Tiriamoci su: l'Italia ritrova il passo delle grandi d'Europa

29/11/2014 alle 09:19.
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GASPORT (F. LICARI) - Italia, il ranking va giù. Sveglia o sono guai», titolava la Gazzetta nel novembre 2011. Tre anni fa, una vita fa. Spagna, Inghilterra e Germania ci staccavano, il Portogallo s’avvicinava minaccioso e l’Europa League era, più che un torneo, un fastidio tra due turni di campionato. Tre anni dopo sembra che il vento sia cambiato. Nelle coppe manteniamo il ritmo delle grandi, abbiamo superato il Portogallo che intanto ci aveva fatto «ciao ciao» e, soprattutto, abbiamo in corsa 6 club su 6 tra ed Euroleague, cioè il 100% delle iscritte, mai successo da quando entrambe le coppe hanno la fase a gruppi. Unici tra 54 nazioni e con buone possibilità di mantenere lo stesso contingente anche nell’eliminazione diretta. Pensare a un controsorpasso immediato non è realistico, ma forse si può programmare una rinascita: lenta ma solida.

RANKING E SUCCESSI - Non è la classifica Atp, ma negare al ranking Uefa una corrispondenza con i valori in campo sarebbe una mistificazione. Quando eravamo i signori d’Europa dominavamo statistiche (1° posto dall’86 al ‘99, escluso il ‘90) e albi d’oro (in Coppa Uefa, nello stesso periodo, 8 successi e 14 finaliste). L’ultima Uefa risale al 1999, la finale di 2003 tra Milan e sa di fantascienza, mentre le 2007 (Milan) e 2010 (Inter) sembrano più che altro casualità. Il ranking ti cambia la vita. Sportivamente e finanziariamente. Oggi il 3° posto in campionato vale un playoff, e neanche facile, ad agosto, mentre dal 4° si parla di Europa League. Il sistema Italia ha sottovalutato — escluso Galliani, questo va riconosciuto — i segnali in arrivo anno dopo anno: così la caduta progressiva, impietosa, ci ha fatti piombare addirittura al 5° posto (cosa che non accadeva dal 1984).

E IL FUTURO? - L’obiettivo è rientrare tra le prime tre del ranking per avere di nuovo 4 squadre in . Ma oggi significherebbe recuperare 13,5 punti rispetto alla Germania: ipotesi non praticabile entro giugno. Più possibile, anche se non probabile, recuperare il distacco in 2-3 stagioni. E non c’è che un modo: recuperare l’Europa League. Visto che il computo del ranking è aritmetico, più squadre vanno avanti e più punti (potenziali) arricchiscono la classifica. Quattro semifinali (Parma 2005. Milan 2006, 2008 e 2014) sono poca roba.

«6 SU 6» - Se l’Euroleague dà punti-ranking, è con la che si fanno i soldi. E tanti. La che si qualifica ogni anno, e prende premi milionari perché deve distribuirli con meno italiane, potrebbe diventare come il vecchio Rosenborg che più partecipava alla più guadagnava e più allargava il fossato con le altre norvegesi. L’Italia non è la Norvegia ma, oggi, non è neanche la Spagna, l’Inghilterra e la Germania che ci precedono nel ranking assoluto (che dà i posti nelle coppe) e in quello della stagione in corso. Però non siamo staccati. Resistiamo. Potremmo anche superarli. Abbiamo 6 squadre: se la Roma dà il massimo con il potremmo impostare un 2015 «all’italiana» Un’inversione di tendenza, oggi, è innegabile.

QUANTE NOVITÀ - Sarebbe il momento giusto per approfittare: dal prossimo anno, con i nuovi contratti triennali, qualcosa nelle coppe cambierà. 1) A Montecarlo un’italiana sarà in prima fascia perché per le prime 8 non conterà il ranking ma il fatto di essere campioni nei primi 7 campionati d’Europa (più il detentore naturalmente), quindi il gruppo potrebbe essere meno complicato. 2) I contratti sono aumentati di circa il 30%, aumenteranno i soldi da risultati e market pool. 3) La vincente di questa Europa League parteciperà di diritto, probabilmente dai playoff, alla prossima e, se non arriverà tra le prime 3 del campionato, aumenterà il nostro contingente di un’unità.

RANKING FIFA - Di ranking non c’è solo quello Uefa per club. Ormai importantissimo è quello Fifa, perché decide i sorteggi delle qualificazioni e delle fasi finali mondiali: dopo il Brasile l’Italia era 14a, con 5 successi e un pari l’ha portata all’11° posto. Ma quello oggi più urgente è il ranking Uefa per nazionali: perché determinerà il sorteggio di Francia 2016. L’Italia è 5a, in posizione buona per essere testa di serie di uno dei 6 gruppi (la Francia lo sarà di diritto). Sembrano stupide classifiche, soprattutto quando sono specchio di un momento-no, ma non è vero.

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