgere tutte le partite previste dal calendario », ha scritto il vicepresidente esecutivo Jacques Raynaud. Ma c’è una sottile logica di calcolo delle medio-piccole, che non vogliono versare un obolo a fondo perduto, per ritrovarsi con un avversario in più da battere. E poi, fra giocatori in comproprietà, col Parma e gioiellini del vivaio da prendere gratis, gli interessi in gioco si moltiplicano.

Quanti soldi servono? Per le prossime due gare, Atalanta in casa e Sassuolo fuori, non tantissimi: 51mila euro i costi per aprire il Tardini (saldare steward e ditta di pulizie) e circa 20mila per la trasferta di Reggio. Fondi garantiti dallo sponsor Errea: resta da chiarire la formula dell’elargizione, fino al 19 marzo il club ha un proprietario, Giampietro Manenti, a cui le istituzioni non vogliono dare credito né contanti. Ma il vero nodo è convincere Lucarelli & soci, che chiedono garanzie per il post-fallimento. Il curatore, dopo il 19, potrà chiedere l’esercizio provvisorio se avrà i fondi, di qui a fine stagione, per pagare stipendi e spese correnti. Dovrà dimostrare che il Parma ha ossigeno sufficiente fino all’asta fallimentare. Solo per le paghe ai giocatori e le tasse servirebbero circa 12 milioni. La Lega può offrirne poco più di 5, forse 6: da promettere oggi e da corrispondere effettivamente fra due settimane.

Resta da vedere se l’impegno assunto oggi sarà ritenuto sufficiente dalla squadra: Tavecchio cercherà l’accordo nel pomeriggio. I giocatori, senza stipendio da luglio e col rischio di perdere tutto in caso di fallimento, potrebbero accettare una forte decurtazione. In teoria, il curatore avrebbe anche il potere di licenziare parte dei dipendenti per abbattere il costo del personale: difficile che accada, qui. Lucarelli ripete: «Non vogliamo essere accompagnati a fine stagione e poi lasciati morire». Ma la Lega può solo promettere soldi, e la Figc cambiare le norme sulle proprietà dei club. Il futuro, dopo l’asta fallimentare, passa per un nuovo proprietario che si accolli un investimento notevole (coprendo o rinegoziando debiti sportivi per oltre 50 milioni) e un parco giocatori mostruoso per ripartire “solo” dalla B. Per ora, nessuno vuole comprare il Parma neppure a pezzettini: all’asta giudiziaria ieri non è stata aggiudicata la panchina degli spogliatoi, e neanche armadietti e attrezzi della palestra (si riproverà giovedì prossimo). Acquistati solo due pullmini e un furgoncino per meno di 20mila euro. Intanto, i magistrati parmigiani Dal Monte, Amara e Ausiello, con il procuratore capo Antonio Salvatore Rustico, ieri hanno incontrato a il capo della Dda Roberto Alfonso, che per ora però ha smentito un interessamento diretto dell’antimafia nell’indagine sul crac Parma.

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